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Il Giro delle incognite, dalla rosa di Carapaz alla sorpresa Fortunato

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Il Giro d’Italia non è semplicemente la “festa di maggio”. È quell’onda rosa che ti travolge piano piano e ti accompagna nel bel mezzo delle primavera fra giornate assolate trascorse sui libri invece che al mare. È un vero e proprio atto d’amore da spendere per quella persona di cui si è innamorati perdutamente, ma anche per il proprio paladino che transiterà qualche ora dopo puntualmente nelle retrovie. Insomma, il Giro d’Italia è l’unione di migliaia di cuori pronti a battere per 3445 chilometri fra Budapest e Verona passando per volate di gruppo, fughe imprevedibili e imprese che rimarranno nella storia del ciclismo.

Più di ogni altro anno, l’edizione 2022 appare di difficile lettura complice le innumerevoli incognite che stanno accompagnando la prima stagione post-Covid e che hanno scombussolato i piani di diversi protagonisti, costretti a rivedere i propri obiettivi. Per questo motivo l’assenza di grandi calibri come Primož Roglič, Tadej Pogačar o Wout Van Aert non rischia di diventare una discriminante per il “parente povero” del Tour de France quanto piuttosto un punto a favore per tutti coloro che non attendono altro che i duelli ad alta quota fra Richard Carapaz e Simon Yates.

I tre moschettieri: RICHARD Carapaz, SIMON Yates e JOãO ALMEIDA

Simon Yates vince la tappa del Gran Sasso al Giro d’Italia 2018

Leggendo la lista realizzata dai bookmakers, il podio del Giro d’Italia appare già delineato con Carapaz vincitore davanti a Yates e Almeida pronti a contendersi le due posizioni del podio lasciate libere dal corridore ecuadoregno. Il portacolori dell’Ineos-Grenadiers avrà infatti a disposizione una squadrone condotto dal francese Pavel Sivakov e dall’australiano Richie Porte, capaci di alzare il ritmo nelle frazioni di montagna e mettere in croce i propri avversari. A quest’ultimi vanno aggiunti giovani talenti in rampa di lancio come Jhonathan Narváez e Ben Tulett che potrebbero consentire al fuoriclasse sudamericano di rimanere lontano dai pericoli in tappe movimentate come quelle di Potenza e Genova. Favorito dalla riduzione ai minimi termini del settore cronometro, Carapaz dovrà far i conti con la lunga assenza dalle corse che, con il passare dei chilometri, potrebbe ridurre il divario dai propri avversari a partire da Yates. Deciso a migliorare il terzo posto dello scorso anno, l’inglese del Team Bike Exchange appare l’uomo più in forma del momento come confermato alla recente Vuelta Asturias dove ha fatto il bello e il cattivo tempo quando la strada sale. Le due vittorie in salita sono state infatti accompagnate dal crollo sull’El Acebo che confermano l’instabilità espressa dal britannico, spesso in difficoltà quando si è alle prese con giornate particolarmente calde. Chi potrebbe godere fra i due litiganti è João Almeida il quale, fra i tre, è l’unico a patire la presenza ridotta di prove contro il tempo. Chiamato a provar ad allungare già nel corso della seconda frazione, il portoghese dell’UAE Team Emirates dovrà usufruire al meglio dell’esperienza raccolta nel corso degli ultimi anni per provare a difendersi nel corso dell’ultima settimana e cogliere l’ambito Trofeo Senza Fine.

Le incognite: giulio Ciccone, romain Bardet e il duo Bahrain

Giulio Ciccone vince la tappa di Ponte di Legno al Giro d’Italia 2019 © Getty Images

In un Giro d’Italia senza cronometro (con buona pace di Francesco Moser), la tentazione di vedere uno scalatore puro sul podio è forte. Lo sa bene Giulio Ciccone, chiamato a cancellare l’aurea di “eterna promessa” che lo accompagna ormai dal 2019 quando vestì la maglia blu di miglior scalatore. Nonostante una primavera trascorsa a guarire dai vari malanni che l’hanno perseguitato, l’abruzzese della Trek-Segafredo ha voluto preparare al meglio l’appuntamento con la sua “storia” rinunciando alle Classiche delle Ardenne ed affrontando piuttosto un ritiro in altura nella speranza di ritrovare la condizione dei tempi migliori. La tenuta sulle tre settimane e la responsabilità che gli è stata affidata sono due punti di domanda difficili da sciogliere alla vigilia, tuttavia Ciccone è la vera speranza del ciclismo italiano. Le lancette dell’orologio non sono mai state particolarmente amiche nemmeno di Romain Bardet il quale si presenta al via di Budapest con le ferite della Liegi ancora fresche. Capace di dominare con astuzia il Tour of the Alps, il francese del Team DSM avrebbe potuto rientrare senza problemi nel novero dei favoriti se non fosse incappato nella terribile caduta sulle strade del Belgio che ha fermato Julien Alaphilippe e scosso le coscienze dell’intero gruppo. Il picco di condizione ottenuto sulle strade austriache potrebbe esser controproducente come per Pello Bilbao, che dovrà far i conti con il compagno di squadra Mikel Landa. La “strana coppia” della Bahrain-Victorious potrebbe diventare la scheggia impazzita dell’intero Giro, essendo capace di far saltare il banco con attacchi alternati e mettendo in crisi formazioni maggiormente strutturate come Ineos-Grenadiers e UAE Emirates. Una variabile da non sottovalutare è l’equilibrio che i due iberici dovranno trovare fra loro, aspetto non del tutto scontato considerati i precedenti riguardanti Landa.

I cacciatori di tappe: van der poel, Valverde e vincenzo Albanese

Alejandro Valverde vince la tappa di Andalo al Giro d’Italia 2016

Se in questo Giro d’Italia abbiamo qualche certezza, la dobbiamo a Mathieu Van der Poel il quale, dopo essersi aggiudicato il Giro delle Fiandre, vuole far incetta di vittorie nella corsa che lo vedrà al debutto assoluto. Apparso leggermente in calo in occasione delle ultime uscite, il fuoriclasse dell’Alpecin-Fenix si è preso qualche giorno di tempo per affinare la condizione fisica e andare all’assalto dell’arrivo di Visegrád, adatto alle sue caratteristiche di sprinter resistente. La decisione di puntare le proprie energie sulla cronometro di Budapest potrebbe consentirgli di difendere la leadership della classifica per qualche giorno, tuttavia è probabile vederlo lottare anche su altri traguardi con un occhio puntato a quella maglia ciclamino da vestire a Verona. Discorso diverso invece per Don Alejandro il quale, alla sua ultima apparizione, vuole lasciare il segno dopo il terzo posto del 2016. Benchè l’età inizi a farsi sentire, l’alfiere della Movistar è ancora una volta pronto a movimentare la corsa sfruttando la sagacia tattica e lo spunto veloce che lo contraddistinguono. A disegnare un cerchio rosso attorno ai traguardi di Jesi e Torino potrebbero non esser soltanto Van der Poel e Valverde, ma anche Vincenzo Albanese, corridore della Eolo-Kometa che ha dimostrato di poter rimanere con i migliori in salite non eccessivamente lunghe divenendo un osso duro da battere in volate ristrette. I risultati ottenuti al Tour of the Alps e alla Vuelta Asturias sono soltanto l’ultimo esempio di una crescita costante che ha convinto Ivan Basso e Alberto Contador a far uno strappo alla regola e metter ulteriormente mano al portafoglio per tenerlo al fianco e regalare alla Eolo-Kometa nuove soddisfazioni.

I velocisti: Ewan, Cavendish e Nizzolo

Caleb Ewan veste la maglia ciclamino al Giro d’Italia 2021 © Getty Images

Come anticipato, l’esito delle volate del Giro d’Italia dipenderà molto da quanto vorrà fare Mathieu Van der Poel. Se il fuoriclasse olandese deciderà di cimentarsi nelle volate di gruppo e raggiungere Verona, la questione maglia ciclamino potrebbe esser già chiusa in partenza; se invece il figlio di Adrie deciderà di andar a caccia delle tappe più complesse, allora il discorso potrebbe farsi più intricato. Guardando i nomi dei velocisti che prenderanno il via da Budapest spicca sicuramente quello di Caleb Ewan, capace di aggiudicarsi il principale scontro diretto alla Tirreno-Adriatico. Costretto spesso ad arrangiarsi in solitudine, il tasmaniano ha una punta di velocità particolarmente elevata che gli consente di uscire nel finale e bruciare gli sfidanti, tuttavia la decisione di non terminare la Corsa Rosa per preparare il Tour de France potrebbe toglierlo dalla contesa a partire già dalla seconda settimana. Chi invece ha investito tutte le proprie energie sul Giro è Mark Cavendish che in primavera ha confermato di aver trovato una seconda giovinezza dopo aver rischiato di dover porre fine anzitempo alla propria carriera. Vincitore di quindici tappe, l’uomo proveniente dall’Isola di Man tornerà nel Bel Paese dopo nove anni con l’obiettivo di vestire nuovamente la Maglia Rosa e sfruttare nel migliore dei modi un treno a totale disposizione capeggiato dal danese Michael Mørkøv. Ad inserirsi nella lotta potrebbe esservi anche Giacomo Nizzolo che nella città scaligera lo scorso anno si è finalmente sbloccato dopo essersi avvicinato più volte al successo. Capace di aggiudicarsi per due volte la maglia a punti, l’atleta dell’Israel-Premier Tech dovrà guardarsi alle spalle dal francese Arnaud Démare (Groupama-FDJ) e dall’eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), due corridori potrebbero riscrivere la storia di questo Grande Giro.

Gli scalatori: López, Nibali e Fortunato

Lorenzo Fortunato trionfa sullo Zoncolan al Giro d’Italia 2021 © LaPresse

La lotta per la maglia azzurra è direttamente collegata a quella per la vittoria finale. Se qualche big dovesse uscire di classifica per motivi diversi, il prestigioso riconoscimento dedicato ai grimpeur potrebbe diventare un ottimo ripiego. Per questo è impossibile escludere a priori nomi come quelli di Mikel Landa, Pello Bilbao, Giulio Ciccone e Romain Bardet così come di qualche fuggitivo della prima ora capace di ripetere l’impresa di Geoffrey Bouchard. Chi potrebbe partire già con quell’obiettivo è il duo dell’Astana Qazaqstan Team composto da Miguel Ángel López e Vincenzo Nibali i quali devono regalare un pronto riscatto al team kazako dopo un inizio di stagione tutt’altro che indimenticabile. Vincitore di una tappa al Tour of the Alps, il colombiano non sembra aver il passo dei migliori e per questo motivo potrebbe decidere di puntare sulle frazioni di montagna con l’obiettivo di trionfare su una delle salite storiche e salire così sul podio di Verona. Medesimo discorso per lo “Squalo” siciliano, che ormai inizia a sentire il peso sulle spalle delle primavere trascorse e decidere di concludere la propria carriera con qualche colpo da maestro. Chi invece una maglia azzurra la veste tutti i giorni è Lorenzo Fortunato, atleta che si presenta in Ungheria con l’ambizione di fare classifica ed entrare per la prima volta in carriera nella Top 10 di un Grande Giro. Per quanto si è visto alla Vuelta Asturias, il bolognese della Eolo-Kometa potrebbe rivelarsi la vera sorpresa di questa Corsa Rosa, tuttavia è meglio volare bassi e puntare a replicare quanto già compiuto lo scorso anno sul Monte Zoncolan.

I giovani: ivÁn Sosa, tobias Foss e Thymen Arensman

Ivan Ramiro Sosa alla Vuelta di Spagna 2020 © A.S.O./Photogomezsport

Lo sappiamo tutti: l’Italia non è un paese per giovani, per cui per la Maglia Bianca il principale favorito è una vecchia conoscenza del Giro come João Almeida. Se qualcosa dovesse andare storto al portoghese, la concorrenza appare decisamente agguerrita a partire da Iván Ramiro Sosa che finalmente sarà libero da compiti di gregariato. In una Movistar dedita all’attacco, il 24enne colombiano sembra l’unico destinato a far classifica e di togliersi qualche soddisfazione in montagna (Valverde permettendo). Discorso simile per il norvegese Tobias Foss (Jumbo-Visma) che potrebbe mettersi in proprio nel caso Tom Dumoulin e Sam Oomen dovessero saltare, così come per l’olandese Thymen Arensman il quale ha chiuso nei primi dieci sia la Tirreno-Adriatico che il Tour of the Alps mettendosi sempre a disposizione del capitano Romain Bardet, rimanendo al tempo stesso sempre agganciato al gruppo dei migliori.

Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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