Ciclismo

Il miracolo di Rio: come la caduta olimpica ha cambiato la carriera di Annemiek van Vleuten

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“Tutti ricordano le Olimpiadi di Rio per la mia caduta. Per me quello è stato il giorno più bello della mia carriera ciclistica. Quanto fossi forte quel giorno è stata la base per sviluppare la mia carriera in seguito. È stata la prima volta che sono riuscita a fare una tale differenza in salita”.

Queste parole arrivano direttamente da una miracolata, una persona che ha rischiato di perdere la vita per la propria passione nel momento più bello di una carriera avara di risultati e contraddistinta soltanto da alcuni successi a cronometro. Quell’atleta porta il nome di Annemiek van Vleuten, una delle più grandi campionesse che la storia di questo sport abbia incontrato.

Il palmarès parla chiaro: due titoli mondiali in linea, due a cronometro, un titolo europeo, ma soprattutto quattro Giri d’Italia, un Tour de France e tre Vuelte di Spagna, completando peraltro nel 2022 una “quadrupla” corona che nessuno fra uomini e donne sia mai riuscito a raggiungere. Il tutto raggiunto alla soglia dei 35 anni, quando i fuoriclasse di questa disciplina tendono a intraprendere la strada del tramonto.

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Annemiek van Vleuten gioisce per la vittoria del Tour de France 2022

Non si tratta in questo caso di un miracolo, ma di una gestione delle forze e un cambio di preparazione che ha stravolto l’intero mondo delle due ruote, complice il grande lavoro svolto con il proprio allenatore Louis Delahaije, il tutto in funzione delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Perché il grande obiettivo della carriera di Annemiek è l’oro a cinque cerchi, quel trionfo che cambia la vita a chiunque e che ti consente di essere ricordata per i quattro anni successivi.

Il percorso brasiliano dopotutto strizza l’occhio all’olandese che si presenta all’ultimo giro davanti, attaccando insieme all’americana Mara Abbott e lanciandosi nella discesa in mezzo alla giungla a tutta velocità, involandosi verso una medaglia che appariva già al suo collo. Quella discesa tanto bella quanto pericolosa ha però già mietuto vittime il giorno precedente con Vincenzo Nibali che si era visto infrangere il sogno di un oro olimpico in curva.

La terribile caduta di Van Vleuten lungo la discesa di Rio de Janeiro

Detto, fatto. van Vleuten è al comando da sola quando affronta la penultima curva a destra: va lunga, le ruote toccano il marciapiede laterale, l’atleta orange viene scaraventata in avanti e finisce per picchiare la testa contro il cemento. Sono attimi di paura, van Vleuten è immobile sull’asfalto e la sua carriera sembra finita lì. Si teme addirittura per la sua vita e per la possibilità di rivederla camminare in futuro. I soccorsi intervengono subito, però si pensa a una frattura spinale che la conducono in terapia intensiva mentre la connazionale Anna van der Breggen raggiunge Abbott, la supera e batte in volata la svedese Emma Johnsson e la piemontese Elisa Longo Borghini.

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L’arrivo trionfale di Anna van der Breggen sul traguardo di Copacabana

Van Vleuten riporta tre piccole fratture alla spina dorsale, ma dopo pochi giorni lascia l’ospedale di Rio de Janeiro. L’Olimpiade è andata, ma lei è salva e non solo può tornare a camminare, ma addirittura a correre e vincere. Un vero miracolo, non solo sportivo, ma per chi crede nell’Aldilà, anche spirituale. Una spinta per diventare una fuoriclasse senza precedenti, anche per conquistare quell’oro che purtroppo sfuggirà pure a Tokyo 2020. Quella volta per l’imperizia sua e delle avversarie, e che, ora che è giunto il momento del suo ritiro, possiamo definire l’unico rimpianto di una carriera splendida.

“Quegli ultimi chilometri di quella salita in realtà mi hanno ispirato a ottenere ancora di più dalla mia carriera. Non la caduta. Quella salita è la base delle mie prestazioni negli ultimi anni. Il mio obiettivo per quelle Olimpiadi era competere con i migliori. Ci ho lavorato con il mio allenatore Louis Delahaije. Non sono riuscita a ottenere il risultato a Rio. Non ho raccolto, ma sono riuscita a essere la migliore nella competizione e mi sono ispirata a questo”
Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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