La stagione natatoria si concluderà a Budapest, in Ungheria, sede dei mondiali in vasca corta del 2024. Al via oggi per la durata complessiva di sei giornate in cui verranno assegnate i titoli femminili, maschili e quelli delle staffette.
Organizzata dalla Federazione Internazionale di nuoto con svolgimento biennale nelle piscine non olimpiche da 25 metri, la manifestazione nelle precedenti edizioni ha saputo regalare delle eccellenti prestazioni. L’Italia infatti nel corso della sedicesima edizione del 2022 a Melbourne, ha eguagliato lo storico risultato dell’edizione precedente ad Abu Dhabi. Sedici podi complessivi: cinque medaglie d’oro, sei d’argento e cinque di bronzo e ben due record del mondo.
Due anni fa in Australia
I mondiali in vasca corta si concludevano con un’eccezionale terzo posto nel medagliere, dietro ad Australia, seconda con 26 medaglie complessive e Stati Uniti, al comando con 36. Tra i risultati ottenuti spiccano quelli del capitano Gregorio Paltrinieri, oro sia nei 1500 stile libero che negli 800, ed il doppio primato mondiale sigillato dalle staffette maschili 4×50 miste e 4×100 stile libero. Una spedizione azzurra per la prima volta centrale nel panorama internazionale, con una notevole crescita nei molteplici stili.
I grandi assenti
Campioni in carica e recentemente anche detentori di una medaglia olimpica. Saranno in molti che quest’anno non parteciperanno alla rassegna in vasca corta di Budapest, a causa di una stagione particolarmente intensa. Iniziata a febbraio con i Mondiali di Doha, continuata con gli Europei di Belgrado a giugno e le Olimpiadi in piena estate, alcuni atleti hanno deciso di proiettare gli allenamenti in vista dei Mondiali in vasca lunga, a Singapore. Appuntamento importante che si terrà dall’11 luglio al 3 agosto 2025. Per l’Italia non saranno presenti i due ori di Parigi 2024, Thomas Ceccon e Nicolò Martinenghi, entrambi in un periodo di transizione in vista dei cambiamenti del nuovo anno. Grande assente sarà anche Gregorio Paltrinieri, reduce da un infortunio al gomito ed un’incertezza sul proprio futuro sportivo.
Non solo gli azzurri
Oltre Ceccon che si prepara a trasferirsi in Australia per trovare nuovi stimoli in altri stili, Martinenghi che è pronto a cambiare allenatore passando dal suo storico coach Marco Pedoja a Matteo Giunta, saranno anche altre stelle internazionale del nuoto a non gareggiare in questi mondiali di Budapest. Il motivo principale che riecheggia nei vari ritiri annunciati via social e dalle Federazioni è la salvaguardia della salute psicofisica, un argomento delicato di cui il mondo sportivo ne ha saputo riconoscere l’importanza negli ultimi anni.
“Ho preso la decisione di rinunciare al mondiale in vasca corta, non è una cosa che avrei voluto, ma dovevo farlo. Gli ultimi cinque anni di preparazione sono stati un impegno enorme sia fisico che mentale“.
Kaylee McKeown, campionessa olimpica, giustifica così la sua assenza ai Mondiali di Budapest dopo il nuovo record del mondo stabilito appena un mese dopo i Giochi Olimpici. 54.56 nei 100 metri dorso femminili nei Campionati australiani in vasca corta, battendo il primato di 54.89 registrato dalla connazionale Minna Atherton nel 2019. A non presentarsi, sarà anche il nuotatore attualmente più forte al mondo, Léon Marchand, vincitore quest’estate di quattro medaglie d’oro a Parigi. Anche lui, ha bisogno di riposo visti i recenti appuntamenti della Coppa del Mondo in Asia.
Un grande ritorno
La Federazione internazionale di nuoto ha approvato la partecipazione di ventotto atleti russi che gareggeranno però con lo status “neutral”, senza rappresentare ufficialmente il proprio Paese. Era già successo a Tokyo nel 2021 quando una selezione autorizzata di atleti prese parte alla competizione internazionale a cinque cerchi, rappresentando il comitato olimpico russo con lo pseudonimo ROC. Russia che nel 2019 fu esclusa per i successivi quattro anni dagli eventi sportivi internazionali. Sentenza emessa dalla WADA, Agenzia internazionale antidoping, dopo svariati casi di atleti russi che falsificavano i test giornalieri di controllo. Problema, quello del doping ormai comune in Russia, e che già era stato oggetto di investigazioni tra il 2011 e il 2015. Tanto che nel 2014 ai Giochi Olimpici invernali di Sochi emerse come il Paese con il più alto numero di casi al mondo.
Alcuni atleti del Comitato olimpico russo durante la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici di Tokyo
Le aspettative
A non tuffarsi nella Duna Arena, insomma, saranno in molti, soprattutto quelli che nel panorama internazionale hanno saputo riscrivere la storia del nuoto. Non per questo, i Mondiali in vasca corta saranno meno avvincenti e carichi di attese. A cercare il riscatto dopo Parigi 2024 ci sono Simona Quadarella e Benedetta Pilato, pronte a difendere il titolo conquistato a livello europeo e mondiale nei 1500, 800 e 50 rana. Attesissima, nonostante l’assenza di Ceccon, la staffetta mista maschile che nei Mondiali precedenti a Melbourne fece sognare la nazione intera con il record del mondo.
E chissà, magari in questi Mondiali in vasca corta apparentemente ‘deboli’ di presenze, troveremo un nuovo talento da seguire.
Immagine in evidenza: © @SwimSwam_Italia
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