Terminata la stagione, le varie squadre del panorama calcistico stanno ormai già pensando alla prossima annata. Diverse sono le panchine di Serie A sotto i riflettori. In campo vanno i giocatori, ma avere una sapiente guida tecnica alla base di un organico è ormai diventato essenziale e le compagini del nostro calcio hanno iniziato a muoversi sulla scelta dell’allenatore con cui discutere successivamente le pedine da inserire in rosa. Memori del recente passaggio di Vincent Kompany al Bayern Monaco, anche i club italiani starebbero preferendo figure innovative, a discapito dei grandi nomi sinonimo di usato sicuro.
Thiago Motta, uno dei migliori allenatori della scorsa stagione
Un profilo d’esperienza può dare fin da subito quell’apporto in più ma, in un mondo del calcio che sta continuamente cambiando, di pari passo, anche quelle società giunte alla naturale conclusione di un percorso con un precedente tecnico ben più blasonato, stanno pensando di cambiare totalmente registro. L’idea del cosiddetto homo novus sarebbe finita sotto la lente di molte squadre e, in un autentico valzer di allenatori già pronto a scatenarsi, l’opportunità di instaurare un nuovo ciclo puntando su un nome diverso per la panchina potrebbe rappresentare il nuovo corso da seguire.
Da Fonseca a Thiago Motta: le scommesse delle big di Serie A
La stagione appena conclusa ha visto numerosi club dividersi dai propri allenatori storici e ora, in vista della prossima annata, sono tante le idee nella testa delle big di Serie A. Se i neo campioni d’Italia dell’Inter hanno riconfermato Simone Inzaghi, la seconda e la terza forza dell’ultimo campionato hanno deciso di variare la loro guida in panchina. Salutato Stefano Pioli dopo quasi cinque anni insieme, il Milan, accantonate le idee di ingaggiare un top manager come José Mourinho o Massimiliano Allegri, si è fiondato sul tecnico portoghese Paulo Fonseca. Una scelta, da parte del Diavolo, dettata in primis da un fattore economico, ma al tempo stesso decisa per promuovere su una panchina illustre un profilo già conoscitore del calcio italiano.
Paulo Fonseca torna ad allenare in Italia dopo tre anni
Reduce da una stagione positiva con il Lille, dove ha chiuso al quarto posto in Ligue 1 raggiungendo anche i quarti di Conference League, il classe ’73 ha già guidato in Italia la Roma portandola a un passo dalla finale di Europa League nel 2021. Una tipologia diversa di candidato a cui si è associata pure la Juventus che ha chiuso per la suggestione Thiago Motta. Separatasi da Allegri dopo i fatti dell’ultima finale di Coppa Italia, la Vecchia Signora ha scelto così di stravolgere completamente il proprio sistema di gioco, dando fiducia a uno dei mister più emergenti del panorama europeo.
C’è grande curiosità per l’arrivo di Thiago Motta alla Juventus
Classe ’82, il tecnico italo-brasiliano ha stupito tutti mostrando un calcio prettamente offensivo e portando addirittura il Bologna in Champions League dopo sessant’anni con i bianconeri ormai più che convinti di affidarsi a lui. Chiuso il secondo ciclo con Max, ora Madama è pronta a voltare pagina consegnando la squadra a un giovane carico di idee e deciso a mettere mano allo schema tattico, partendo dalla difesa a quattro.
De Rossi e Baroni, la scelta delle due capitoline
Motta è un prescelto che ha meritato una piazza prestigiosa come premio del suo lavoro. A lui non si può non paragonare anche l’ormai confermato tecnico della Roma Daniele De Rossi. Arrivato in sordina, solo come un traghettatore, l’ex colonna del centrocampo della Magica si è guadagnato a suon di risultati e prestazioni la riconferma sulla panchina giallorossa.
La Roma di Daniele De Rossi ha chiuso al sesto posto il Campionato
Un esito che dimostra come pure la società capitolina abbia deciso di puntare sull’umiltà e la determinazione di un profilo appena immerso nel ruolo di allenatore, ma già abile a entrare nella testa dei propri giocatori in soli cinque mesi di lavoro, variandoli in più posizioni e rivitalizzando calciatori del calibro di Paulo Dybala e Romelu Lukaku.
Marco Baroni guiderà la Lazio verso una vera e propria rivoluzione tecnica
Sulla stessa linea di pensiero ha virato anche l’altra squadra della Capitale. Lazio che, dopo le rescissioni con Maurizio Sarri e Igor Tudor, ha consegnato la propria panchina a Marco Baroni. Fresco di un’autentica impresa portata a casa salvando l’Hellas Verona, il tecnico toscano è diventato il preferito del patron Claudio Lotito, convinto dal grande lavoro svolto con gli scaligeri, nonostante le numerose partenze dello scorso mercato invernale. Una lista piena zeppa di vere e proprie scommesse su cui le grandi del nostro campionato hanno deciso di fare all-in, lasciando nell’oblio piste molto più conosciute.
La voce fuori dal coro: il Napoli punta su Conte
Tra le varie novità importanti vi è anche una nobile decaduta del nostro calcio, che ha preferito andare, invece, controcorrente svoltando su un tecnico già affermato ad alti livelli. Reduce da un’annata molto deludente, questa volta il Napoli non ha fatto troppi complimenti e da diverso tempo ha già chiuso per Antonio Conte come nuovo allenatore dei partenopei. Classe ’69, il mister salentino non ha certamente bisogno di presentazioni ed è noto per la sua grande dote di riuscire a risollevare quegli organici apparsi in netto calo di forma e di prestazioni.
Antonio Conte torna ad allenare dopo un anno sabbatico
Una decisione quasi dovuta dal presidente Aurelio De Laurentiis verso i propri tifosi, a lato sia delle discutibili scelte operate nella scorsa stagione con l’avvicendamento di ben tre allenatori diversi sotto l’ombra del Vesuvio, sia del rovinoso piazzamento finale in classifica. Al contrario delle altre squadre sopraccitate, gli azzurri non disputeranno alcuna competizione europea dal settembre prossimo e il piano di chiamare l’ex ct della Nazionale è in linea con una strategia di ripartenza. L’ex giocatore della Juventus ha sempre fatto bene nelle precedenti piazze importanti italiane e in una situazione d’urgenza simile, la voce fuori dal coro è stata pressoché forzata per il Napoli.
La meritocrazia tra i mister, Italiano e Palladino pronti al salto
Un ciclo chiuso da un allenatore in una compagine va analizzato non solo guardando i trofei, ma compiendo una valutazione a 360° sull’operato e sui progressi registrati. Parlando della Fiorentina, l’ennesima finale raggiunta non rappresenta un’altra occasione persa, data la sconfitta in Conference League contro l’Olympiakos. Piuttosto raffigura un mattone in più messo dai viola nella costruzione di una squadra solida.
Un k.o. ad Atene che ha decretato proprio l’addio dell’ormai ex mister dei gigliati Vincenzo Italiano, approdato ufficialmente al Bologna. Un trasferimento vicino geograficamente ma distante come classifica, dato che il classe ’77 potrà ora giocarsi le sue chance anche in Champions League. Raccogliere l’eredità di Thiago Motta non sarà semplice, ma l’ex mediano ha meritato di poter compiere un certo tipo di salto in avanti nonostante i secondi posti dell’esperienza toscana.
Vincenzo Italiano subito dopo la finale di Conference League
Portare il club di Rocco Commisso a disputare due finali europee e una di Coppa Italia non è poco. Certamente è rimasta dell’amarezza, ma il progresso portato sulle rive dell’Arno è valso al mister un bel trampolino di lancio per giocarsi anche l’Europa che conta. Posto vacante a Firenze già occupato da un altro profilo giovane tra gli allenatori, con la Viola che ha chiamato al timone Raffaele Palladino, continuando la linea verde in panchina.
Dopo la trafila al Monza, Raffaele Palladino approda alla Fiorentina
Subentrato al Monza, l’ex attaccante ha mostrato un bel calcio portando i brianzoli a metà classifica nelle due annate di guida tecnica. Rampa di lancio che ora gli consentirà di assaggiare anche il palcoscenico europeo, ad appena due anni dall’inizio della sua nuova carriera. Una chiamata che dimostra come sia tornata quella meritocrazia tra i mister, con i due coach italiani pronti ad alzare subito l’asticella senza dover attendere troppo. Una corrente che potrebbe raccogliere sempre più consensi, contribuendo a un ricambio generazionale anche tra le panchine.
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