Il quinto turno di Serie A ha lasciato indicazioni importanti in vista del turno infrasettimanale che precede un weekend caldo, con il derby di Roma e la sfida tra Juventus e Napoli. Come l’anno scorso c’è la concreta possibilità di un campionato a due tra bianconeri e partenopei. La squadra di Allegri è infarcita di campioni, mentre gli azzurri hanno un allenatore in grado di far ruotare alla grande i suoi giocatori. Dietro si risveglia l’Inter, ancora all’ultimo respiro, mentre rallentano Milan e Roma, irriconoscibile e contestata. Prove di forza di Fiorentina, Lazio e Sassuolo, che lanciano un segnale forte: per l’Europa ci siamo anche noi!
Non poteva essere il Frosinone la prima squadra del campionato a fermare una Juventus che, al momento, sembra inarrestabile. La squadra di Allegri, pur non brillando contro il pullman organizzato da Longo, vince 2-0 e lo fa grazie al giocatore più forte – Ronaldo – e all’uomo più in forma – Bernardeschi – colui che ha scalzato un Dybala anche ieri irriconoscibile.
Vince e convince il Napoli, stravolto da Ancelotti negli uomini e nel modulo. I partenopei si stanno allontanando dal calcio fatto di possesso palla di Sarri, per andare verso un gioco più verticale. Il tecnico di Reggiolo punta forte sul 4-4-2, rivitalizza Verdi, prima gioia per lui, e cuce un nuovo vestito addosso a Insigne: lo “scugnizzo”, ora, è un numero 10, gioca più vicino alla porta e segna due dei tre gol con cui gli azzurri battono 3-1 il Torino.
A due punti dal Napoli, ecco la coppia che non ti aspetti: Fiorentina e Sassuolo. Le squadre di Pioli e De Zerbi sono quelle che giocano il calcio migliore, divertono e non si vogliono porre limiti. La viola regola 3-0 la Spal grazie a un Chiesa sempre più leader, i neroverdi vincono in rimonta, per 3-1, con l’Empoli con un’ottima prova di Di Francesco. Bene anche l’Udinese, rigenerata dall’arrivo di Velazquez. L’allenatore spagnolo, arrivato tra lo sgomento generale, ha messo in campo una squadra organizzata, che sta trovando in De Paul un leader caratteriale, oltre che tecnico. L’argentino sta prendendo per mano i friulani e, con quattro gol in cinque partite, sta trascinando i bianconeri verso le zone alte della classifica.
Leggermente attardata, ma in crescita, l’Inter. La vittoria con il Tottenham ha dato una carica particolare ai nerazzurri, che, se con Sassuolo e Parma erano stati incapaci di reagire, con la Sampdoria vincono al fotofinish dopo due gol annullati, dimostrano grande forza mentale. Il gioco latita, ma il carattere ritrovato della squadra di Spalletti e la crescita fisica di gente come Skriniar, Asamoah e Brozovic, finalmente decisivo, fanno ben sperare per la corsa alla Champions. Contro la Fiorentina, attesa martedì a San Siro, i nerazzurri possono dare un segnale forte. Menzione d’onore per Candreva, accantonato da tifosi e non in estate, che sta ritrovando la giusta forma e appare, ora, più in palla persino di Perisic.
Ancora prigioniere di loro stesse Milan e Roma. La squadra di Gattuso, scellerato nella gestione dei cambi e incapace di leggere la partita, ha sempre un tempo di autonomia. Nel 2-2 contro l’Atalanta, a un primo tempo spettacolare, è seguito un secondo tempo di sofferenza, contro una squadra che sembrava tutt’altro che imbattibile. Ottimo Gasperini nel togliere Barrow e Pasalic, inserendo Zapata, il migliore per distacco, e Rigoni, l’uomo della provvidenza. Il suo gol allo scadere gela San Siro e oscura, in parte, le grandi prove di Higuain, Suso e Bonavenutra, inspiegabilmente sostituito, mentre Calhanoglu pascolava per il campo.
Troppo brutta, invece, la Roma vista a Bologna. La squadra di Di Francesco, uomo solo e in balìa di una società debole, pare scarica a livello di gambe e di testa. I giallorossi, senza leader e senza idee, sbagliano partita e riescono nell’impresa di far fare due gol al Bologna, rimasto a secco per quattro partite. La situazione nella capitale è critica e potrebbe non bastare una vittoria con il Frosinone mercoledì per arrivare bene al derby. La panchina di Di Francesco traballa, ma la colpa non può ricadere solo lui. Andrebbe chiesto a Monchi il motivo del cambio N’Zonzi-Strootman e dell’acquisto di ben tre trequartisti – Coric, Pastore e Cristante – per una Roma costruita sul 4-3-3. Il quarto posto, così, rischia di essere un’utopia.
In questo turno è risorto il VAR. Dopo una settimana di polemiche, in questo turno ci sono stati arbitraggi perfetti. In Sampdoria-Inter, Milan-Atalanta e Frosinone-Juventus, la perfetta applicazione del protocollo ha consentito di evitare errori grossolani e decisivi.
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