Tennis

Il pagellone del Roland Garros: Nadal 12 bellezze

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Cala il sipario sul Roland Garros, e indovinate un pò chi ha vinto? Sempre e solo Rafael Nadal. Il maiorchino al termine di questa entusiasmante edizione dell’Open di Francia si riconferma campione per la dodicesima volta in carriera. Mai nessuno ha vinto un major per così tante volte nell’era Open. Slam numero 18, con Roger Federer – fermo a quota 20 – sempre più nel mirino.  Per il pubblico del Country Club francese è ormai un ricorrente dejavù vedere Rafa alzare al cielo la Coupe des Mousquetaires, un vero e proprio rito propiziatorio che avviene incessante e puntuale come un orologio svizzero nel torrido giugno parigino. Quello che questo Roland Garros ci ha lasciato è che al momento, sulla terra battuta, nonostante una stagione non proprio perfetta, Rafael Nadal è imbattibile.

Ovviamente non si può che menzionare anche Ashleigh Barty nel circuito WTA, che ha vinto con grandissimo merito questo secondo Slam stagionale. In un tennis femminile mai così altalenante come negli ultimi tempi, l’australiana con il suo tennis vario e tecnico è senza dubbio la più in palla.

 

Ora analizziamo singolarmente tutti i protagonisti di questo Roland Garros, con il consueto Pagellone targato VS.

 

NADAL

Ovviamente non si può che partire con il più forte, l’autentico marziano del mattone tritato. La maledizione semifinale che l’ha avvilito nei Masters di Montecarlo e Madrid ormai è solo un lontano ricordo. Rafa ha dimostrato di avere una forza mentale fuori dal comune: le vittorie non arrivano? Ok. Mi alleno al 110%. La vittoria di Roma ha dato nuova linfa al maiorchino, che ha rimesso in valigia direzione Parigi tutte le certezze perse nel corso dei passati tornei. Una legge divina dice che a Parigi Nadal non sbaglia mai, e il fenomeno spagnolo ha dato un ulteriore schiaffo morale a chi lo dava sul viale del tramonto. 18 Slam e 12 Roland Garros, dinanzi a questo signore qui le chiacchiere da bar sono pari a 0. Il VOTO non può che essere 12. ALIENO

 

THIEM

Se non esistesse un 33enne chiamato Rafael Nadal, questo ragazzo qui avrebbe potuto benissimo spolverare almeno uno Slam in carriera. Per la seconda edizione consecutiva dell’Open di Francia, il giovane austriaco di belle speranze deve accontentarsi del titolo ‘degli umani’. Nuova finale e nuova batosta dinanzi al re di questa superficie. In realtà, rispetto allo scorso anno, la crescita di Dominic è stata esponenziale. Non solo per il set strappato al rivale, ma per l’atteggiamento mostrato durante tutto il corso del torneo. A dire il vero Thiem nella prima settimana è stato tutt’altro che perfetto, ma una volta alzata l’asticella della difficoltà, il suo tennis ha cambiato marcia. Peccato per il completo black out dopo il set vinto in finale, ma si impara sempre dai propri errori. L’età è dalla sua parte e Nadal – purtroppo – non è eterno. Di certo non vedremo un Ferrer bis. PREDESTINATO. VOTO 9+

 

FEDERER

Non partecipare per quattro anni al Roland Garros era un brutto colpo per tutti gli amanti del genio del tennis, sua Maestà Roger Federer. Dopo una serie di Masters1000 ad alti livelli, arriva la prova del 9 in un Grande Slam per lo svizzero. Gioca con scioltezza e gioca una semifinale persa successivamente contro il marziano su terra rossa, Rafael Nadal. Federer nonostante la sconfitta gioca contro il maiorchino due set ad alti livelli. Nonostante la sconfitta al Roland Garros, Federer ultimamente sta mostrando una forma fantastica. Noi tutti sappiamo quale sia il livello su terra di Federer rispetto ad altre superfici ed è per questo che per Wimbledon possiamo certamente puntare sul Re. IMMORTALE. VOTO 8,5

 

DJOKOVIC

Sicuramente tutti invece ci aspettavamo di più da Djokovic. Che non sia il suo anno migliore lo si era già capito dagli scorsi 1000, ma non ci aspettavamo di certo un Nole così sottotono anche a Parigi. Per carità, il suo Roland Garros non è certo da buttare, ma da un giocatore del suo calibro qualcosa in più è logico aspettarsela. Un calendario poco proibitivo lo doveva lanciare a tutta birra verso le semifinali, dopo aver raccolto le ceneri del malcapitato Zverev nei quarti. Poi però, Thiem si è ripreso la rivincita di Roma. Già dai primi scambi l’austriaco era apparso più tonico ma soprattutto più voglioso del serbo. Neanche il penoso dilazionarsi del match l’ha salvato dal perdere la battaglia con il numero 4 al mondo. Mezzo voto in meno per il teatrino con l’organizzazione pur di far rinviare il match. Nell’altra semifinale, due signori da 38 Slam in due, hanno giocato con un vento che farebbe rabbrividire anche gli abitanti di Trieste. Il tutto ovviamente, senza dire una parola. NERVOSO. VOTO 7

 

FOGNINI

Ormai Fabio è una certezza del nostro tennis ritrovato. Nonostante i piccoli dolori se la gioca fino all’ultimo. Di certo, nessuno si aspettava l’impresa di Montecarlo ma in fondo tutti si aspettavano qualche sorpresa da parte del “Fogna”, come è abituato a fare. Esce per mano del tedesco Zverev (6.5). In questo periodo non ha deluso, uscito sempre con tennisti superiori a lui osservando la classifica come Zverev, Thiem e Tsitsipas. Nonostante tutto, Fognini è nella storia. Dopo 41 anni, un italiano entra nei primi dieci al mondo. STORICO. VOTO 7,5

 

KHACHANOV

Questo ragazzo russo ormai è una costante del circuito maschile. Nonostante la terra sia la superficie meno congeniale alle sue caratteristiche, ha disputato un grande torneo cedendo solo al finalista e più quotato Thiem. VOTO 7.5. Sicuramente Karen ha fatto molto meglio dei suoi colleghi, e futuri astri nascenti di questo sport. Tsitsipas (6) e il connazionale Medvedev (4) forse hanno pagato le troppe partite fatte durante l’anno, risultando poco incisivi e inconcludenti al Roland Garros. di stima a Del Potro, solo perché vedendolo giocare non si capiscono mai le sue reali condizioni fisiche.  6.5 a Nishikori, che dopo un buon torneo si è fermato dinanzi solo al martello Nadal e a qualche noia muscolare. Senza dubbio i peggiori sono stati Cilic (2) e Kyrgios (1). L’australiano si è preso addirittura il lusso di sparare a zero sull’organizzazione.

 

CECCHINATO
Dopo la semifinale nella scorsa edizione del Roland Garros, il tennista palermitano si ferma
precocemente dopo un calendario di certo non facile. Ma aldilà del calendario ci si aspettava di più
dal secondo tennista italiano. Dopo un vantaggio di due set contro il veterano di casa Mahut,
sembrava tutto fatto per il passaggio al secondo turno. Invece nel terzo set il francese vince per 6-4
e non si ferma più portando in cascina tre set consecutivi. Un Ceck da incubo esce tra le ombre di
questo periodo negativo.DELUDENTE. VOTO 4.
Probabilmente il migliore della spedizione azzurra in Francia è stato Salvatore Caruso (8.5). Arrivato come oggetto misterioso all’Open di Francia, Sabba si è fatto strada nel torneo battendo ossi duri come Munar e Simon. L’epilogo inevitabile al terzo turno contro Djokovic, segno però di come il tennis italiano si stia arricchendo di volti nuovi. Male rispetto alle aspettative Berrettini (4.5), mentre il povero Sonego (6), ha capito ben presto che Federer non è poi così male sulla terra battuta.
BARTY
Era solo questione di tempo per la 23enne australiana che torna a far splendere il tennis sull’isola
bagnata dal Pacifico e dall’Indiano. La Barty ha una forza davvero impressionante, e nell’Open di
Parigi ha mostrato un tennis migliore rispetto alle altre, davvero letale che non lascia scampo a
nessuna. Non lascia neanche le briciole alle sorprese Anisimova in semifinale dopo che aveva
eliminato la campionessa in carica Halep e in finale Vondrousova in due semplici e agevoli set 6-1,
6-3. Da oggi è la numero 2 ma la strada per essere la prima al mondo non è lontana.
STELLA
TALENTUOSA. VOTO 10 E LODE
ANISIMOVA E VONDROUSOVA 
Per la finalista andrebbe fatto un discorso a parte dopo le luci che aveva mostrato nel 2017 al
torneo di Biel da numero 233 al mondo neanche maggiorenne, che vinse come una veterana. Oggi
il palcoscenico è dei migliori, stiamo parlando del debutto nel torneo più importante su terra rossa
dove l’emozione del grande pubblico potrebbe far tremare le gambe. Dopo i quarti di Roma,
eravamo in fondo pronti a grandi soprese e così è stato. Peccato per lei che in finale affronta
un’altra tennista ormai in ascesa la Barty che l’annienta in due set abbastanza semplici.
Quando abbiamo visto l’Anisimova arrivare in semifinale dopo una partita dominata contro la
campionessa in carica, il pensiero è stato inevitabilmente alla Sharapova quando vinse neanche
maggiorenne un Grande Slam. E’ l’alba di una nuova stella che in futuro farà parlare di lei. Si
presenta sul grande palcoscenico come campionessa del torneo di Bogotà e con tanta motivazione
a far bene. Due ragazze che sono letteralmente delle forze della natura e sicuramente il futuro del
tennis femminile.
LES FILLES D’AUJORD’HUI ET DEMAIN. VOTO 9,5
SERENA WILLIAMS
Male in campo, disastrosa fuori. Infatti a Serena non basta la disfatta contro Kenin, ma ci aggiunge anche un teatrino altamente evitabile con Thiem in sede di conferenza stampa. A ruoli inversi, si griderebbe allo scandalo. IRRICONOSCIBILE. VOTO 3
HALEP
Non sufficiente neanche la prova della campionessa in carica, che appare come non mai in difficoltà in questo 2019. Il titolo perso a Parigi è la ciliegina sulla torta di un periodo nero. VOTO 4
Simona tranquilla però, sei in dolce compagnia. Infatti la conferma dell’imprevedibilità del tennis femminile arriva anche dalla numero uno al mondo Osaka (3), che è apparsa un agnellino per tutto il corso del torneo.
4 pieno in pagella anche per Bertens e Svitolina, che hanno mandato a Parigi le loro brutte controfigure, disputando un torneo di un livello storico di anonimia.
ORGANIZZAZIONE

L’anno prossimo lo Chatrier sarà coperto, vedremo cosa riuscirà a combinare la pessima organizzazione francese. In questo Slam un triste e quasi impossibile riconoscimento l’hanno raggiunto: fare peggio di Roma. ALLUCINANTE. VOTO 0

 

 

MAHUT-MAYER

 

Per distacco il momento più bello di questo Roland Garros. L’incessante saluto a un grande del tennis francese – che forse in singolare ha raccolto meno di quanto meritasse – era solo il preludio. L’ingresso in campo del figlio come riconoscimento alla carriera, fa capire a Nicholas che lo Slam più importante della sua vita è dinanzi a lui. Le lacrime vengono naturali, con un rapido getto incontrollabile ma piacevole. Gli applausi e le lacrime del vittorioso Mayer danno un tocco fiabesco alla vicenda. Chi sa cosa sarà passato in mente a Leonardo durante quei momenti: di certo ha messo da parte la vittoria appena conquistata. Il tennis è uno sport unico anche per questo, un mix di emozioni che vanno aldilà del risultato. INDESCRIVIBILE. VOTO 10

 

 

 

 

 

La Redazione
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