Un’emozione per sempre è il secondo podcast narrativo prodotto da Vita Sportiva. Il racconto di alcuni ori olimpici che hanno segnato la storia dello sport italiano. Un viaggio attraverso la cronaca di quelle gare, la storia di quegli atleti e il contesto sociale di quegli anni. Emozioni che non dimenticheremo mai.
Il 9 agosto 1992 è una domenica e l’Italia sta chiudendo i Giochi della XXV Olimpiade a quota 19 medaglie. L’ultima è già certa: dovesse andar male, sarà un argento. Dovesse andar male, però… Perché l’ultimo titolo in palio a Barcellona deve ancora essere assegnato. Alle 16:45 di questa domenica, i Giochi si chiudono con la finale della pallanuoto maschile: l’Italia contro i padroni di casa della Spagna.
È l’ultima volta, prima di essere sfalsati di due anni, che i Giochi estivi e quelli invernali si tengono nello stesso anno solare. Solo qualche mese prima, infatti, tra neve e ghiaccio, si sono tenute le Olimpiadi di Albertville, con un Alberto Tomba ancora sugli scudi e una quasi perfetta Stefania Belmondo. Gli appassionati italiani arrivano al secondo appuntamento a cinque cerchi dell’anno col dolce sapore dell’oro sulle labbra: dal duro freddo d’Oltralpe al torrido caldo catalano, il passo può addirittura sembrare breve.
Barcellona ‘92 è universalmente e giustamente associata al leggendario Dream Team della pallacanestro U.S.A. guidato dal triumvirato formato da Michael Jordan, Magic Johnson e Larry Bird.
Per i colori azzurri, è l’Olimpiade di Pierpaolo Ferrazzi nel kayak, del doppio oro del ciclismo con Giovanni Lombardi su pista e col compianto Fabio Casartelli su strada; oltre che di un’ancora giovane Giovanna Trillini, una delle condottiere della sempreverde scuola schermistica italiana.
Ma non sono anni facili, questi. Le soddisfazioni nello sport fanno da contraltare ad un’Italia che deve quotidianamente fronteggiare problemi molto più grandi di lei.
Al Pio Albergo Trivulzio, Antonio Di Pietro apre il filone di inchieste “Mani Pulite”, scrivendo il primo capitolo di Tangentopoli e facendo venire a galla tutta la corruzione esistente tra la classe politica e quella imprenditoriale della cosiddetta Prima Repubblica. I giornali e i TG raccontano delle sempre più brutali stragi di una mafia dilagante: basta dire Capaci e Via D’Amelio, cioè Falcone e Borsellino. Proprio l’esplosione di Capaci era entrata a gamba tesa addirittura nell’elezione del presidente della Repubblica: dopo un lungo stallo, proprio la mattina dopo la strage, i partiti avevano trovato l’accordo per far salire Oscar Luigi Scalfaro al Quirinale. Di lì a poco, Giuliano Amato sarebbe stato chiamato a formare il suo primo governo.
Poco prima, da Oltreoceano, Gabriele Salvatores aveva portato in Italia il premio Oscar per il miglior film straniero con il suo “Mediterraneo” mentre l'”Hannibal Lecter” di Jonathan Demme faceva man bassa con ben cinque statuette, stabilendo il cosiddetto big five. Cinema e sport, a volte, si accostano al punto di fondersi. In fondo hanno la stessa capacità di attanagliarci nella tensione e scioglierci in sorrisi.
Barcellona ‘92, dicevamo, Una location più mediterranea di così, difficile da immaginare. Domenica 9 agosto. La piscina olimpica è intitolata a Bernat Picornell, pioniere degli sport acquatici in Catalogna e nume tutelare della pallanuoto iberica. Il cuore del parco olimpico di Montjuic ribolle. E non solo per il caldo. In tribuna c’è anche nientemeno che Re Juan Carlos, in compagnia della consorte Sofia. La partita che si sarebbe giocata di lì a poco avrebbe preso tutte le sembianze di una resa dei conti tipica del lontano ovest americano. Una sfida all’O.K. Corral che nessuno vuole perdersi…
⬇ Il racconto continua qui, premi play per ascoltarlo!
Comments