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Il ritorno della NHL

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Un po’ di storia

Hockey is back”: quando il primo agosto prossimo il disco tornerà a scivolare sulle piste ghiacciate canadesi di Toronto ed Edmonton si (ri)alzerà infatti il sipario sulla stagione della National Hockey League (NHL), la lega professionistica più prestigiosa e importante del mondo.

La ripresa segnerà il ritorno alle competizioni dopo una pausa di 142 giorni, a seguito dell’interruzione sine die stabilita dal Commissioner Gary Bettman in accordo con l’associazione giocatori lo scorso 12 marzo per le preoccupazioni riguardanti l’avanzata della pandemia. Un’astinenza che in 103 anni di vita della Lega, nata sul finire del 1917, – anche se bisogna ricordare che la Stanley Cup, la mitica tazza d’argento del peso di quasi 16 chili sollevata dalla squadra vincitrice, si assegna dal lontano 1893 – registra un solo precedente più significativo, ossia quello relativo alla stagione 2004-05, interamente cancellata causa lock-out.

Impossibile tuttavia dimenticare il funesto epilogo della stagione 1918-19, con la finale tra Montréal Canadiens e Seattle Metropolitans interrotta alla vigilia della gara decisiva per l’assegnazione del titolo causa il dilagare dell’influenza “spagnola” in Nord America. A parte i due casi summenzionati la “silver mug” è sempre stata consegnata, in seguito ad una serie finale, perfino durante gli anni della Seconda guerra mondiale.

La Stanley Cup. ©NHL, Twitter

Dove eravamo rimasti

L’NHL “return to play plan, approvato lo scorso mese di giugno, ha fissato in un preciso documento programmatico i punti essenziali per la ripresa: in sintesi la stagione regolare è stata considerata ultimata nel momento della sospensione, la classifica “congelata” e le 189 partite restanti (il 15 % circa del totale complessivo di 1271) ancora da giocare definitivamente cancellate.

Ciò ha determinato l’assegnazione del President’s Trophy ai Boston Bruins, quale miglior squadra della Lega in stagione e la decisione di considerare un ampliamento delle squadre in lizza per la Stanley Cup dalle tradizionali 16 (8 per ogni Conference) all’inusuale ed inedito numero di 24. Dal momento che alla sospensione del gioco non tutte e 31 le franchigie avevano giocato lo stesso numero di partite, ma si fluttuava da un minimo di 68 ad un massimo di 71, si è provveduto a considerare come principale discriminante per determinare le prescelte la percentuale di punti ottenuti rispetto alle partite giocate. Le maggiori beneficiarie di tale ampliamento sono state quelle squadre (Montréal Canadiens a Est e Chicago Blackhawks ad Ovest su tutte, due Original Six è bene rammentarlo) che avevano razionalmente ben poche chances di disputare la post season e che, causa pandemia, sono state di fatto ripescate.

Le 7 franchigie che hanno concluso anzitempo la stagione (Buffalo Sabres, New Jersey Devils, Ottawa Senators e Detroit Red Wings a Est, le tre californiane Los Angeles Kings, Anaheim Ducks e San Jose Sharks a Ovest) potranno già focalizzarsi sul prossimo NHL entry draft in programma il 9 e 10 ottobre, in seguito all’assegnazione della Coppa.

Il format della ripresa

Già sicure della post season, Boston Bruins (0.714 % di punti), Tampa Bay Lightning (0.657), Washington Capitals (0.652) e Philadelphia Flyers (0.645) a Est, St. Louis Blues (0.662), Colorado Avalanche (0.657), Vegas Golden Knights (0.606) e Dallas Stars (0.594) a Ovest, si affronteranno in un Round Robin strutturato come girone all’italiana con partite di sola andata per le migliori 4 di ciascuna Conference al momento della sospensione della stagione regolare al fine di determinare il seeding (ossia la griglia con le 4 teste di serie) dei playoffs e i relativi incontri del First Round.

Nella prima fase (1-9 agosto) si giocheranno fino ad otto partite al giorno equamente divise nelle “hub cities” canadesi di Toronto (sede della Eastern Conference) ed Edmonton (che ospiterà le squadre della Western Conference), con tutti i team coinvolti che avranno un massimo di 31 giocatori a disposizione. Le partite si svolgeranno a porte chiuse e con la cornice di rigidi protocolli sanitari da seguire al fine di garantire la massima sicurezza possibile. Le 8 serie di qualificazioni ai playoffs si disputeranno al meglio delle 5 partite, mentre dal First Round si tornerà al classico formato best-of-seven, che riguarderà anche, successivamente, semifinali e finali di Conference e, naturalmente, la Stanley Cup championship che terminerà, al più tardi, il 4 ottobre prossimo, probabilmente in quel di Edmonton.

 

Analisi delle otto serie di qualificazioni ai Playoffs

Ad Est la bolla di Toronto sarà sede fissa, oltre che delle 6 partite del Round Robin, di 4 serie di Stanley Cup Qualifiers, a cominciare da Pittsburgh Penguins (5)-Montréal Canadiens (12). I pinguini della Pennsylvania partiranno favoriti contro gli Habs (la franchigia più titolata della storia con 24 titoli Nhl, ma non vincono dal 1993, rimasto peraltro l’ultimo successo di una squadra canadese), i quali per avere qualche chances di sovvertire i rapporti di forza sfavorevoli avranno bisogno del miglior Carey Price a difesa della gabbia. Forti della miglior coppia di centri della Nhl del terzo millennio, Sidney Crosby ed Evgeni Malkin (3 titoli Nhl conquistati assieme in 4 finali giocate, con la magica doppietta 2016 e 2017), i Penguins puntano decisamente al sesto titolo della loro storia, anche se non mancano le incognite riguardanti la tenuta difensiva e la scelta del goalie partente.

Il capoluogo dell’Ontario vedrà poi in scena l’elettrizzante confronto tra i Carolina Hurricanes (6) e i New York Rangers (11). Da una parte i solidissimi Canes con il miglior pacchetto difensivo della Lega ed un attacco imprevedibile e talentuoso, esemplificato dalla giovane e benedetta follia del duo AhoSvechnikov, dall’altra i giovani e frizzanti Blue-Collar Blue Shirts guidati dalla devastante coppia offensiva Mika ZibanejadArtemiy Panarin e con l’eterno Henrik Lundqvist, ancora alla ricerca della sua prima Stanley Cup, candidato forte a difesa della porta.

Alla Scotiabank Arena si terrà poi l’equilibrata contesa tra i New York Islanders (7) e i Florida Panthers (10) La sfida tra i due guru del pancone Barry Trotz e Joel Quenneville sarà prevedibilmente molto tirata e ruoterà intorno alle prestazioni di Sergei Bobrovsky, il portierone russo a difesa della gabbia dei Cats, molto discontinuo in stagione regolare. Gli Isles sono la squadra più difensiva della Lega e puntano molto su sacrificio e spirito di corpo, ma possono contare anche sul talento cristallino di Mathew Barzal.

Last but not least la sfida tra i padroni di casa dei Toronto Maple Leafs (8) e i Columbus Blue Jackets (9) con le foglie d’acero che sperano di porre fine ad un’astinenza che dura dal 1967, anno della loro tredicesima ed ultima Stanley Cup. Da ricordare che i Leafs non superano una serie playoffs dal lontano 2004 e dovranno giocoforza mascherare le croniche deficienze difensive affidandosi al portiere danese Frederik Andersen per puntare tutto su un attacco esplosivo guidato dallo spettacolare trio Tavares, Matthews e Marner. Compito non facile contro i giovanissimi, ma assai ordinati e coesi Jackets, guidati dall’esperto coach John Tortorella e sul ghiaccio dalla fenomenale linea difensiva Jones-Werenski.

Ad Ovest Il capoluogo dell’Alberta sarà il teatro del confronto tra i beniamini di casa Edmonton Oilers (5) e i decaduti Chicago Blackhawks (12). Il duo delle meraviglie Connor McDavid e Leon Draisaitl basta e avanza ai “petrolieri” per partire con i favori del pronostico contro gli Hawks che, da superpotenza capace di vincere 3 titoli NHL in 5 anni tra 2010 e 2015, sono passati ad essere una comprimaria nonostante il peso ancora determinate di fuoriclasse come Duncan Keith, Patrick Kane e Jonathan Toews. L’impressione è che solo un Crawford formato saracinesca possa far girare la serie dalla parte della franchigia dell’Illinois.

Ad Edmonton andrà poi in scena la contesa tra i Nashville Predators (6) e gli Arizona Coyotes (11), forse la meno attesa per contenuti tecnici. Due squadre che non rubano l’occhio, ma molto solide, entrambe con un’ottima coppia di portieri. L’esperienza e la tradizione fanno preferire i Preds, guidati dal miglior terzino della Lega, lo svizzero Roman Josi, ma gli Yotes con l’arrivo dell’ex Mvp della Lega Taylor Hall e del cecchino Phil Kessel hanno giocato l’all-in per vincere subito dopo anni e anni di sole delusioni.

La Rogers Place arena ospiterà poi l’avvincente serie tra i giovani e talentuosi Vancouver Canucks (7) e gli stagionati, ma sempre ostici Minnesota Wild (10). Due poli opposti, visto che i canadesi forti della linfa giovane dei vari Quinn Hughes, Broeck Boeser ed Elias Pettersson, hanno trovato in Jakob Markstrom un portiere assai affidabile, mentre Minny sarà zavorrata dalla peggior coppia di goalies (numeri alla mano) della stagione regolare e anche da qualche acciacco di troppo per i suoi veterani, Mikko Koivu, Zach Parise ed Eric Staal su tutti, ormai sul viale del tramonto di grandi carriere.

Infine il derby canadese, che vedrà sfidarsi i regionali Calgary Flames (8) e i Winnipeg Jets (9), segna l’unica delle 8 sfide in cui la squadra unanimemente considerata favorita è quella che non avrà il (meramente platonico) vantaggio del fattore ghiaccio. Il motivo è presto detto, Connor Hellebuyck è stato per distacco il miglior goalie della regular season, riuscendo a trascinare i Jets in zona playoffs grazie a prestazioni mostruose. Winnipeg dispone inoltre di un attacco esplosivo (Scheifele, Laine, Connor, Wheeler ecc.), cui la lenta e logora difesa dei Flames farà molta fatica ad opporsi. Delle 6 canadesi (sulle 7 totali) in lizza, Winnipeg è possibilmente quella dal potenziale maggiore, in grado di fare più strada delle altre se tutti i pezzi del puzzle si incastreranno.

 

 

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 Le migliori e favorite (?) nel round robin

Come detto le 8 “grandi” sono già sicure della partecipazione al First Round e si sfideranno per determinare l’ordine delle 4 teste di serie che incroceranno le vincenti degli spareggi nei Quarti di Finale delle due Conference. Vincere il proprio gironcino ed ottenere il simbolico #1 del seeding servirà più che altro ad acquisire ulteriore fiducia nei propri mezzi in vista delle partite che conteranno davvero. Dal First Round in avanti non si potrà infatti più sbagliare. Oltretutto l’assenza di pubblico e, ovviamente, il fattore ghiaccio neutrale renderanno ancora meno determinante, almeno sulla carta, il ruolo di testa di serie, favorendo sorprese (peraltro sempre all’ordine del giorno in uno sport come l’hockey) ancora maggiori rispetto agli ultimi anni.

Ad Est Boston (finalista perdente l’anno scorso e dominatrice della stagione regolare) ha l’incognita dell’età avanzata dei suoi grandi leaders (su tutti il 43enne capitano-highlander Zdeno Chara, ma anche Bergeron, Krejci, Marchand e Rask) e potrebbe pagare la ruggine dovuta alla lunga sosta. In questo senso i Bolts di Kucherov e Stamkos assurgono al ruolo di favoriti dopo anni di near-misses e cocenti delusioni nei playoffs. Da non sottovalutare la chimica e l’esperienza dei Caps campioni 2018 guidati dal sempreverde capitano Alexander Ovechkin, entrato quest’anno nell’esclusivo club dei giocatori con almeno 700 goals segnati in carriera nella Lega. I sorprendenti Flyers di coach Vigneault sono la squadra più migliorata dell’intera NHL rispetto alla scorsa stagione e si candidano ad un ruolo di protagonisti guidati dal loro leader e capitano Giroux.

Ad Ovest i Blues campioni in carica possono contare sul medesimo roster della trionfale ed inopinabile cavalcata dello scorso anno, meno Bouwmeester e Maroon. Gli uomini di coach Craig Berube, guidati dalla classe di capitan Pietrangelo, sono squadra affidabile, fisica e profonda, con un Binnington garanzia a difesa della gabbia. I loro principali rivali saranno i Colorado Avalanche delle meraviglie visti in stagione. Sulla carta nessuna squadra ha tanto talento e profondità in attacco e dinamismo difensivo, l’unica incognita per gli uomini di coach Jared Bednar riguarderà la scelta del goalie partente e la capacità di convivere con le aspettative e le pressioni dovute al nuovo status di superpotenza raggiunto da MacKinnon e compagni. Vegas, dopo l’incredibile finale di Stanley Cup raggiunta nel 2018 al loro primo anno di vita, ha fatto fatica in queste ultime due stagioni a riprendersi dalla sbornia e stabilizzarsi, ma il potenziale rimane molto interessante, mentre Dallas è squadra molto esperta e strutturata, con un jolly come Ben Bishop tra i paletti, ma non all’altezza delle altre tre in termini di velocità del gioco, almeno per quanto visto in stagione.

Previsioni e pronostici

Ritmi serrati, incognita ripresa, importanza dei goalies, ruolo degli special teams e impiego di 4 linee offensive tutte in grado di fare la differenza e colpire, questi saranno i principali leitmotive della ripartenza. Bolts, Caps, Avs e Blues sono, almeno per chi scrive, le squadre più attrezzate per la corsa al più arduo trofeo da conquistare nello sport professionistico mondiale. Possibile sorpresa, come già anticipato, i Flyers ad Est e i Jets ad Ovest, ma mai come quest’anno a far la differenza potrebbero essere anche i più piccoli dettagli, senza dimenticare che nessuno sport di squadra è in grado di sovvertire i favori del pronostico quanto l’hockey su ghiaccio.

Immagine in evidenza: ©PR_NHL, Twitter

Luca Lottaroli

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