Basket

Il resto del mondo può sfidare il Team USA?

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98.8 punti segnati, 58 subiti, +231 di differenza canestri nella fase a gironi, 52% dal campo e 41% da tre di squadra nel torneo. E poi 29 vittorie consecutive ai mondiali, di cui le ultime 23 con almeno 10 punti di scarto.
Questi solo alcuni dei numeri di un trionfo annunciato, il quarto mondiale di fila per gli Stati Uniti nel basket femminile. Il mondiale australiano è stata l’ennesima vetrina per una generazione formidabile. Una squadra con un’infinità di soluzioni offensive e difensive, con la classe e l’esperienza di Jewell Loyd, Chelsea Gray, Alyssa Thomas e Breanna Stewart, per citare solo lo starting Five della finale contro la Cina. La quinta è ovviamente A’Ja Wilson, che in un mese si è portata a casa titolo Wnba con le Las Vegas Aces, di cui è stata MVP e DPOY in regular season, e oro mondiale con annesso MVP.

Nessuna squadra è riuscita a scalfire minimamente le certezze del Team USA, che ha avuto pochissimi passaggi a vuoto durante tutto il torneo. Ciò nonostante, non sono mancate partite di alto livello e grandi protagoniste, anche tra le 11 squadre “normali”. Abbiamo deciso di creare una sorta di All-Star del Resto del Mondo, con l’idea di rendere la vita difficile in un’ipotetica sfida agli Stati Uniti. Gli unici criteri:
• solo giocatrici delle altre 7 squadre che hanno superato il girone
• massimo due rappresentanti per ogni nazionale

Backcourt: Allemand, Anderson, Fathoux, Guirantes, Whitcomb

Per la prima volta dal 1994 (si giocava sempre in Australia) nessuna squadra europea ha raggiunto le semifinali, ma in cabina di regia la nostra squadra si affida al Vecchio Continente. L’ex Reyer Venezia Yvonne Anderson è stata il faro della nazionale serba, chiudendo il torneo con 15 punti e 16 di valutazione media in 34 minuti, ma soprattutto da miglior assist-woman (6.5).

© KSSrbije (da twitter)

Al secondo posto di questa classifica (6.3) c’è Julie Allemand, che uscirebbe quindi dalla panchina. Al primo grande torneo senza Kim Mestdagh, la giocatrice delle Chicago Sky si è presa ancora più responsabilità per gestire la squadra e mettere in ritmo le Belgian Cats.

Il ruolo di guardia titolare spetta invece ad Arella Guirantes (Porto Rico), miglior realizzatrice del torneo con 18.2 punti. Classe 1997, porterà freschezza, atletismo (6.5 rimbalzi di media) e capacità di attaccare il canestro, ma anche di mettere in ritmo le compagne. Per la sua nazionale è indispensabile, per questo All-Star è l’elemento di rottura.

 

Le sue lacune nel tiro da fuori verranno colmate dall’esperta Sami Whitcomb (Australia). La 34enne delle New York Liberty e delle Opals è una delle migliori tiratrici in circolazione, anche se in questo mondiale non sempre ha avuto grandi percentuali, specialmente nella fase a eliminazione diretta. Chiude la rotazione delle esterne Marine Fauthoux, la più giovane del gruppo. Classe 2001, simbolo di una Francia competitiva anche senza i totem Johannes e Gruda, in attesa di vederla protagonista anche in Wnba, dove ha un contratto con New York, oltre che in patria con la maglia di Landes.

Marine Fauthoux, la grande speranza francese (Foto FIBA)

Frontcourt: Carleton, Williams, Achonwa, Meesseman, Magbegor, Xu Han, Li Yueru

Se Fauthoux è il nuovo che avanza in casa francese, Gabby Williams rappresenta una solida certezza su entrambi i lati del campo. L’Mvp dell’ultima Eurolega è andata in doppia cifra in tutte le partite, con una media di 16 punti, 5 rimbalzi e 1.5 recuperi.

 

L’alternativa nel ruolo è Bridget Carleton, miglior realizzatrice (12.8) del Canada semifinalista, inserita nel miglior quintetto del torneo, insieme alle americane Stewart e Wilson e a due titolari di questa selezione.

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Una di queste è Steph Talbot, la più costante tra le padrone di casa. Ala versatile e difensivamente impattante, nell’anno del canto del cigno di Lauren Jackson, un’autentica leggenda del basket australiano, raccoglie definitivamente il testimone da leader delle Opals.

Nonostante l’infortunio nella fase a gironi, il posto di power forward di riserva spetta di diritto a Emma Meesseman. La belga è forse la miglior giocatrice europea in attività, e senza il suo infortunio il quarto di finale contro le padroni di casa australiane sarebbe stato più incerto. Alla fine è comunque quarta per rimbalzi (8.5) e terza per assist (6.3), in un torneo in cui avrebbe potuto scrivere una storia diversa.

 

E la Cina finalista? Le asiatiche sono ben rappresentate sotto canestro dal duo Li Yueru-Han Xu. Specialmente quest’ultima è stata la grande trascinatrice nella semifinale con l’Australia, con 19 punti, 11 rimbalzi e 5 stoppate. I 19 punti+12 di Li Yueru non sono invece bastati nella finale contro il Team Usa, ma la coppia di lunghe cinese può perfettamente coesistere anche in questo All-Star.

 

Il Canada è rappresentato sotto canestro da Nathalie Achonwa, compagna di Carleton anche alle Minnesota Lynx, vista con la maglia di Schio un paio di anni fa. Pochi punti ma tanta sostanza a rimbalzo per la quinta lunga di questa selezione, che chiude una rotazione così composta:

PG: Yvonne Anderson (Serbia), Julie Allemand (Belgio)

SG: Arella Guirantes (Porto Rico), Sami Whitcomb (Australia), Marine Fauthoux (Francia)

SF: Gabby Williams (Francia), Bridget Carleton (Canada)

PF: Steph Talbot (Australia), Emma Meesseman (Belgio), Nathalie Achonwa (Canada)

C: Han Xu (Cina), Li Yueru (Cina)

 

Probabilmente anche questa selezione con il meglio del resto del mondo non riuscirebbe a battere gli Stati Uniti. C’è ancora un certo gap tra le stelle più brillanti della Wnba e le migliori giocatrici delle altre Nazionali, che in buona parte trovano comunque spazio anche nella lega americana. Non bisogna però sminuire l’ampia diffusione di talento di questa epoca, destinata ad aumentare sempre più nei prossimi anni. Il Team USA è ancora inscalfibile, ma il resto del mondo è in salute e non sta a guardare, come dimostra questa selezione di star.

 

 

Giovanni Valenzasca

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