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I migliori momenti sportivi del 2020 prima che entrasse in scena il Coronavirus

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Lo sport si è fermato, da più di un mese ormai e nessuno sa con precisione quando torneremo ad assistere ad un qualsiasi evento. Noi di Vita Sportiva abbiamo selezionato i migliori momenti sportivi di ciascuna disciplina vissuti da Gennaio a Marzo, prima che entrasse in scena il silenzio. Ripercorriamo insieme le poche emozioni che finora il 2020 ci ha regalato.

Atletica

Il record del mondo di Armand Duplantis nel salto con l’asta

Due record del mondo in una sola settimana.
È quello che è stato capace di fare Armand Duplantis nel salto con l’asta. Prima l’otto Febbraio a Torun saltando 6,17m e strappando di un centimetro il record a Renaud Lavillenie, poi il quindici Febbraio all’Indoor Grand Prix di Glasgow superando se stesso, 6,18m.
Dopo l’oro europeo di Berlino 2018 e l’argento mondiale di Doha 2019, il record del mondo rappresentava un trampolino di lancio favoloso per i Giochi Olimpici a fine Luglio/inizio Agosto. Ora le Olimpiadi sono state rinviate al 2021 e “Mondo” avrà un altro anno per crescere ancora di più e provare ad entrare definitivamente nella storia dell’atletica.

Biathlon

Le due medaglie d’oro mondiali e la Coppa del Mondo di Dorothea Wierer

Dorothea Wierer con le sue tre medaglie mondiali e la conquista della Coppa del Mondo è stata tra le grandi protagoniste di questa prima parte dell’anno.
Un finale di stagione di stagione che la consacra tra le più grandi atlete italiane di sempre.
Infatti la fuoriclasse altoatesina con i suoi tre titoli mondiali ha raggiunto al secondo posto Deborah Compagnoni tra le atlete che hanno vinto di più titoli mondiali in carriera nelle discipline olimpiche invernali, davanti a loro solo Stefania Belmondo con quattro titoli mondiali.
Inoltre mai nessuna italiana italiana aveva vinto due Coppe del Mondo consecutive.
Alla collezione manca solo la medaglia olimpica individuale, ma tra le possibilità da prendere in considerazione per il futuro c’è anche il ritiro, nel caso dovesse accadere solo grazie.

Il ritiro di Martin Fourcade

È stato un piacere e un onore vivere nell’epoca di uno dei due più grandi biatleti nella storia. Sarebbe stato romantico mettere il punto esclamativo ad una carriera da re oltre che con due coppette di specialità e due ori mondiali, anche con la generale, persa per soli due punti (maledetti scarti!).
Martin Fourcade chiude la propria carriera con numeri impressionanti: 7 Coppe del Mondo generali, 26 di specialità, 84 vittorie individuali di primo livello, compresi 4 ori olimpici e 11 iridati e 16 a squadre per un totale di 100 vittorie.
Naturalmente ha appeso la carabina chiudendo da vincente, con la vittoria nella sua gara, l’inseguimento.
Mancherà non solo l’atleta, ma anche il personaggio, la rivalità con il piccolo Boe e la capacità di ammazzare le gare con un solo sguardo. Mancherà colui che ha fatto avvicinare al biathlon la maggior parte dei ragazzi della nuova generazione non solo in Francia, ma nel mondo. Grazie di tutto Le Roi, le President, monsieur le biathlon! Au revoir…

Basket

Damian Lillard realizza 40pt.+ di media per dieci partite

Damian Lillard ha messo insieme, tra il 13 gennaio e il 1 febbraio, una striscia di prestazioni che rimarrà nella storia della NBA. Su un totale di 10 partite, ha viaggiato ad una media di 40.5 punti a partita, tirando con degli irreali 53% dal campo e 47,8% da tre punti.
I dati che valorizzano maggiormente tali prestazioni sono la media assist, 9,3 a partita, segno che riusciva a coinvolgere positivamente i compagni, e il numero di partite vinte, ben sette. Ciò dimostra come le prestazioni non siano risultate fini a se stesse, ma abbiano contribuito, in quel momento, a mantenere i Blazers in corsa per i playoff.
Da notare, infine, come le vittorie siano arrivate quasi tutte contro squadre con un record migliore di Portland: Utah, Lakers, Pacers, Houston (2 volte), Warriors e Hornets.

LeBron James supera Kobe Bryant nella classifica marcatori all-time

Perchè mai dovremmo ricordarci di una partita di regular season tra Los Angeles Lakers e Philadelphia 76ers, giocata a metà gennaio in quel di Philadelphia e finita con il punteggio di 108 a 91 per i Sixers?
Semplicemente perchè, quando mancano 7 minuti e 26 secondi alla fine del terzo quarto, LeBron prende la palla sulla linea da 3 punti, supera Simmons e, passando tra Horford e Milton appoggia al tabellone 2 punti facili facili per i gialloviola.
Un canestro di irrisoria facilità per il Re, abituato a tiri dal coefficiente ben più alto, ma pieno di significato: con questo sottomano, infatti, James ha appena superato Kobe Bryant nella classifica dei marcatori All-Time della NBA.
Lo ha fatto con la stessa canotta con cui Kobe ha segnato tutti i suoi 33.643 punti, per di più a Philadelphia, città che ha dato i natali al Mamba.
Se poi pensiamo che questo è stato uno degli ultimi momenti in cui abbiamo visto Kobe Bryant, prima del tremendo incidente del 26 Gennaio… Beh, questo evento non può non essere uno dei momenti più tristi ma anche più importanti di questo 2020 avaro di emozioni sportive.

Calcio

L’Atalanta conquista i quarti di finale della Champions League

45.792 tifosi sugli spalti di uno degli stadi più importanti d’Italia, un’unica figura rappresentativa di un popolo, che urlava e si abbracciava con gli occhi lucidi davanti alle gesta eroiche della propria dea. Un’immagine che normalmente ci farebbe emozionare e che invece oggi, in tempi di Coronavirus, solo ripensandoci fa venire i brividi. Si perché ormai è assodato come quell’ Atalanta Valencia del 19 Febbraio, sia stata una vera e propria bomba biologica di contagio. È impressionante come quella notte magica, per l’Atalanta e tutti i bergamaschi, improvvisamente si sia trasformata in una notte incredibilmente tragica. Tutto vero e assolutamente corretto, è impossibile e da folli dire il contrario. Altrettanto giusto però è almeno citare quella che, dal punto di vista sportivo, fu una vera e propria impresa. Una squadra che nel doppio confronto dominò, rifilando un secco 4-1 all’andata e andando addirittura a vincere a Valencia. Con un Ilicic assoluto trascinatore, con addirittura quattro reti segnate al ritorno, e un gioco di squadra da far invidia alle grandi d’Europa. Un grande gruppo dunque guidato da un fantastico condottiero, Giampiero Gasperini. Un allenatore che anno dopo anno, con il lavoro e l’abnegazione, ha portato l’Atalanta tra le migliori 8 squadre d’Europa. Un risultato storico e che qualche anno fa neanche il più ottimista dei tifosi atalantini poteva lontanamente immaginare. Forza Bergamo!

L’Atletico Madrid elimina il Liverpool dalla Champions League

Liverpool-Atletico Madrid 2-3 d.t.s. Quando di penserà a questa partita forse ce la ricorderemo come l’ultima partita di Champions League 2019/2020 giocata a porte aperte. Giusto però ricordarla come una delle partite più emozionanti di questo torneo. Si riparte dall’1-0 dell’andata per gli spagnoli, ma i reds di quest’anno sembrano in grado di ribaltare il risultato e intanto lo pareggiano con un gol di Wijnaldum alla fine del primo tempo, gol che rimane l’unico dei tempi regolamentari e quindi si va ai supplementari. Ecco, nel primo tempo supplementare succede tutto: un gol di Firmino porta la doppia sfida dalla parte dei ragazzi di Klopp ma un uno-due di Marcos Llorente chiude il discorso a favore dei Colchoneros; il terzo gol di Morata alla fine dell’overtime è solo per le statistiche, Atletico ai quarti e il Liverpool, campione uscente, a casa. Sorpresa? Non più di tanto, perché Simeone ha impostato la partita che sempre imposta quando ha da difendere un risultato e oltretutto contro un avversario più forte, lo ha fatto bene e ha sfruttato anche la differenza tra i due portieri: il suo, Oblak salva il risultato in almeno tre occasioni, quello di Klopp, Adrian, imbarazzante sul primo gol di Llorente e non proprio esente da colpe sul secondo; perché questa sfida avrebbe dovuto essere anche quella tra i due portieri forse più forti in circolazione, peccato che Allison ha dovuto dare forfait e il suo omologo era al suo posto: e forse soprattutto questo, ha fatto la differenza in questa affascinante doppia sfida tra due tra le squadre più forti nei dentro fuori.

Ciclismo

Adam Yates vince l’UAE Tour

Prima dell’invasione del Coronavirus, il quale ha colpito direttamente l’UAE Tour (ultime due tappe cancellate per casi positivi all’interno corsa), Adam Yates è apparso in forma smagliante nella sua prima gara della stagione.
Nella terza tappa, con arrivo in salita a Jebel Hafeet, il britannico si è imposto prepotentemente sugli avversari: 1’03” su Tadej Pogacar e 1’30” su Alexey Lutsenko.
La corsa è nelle mani di A.Yates quando viene interrotta con la conseguente cancellazione della sesta e settima tappa, negando così la possibilità di celebrare il successo al corridore della Mitchelton-Scott, riconosciuto comunque come vincitore dell’UAE Tour.
È la prima generale World Tour portata a casa da Yates nella sua carriera, una corsa che non aveva mai fatto prima.
Un successo che rappresentava (prima dello scoppio della pandemia nel Mondo) una rampa di lancio per la stagione 2020 e anche in vista del lontano, oggi ancora più lontano, Tour del France, sul quale Adam Yates ha focalizzato l’annata.

Nairo Quintana conquista l’ultima tappa della Parigi-Nizza

La settima tappa della Parigi-Nizza è stata al tempo stesso l’ultima tappa della corsa francese e l’ultima gara ciclistica per lo stop dovuto al Coronavirus.
Il protagonista della giornata, Nairo Quintana, è giunto in solitaria al traguardo di Valdeblore La Colmiane, posto in salita. Un’azione magistrale quella condotta dal colombiano, che ricorda gli antichi fasti della sua carriera, e segna questa splendida vittoria come una vera e propria rivincita sulle passate stagioni. Perché prima della vittoria alla “Corsa del Sole” Quintana aveva già ottenuto ottimi risultati in questo 2020: la vittoria nella generale del Tour de la Provence con il successo nella terza tappa (splendida azione sul Mont Ventoux con arrivo a Chalet Reynard), e una nuova vittoria in una classifica generale, questa volta del Tour des Alpes Marittimes et du Var condita dal primo posto nella seconda tappa.
Da quanto si è visto finora possiamo affermare che l’uscita dalla Movistar e l’approdo all’Arkea Samsic ha fatto un gran bene a Nairo. Si spera, Coronavirus permettendo, di rivederlo ancora così sulle strade del World Tour.

Ciclismo su pista

Filippo Ganna vince l’oro mondiale nell’inseguimento individuale

Quattro anni fa, quando vinse il primo titolo iridato a 20 anni non ancora compiuti, Filippo Ganna era un diamante grezzo. Di stagione in stagione questo gioiello di un atleta è stato smussato, lucidato, soprattutto grazie al passaggio al Team Sky, trasformandosi oggi in un gioiello che tutto il mondo ci invidia. Già a 23 anni, “Top Ganna” prima ha abbassato il primato mondiale nei 4 km su pista che già gli apparteneva, poi ha conquistato il suo terzo oro iridato nell’inseguimento individuale. Questa volta col brivido: l’altro finalista, lo statunitense Ashton Lambie, ha dato del filo da torcere all’azzurro per metà gara, salvo poi scoppiare nel finale. Da non dimenticare nemmeno il quarto posto di Jonathan Milan, friulano classe 2000: se modellato come si deve, questo “legno” presto si trasformerà in metallo.

Pallanuoto

Europeo di pallanuoto maschile e femminile

A gennaio, alla Duna Arena di Budapest, sono andati in scena gli Europei di pallanuoto.
Nel torneo maschile si è imposta l’Ungheria padrona di casa, sconfiggendo in finale la Spagna ai rigori. Il bronzo è andato al Montenegro, che ha fermato l’Italia campione del mondo ai quarti di finale.
Nel torneo femminile, invece, oro alla Spagna, argento alla Russia e bronzo all’Ungheria. Anche il setterosa si è fermato ai quarti, così l’Italia non ha al momento ancora ottenuto il pass per le Olimpiadi di Tokyo.

Pallavolo

Civitanova porta a casa la Coppa Italia maschile

Nel weekend 22-23 febbraio si svolgono alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno le Final Four di pallavolo maschile. A giocarsi il trofeo le solite quattro. La semifinale tra Lube e Trento ricalca l’esatto andamento della semifinale dell’anno precedente tra le stesse due squadre: trentini avanti di 2 set e poi il ritorno veemente dei campioni della Lube. Nell’altra semifinale, invece, a Perugia bastano 3 set per imporsi su Modena.
L’atto finale è una maratona ricca di emozioni. Primi 3 set equilibrati: Perugia vince il primo, poi la Lube va avanti 2-1. Il quarto sembra non finire mai, con la Sir a spuntarla 36-34 dopo aver annullato ben 9 match-point agli avversari.
Ma quella è la Lube Civitanova campione di tutto. I ragazzi di Fefè De Giorgi resettano tutto, vincono 15-10 al quinto e alzano l’ennesimo trofeo.

La Coppa Italia femminile va a Conegliano

Conegliano è ancora la squadra da battere, dopo il mondiale per club, si appresta a vincere la seconda coppa italia della sua storia dopo quella del 2017.
Il week-end di final four svoltosi a Busto Arsizio nel week-end del 1-2 febbraio vede come protagoniste L’Imoco Volley Conegliano, Saugella Monza, Scandicci e Busto Arsizio.
Conegliano batte Scandicci e Monza supera Busto Arsizio.
A Monza non riesce l’impresa di battere l’Imoco e Conegliano vince per 3-0 trascinata da Paola Egonu con 18 punti.
Magistrale anche la distribuzione di Asia Wolosz pallegiatrice dell’Imoco e della nazionale polacca.

Rally

Carlos Sainz vince la Dakar

Una corsa bella ma dannata.
Carlos Sainz vince la Dakar per la terza volta a bordo di una Mini e precisamente la quarantaduesima edizione che per la prima volta si è svolta interamente in Africa. Lo spagnolo aveva vinto già altre due volte, una nel 2010 Volkswagen e nel 2018 con la Peugeot.17
Il pilota spagnolo ha corso una gara quasi perfetta completando gli oltre cinquemila chilometri della Dakar in 42 ore, 59 minuti e 17 secondi. Sainz, Stéphane Peterhansel, si è spartito il maggior numero di speciali vinte in questa edizione, 4 a testa, ma è nelle prove non vinte che ha fatto altrettanto bene. Petherhansel, invece ha sofferto nelle prime fasi per la scarsa intesa e comunicazione con il nuovo navigatore, questo però non gli ha impedito di arrivare sul podio. In mezzo ai due compagni di squadra troviamo il vincitore della passata edizione Al-Attiyah, il quale ha mostrato di essere pilota di punta del team Toyota Gazoo Racing South Africa.
Il debuttante illustre di questa edizione, era l’ex pilota di Formula 1 Fernando Alonso, che alla prima edizione arriva tredicesimo con qualche spavento all’interno della sua Dakar.
Oltre ai momenti belli della corsa se ne sono aggiunti due tristi, le morti di Gonçalves e Staver.

Rugby

La vittoria della Francia sull’Inghilterra al Sei Nazioni

Due febbraio: la prima domenica del torneo delle Sei Nazioni 2020 porta già in dote un’autentica primizia: le Crunch, Francia-Inghilterra, giocata nell’atmosfera rovente di uno Stade de France, letteralmente impaziente di riabbracciare un’Equipe che, di recente, gli ha fatto storcere il naso in più di un’occasione. I ragazzi di Galthié/Edwards permettono al loro pubblico di lustrarsi gli occhi, grazie a un rugby champagne di pregevole fattura. I punti esclamativi arrivano dalla prestazione e dalle mete di Rattez, trequarti di un’eleganza d’altri tempi, ma anche da quella di Aldritt, presente su ogni pallone. Rifinisce il punteggio la meta del neocapitano Ollivon, proiettando una luce veramente promettente sul nuovo ciclo transalpino, a suggellare una delle migliori prestazioni pre-virus in assoluto. All’Inghilterra resta la grande confusione dovuta all’uscita prematura di Tuilangi e l’incapacità di risorgere negli ultimi venti minuti, solitamente la sua roccaforte; due mete non le sono  sufficienti e la costringono a cercare il punto di bonus difensivo trasformando un’ultima punizione per il meno sette finale e l’incontenibile gioia dei tifosi di casa. Al Grande Slam dovranno, da subito, pensare l’anno prossimo, anche se considerare chiuso l’affare torneo sarebbe criminale. La Francia, dal canto suo, renderà questo ottimo esordio meno deflagrante, perdendo cinque domeniche dopo, in casa della Scozia, ma i tifosi in delirio non lo sapevano ancora.

L’Italia batte il Galles nel Sei Nazioni U20

Il match tra Galles e Italia under 20 è stato scelto principalmente per la tenacia e la grinta che gli azzurrini hanno dimostrato in campo, contro una delle rappresentazioni giovanili più forti del Mondo. Il 7-17 inferto ai dragoni gallesi da parte della nazionale guidata da Roselli è frutto di una rimonta straordinaria. Un match senza ombra di dubbio simbolo del nuovo che avanza, questa nazionale giovanile è considerata la migliore degli ultimi 12 anni. I ragazzi esprimono un potenziale enorme e i prospetti già pronti per la nazionale maggiore non mancano.

Salto con gli sci

Dawid Kubacki vince il Torneo dei 4 Trampolini

L’ultima edizione del torneo dei 4 trampolini sarà ricordata come una delle più incerte degli ultimi anni. Nelle prime due tappe di Oberstdorf e Garmisch il favorito numero Ryoyu Kobayashi sembrava avviato verso il bis nonostante un minimo vantaggio su Karl Geiger, primo degli inseguitori e l’esplosione del giovane Marius Lindvik. A ribaltare la situazione ci ha pensato la tappa di Innsbruck, nota per le condizioni di vento instabili, dove a trionfare è ancora una volta il norvegese Lindvik. Kobayashi e Geiger perdono punti pesanti, ne approfitta Dawid Kubacki che prende la leadership della tournée grazie a tre piazzamenti sul podio. Si arriva a Bischofshofen con quattro saltatori in lizza per l’Aquila d’oro, ma Kubacki si conferma il più forte e vince sia la tappa che la classifica finale. È il terzo polacco a trionfare dopo Malysz e Stoch.

Sci alpino

Federica Brignone vince la Coppa del Mondo

Alzi la mano chi ad ottobre 2019 pensava che un’italiana avesse potuto vincere la Coppa del Mondo overall di sci alpino. Ebbene, 7 mesi e 30 gare dopo il miracolo si è compiuto. Federica Brignone da La Salle (AO) è diventata la prima sciatrice del Bel Paese a vincere la classifica generale. Un risultato a suo modo storico, nell’annata della Pandemia, del lutto che ha colpito Shiffrin e della ancora poca esperienza di Vlhova nelle gare veloci. A fare da cornice alla generale, anche le Coppette di specialità di gigante (suo obiettivo principale ad inizio stagione) e di combinata alpina. Oltre al secondo posto in quella di superg e al terzo in quella di discesa libera e slalom parallelo, ne fanno l’italiana più versatile di sempre, capace di andare a podio in 4 discipline diverse e vittoriosa in ben 5 gare. La prossima stagione sarà quella della verità. Riuscirà Federica a restare a questi livelli? Noi non abbiamo dubbi e diciamo SÌ! Lunga vita a Federica, Regina di Coppe.

Valanga azzurra a Bansko

Lo sci alpino al femminile negli ultimi anni ha visto una grande crescita in termini di risultati, culminata nella stagione appena trascorsa: non solo per la vittoria della CdM generale da parte di Federica Brignone, ma anche per la continuità mostrata da tutte le atlete di punta nel corso della stagione. L’apice è stato raggiunto nella seconda discesa libera di Bansko, disputata il 25 gennaio, che ha visto un podio tutto italiano concentrato in 14 centesimi di secondo, davanti a nomi illustri quali Shiffrin, Ortlieb e la vincitrice della coppa di specialità Suter. Elena Curtoni ha vinto la prima gara della sua carriera, “rubando” la soddisfazione della prima vittoria ad una comunque grande Marta Bassino. Al terzo posto Federica Brignone. Da segnalare per la squadra azzurra anche il buon piazzamento di Laura Pirovano, partita con il pettorale 42 e classificata in quattordicesima posizione.
Si tratta della quarta tripletta italiana nella storia dello sci alpino femminile: è interessante notare che tre di queste triplette sono arrivate proprio tra il 2017 e il 2020, a conferma dell’ottimo momento delle ragazze azzurre.

Sci di fondo

Aleksandr Bolshunov vince la Coppa del Mondo e il Tour de Ski

Quando ti muovi nella direzione dei tuoi obiettivi, niente ti può fermare. Ne sa qualcosa Alexander Bolshunov che si toglie il marchio di “eterno secondo” dopo i tre argenti conquistati ai Giochi Invernali di Pyeongchang 2018 e ben quattro nei Mondiali di Seefeld 2019, in Austria conquistando la Coppa del mondo di sci di fondo!
Il 23enne russo riporta il trofeo in patria dopo l’ultima affermazione fatta registrare addirittura nella stagione 1982-83 di Alexander Zavyalov interrompendo il dominio degli atleti norvegesi negli ultimi anni.
In questa stagione ha dovuto lottare contro la truppa scandinava e contro quel Klaebo vincitore delle ultime due edizioni: il russo con tenacia, scaltrezza e lavoro ha saputo far tesoro delle esperienze vissute negli anni e si è rivelato completo e dominante!
Per l’atleta russo sono ben 9 le vittorie ottenute nel corso della stagione, compreso la vittoria del Tour de Ski 2020, di cui l’ultima ad Oslo dove si afferma per il secondo anno consecutivo nonostante le impervie condizioni meteo.
Vista la giovane età, continuando così, potrà togliersi grandi soddisfazioni e non solo in Coppa del mondo. Ma di certo in Scandinavia qualcuno non sarà d’accordo.

Therese Johaug domina l’ascesa al Cermis in Val di Fiemme

L’assolo di Therese Joahaug nella scalata del Cermis rientra sicuramente tra gli avvenimenti più significativi di questa prima parte del anno.
L’aspetto più significativo di questa prestazione è la facilità con cui la fuoriclasse norvegese ha scherzato le avversarie, senza dare fondo a tutte le energie chiude con cinquanta secondi di vantaggio sulla seconda.
Un dominio favorito dalle sue caratteristiche fisiche infatti il  suo rapporto peso potenza è irraggiungibile per le avversarie ed in una scalata così lunga tutto questo fa la differenza.
La curiosità sarebbe quella di vederla nella scalata insieme agli uomini per vedere cosa potrebbe fare spingendo al massimo e confrondosi con una adeguata concorrenza, molti le arriverebbero dietro.

Snowboard

Roland Fischnaller vince la Coppa del Mondo

Nello sport come nella vita non bisogna mai abbattersi e mollare perché la svolta può essere dietro l’angolo. E dopo più di vent’anni di sogni, sacrifici e speranze per Roland Fischnaller ecco che arriva la vittoria più bella. La Coppa del mondo generale di snowboard, alla soglia dei quarant’anni. Vittoria che è arrivata in Canada, dopo aver trovato sempre ottimi risultati durante la stagione. Non è servito nemmeno aspettare lo svolgimento della gara per vincere, gli è bastato qualificarsi per il PGS di Blue Mountain. Un terzo posto che ha dato i punti mancanti per portare a casa la Coppa, con tre gare di anticipo. Trofeo meritato per il più vittorioso snowboarder italiano, che fa sua anche la Coppa di gigante. Secondo posto invece nello slalom. I quarant’anni si avvicinano ma l’obbiettivo è spinto più in là, alla ricerca di un risultato nelle prossime Olimpiadi invernali. Lo meriterebbe, nella storia è già entrato, ma l’Olimpiade gli darebbe qualcosa di immenso.

Michela Moioli vince la Coppa del Mondo di snowaboardcross

Se dovessimo costruire il prototipo dell’atleta sportivo invernale perfetto, uno degli elementi imprescindibili sarebbe la testa di Michela Moioli. La bergamasca non ha semplicemente dominato la Coppa del Mondo di snowboardcross, con tre vittorie in sei gare e senza mai scendere più in basso del secondo gradino del podio. Mai sazia, nemmeno di quel secondo posto in Canada dove è stata rimontata nello schuss finale (la discesa che precede il traguardo), l’azzurra quando non vince impara la lezione e non sbaglia più (come dichiarato da lei stessa). E quando nell’ultima tappa le bastava fare punti per conquistare la sua terza sfera di cristallo, la campionessa olimpica non ha smesso di imporsi, nonostante il momento di difficoltà, soprattutto dal punto di vista psicologico. 2016, 2018, 2020: gli anni pari portano bene alla giovane 24enne con la mentalità di una fuoriclasse all’apice della carriera. E il prossimo anno pari tornano le Olimpiadi…

Tennis

Novak Djokovic vince gli Australian Open

In un 2020 amarissimo e fin qui disperante dal punto di vista sportivo, ci focalizziamo sul breve inizio di stagione prima dello stop forzato, giocato quasi unicamente sul cemento.
Trai “fuochi” dell’Australia, in particolare, si teneva il primo appuntamento importante di una stagione che sarebbe dovuta essere di riconferma per molti atleti, soprattutto per alcuni “ex next-gen” con l’intento di arrivare finalmente a competere alla pari con i tre ‘miti’ del circuito nei tornei del Grand Slam.
In quel di Melbourne in effetti di sorprese ce ne sono state, ma alla fine come spesso accade su questo tipo di superfici l’unica certezza è rappresentata da Novak Djokovic, che, arrivato senza colpo ferire fino alla finale – peraltro battendo in maniera netta un Federer stremato ma reduce da una cavalcata convincente – è riuscito a superare in rimonta, dopo essere andato in svantaggio di 1 set, un Thiem che avrebbe meritato qualcosa di più ma che non ha potuto nulla dinnanzi al ritorno gagliardo del campione serbo, che ha saputo sfruttare al meglio tutta la sua esperienza e “cattiveria agonistica”.
Nole dunque, come ci ha abituati, ha ripreso da dove aveva finito riuscendo a dimostrare ancora una volta la sua forza conquistando il 78esimo titolo della sua prestigiosa carriera nonché l’ottavo Slam (su 17 totali) in territorio oceanico.

La Serbia conquista l’ATP Cup

La prima edizione dell’ATP Cup ha regalato numerose emozioni con la finale Spagna-Serbia dopo la vittoria degli iberici contro
i padroni di casa dell’Australia per 3-0 e della Serbia con lo stesso punteggio contro la Russia. L’ultimo atto del torneo si è
giocato a Sidney ed inevitabilmente l’attenzione è ricaduta tutta sulla sfida più affascinante: Rafael Nadal contro Novak Djokovic.
A rompere il ghiaccio ed abbassare la tensione del confronto, prima del match galattico, sono stati Roberto Bautista Agut e Dusan Lajovic.
Lo spagnolo di Castellon de La Plana-semifinalista dell’ultima edizione di Wimbledon- si è imposto con due due set (7-5,6-1) nei confronti del
ventinovenne serbo, sorpresa del Masters1000 di Montecarlo, persa solamente in finale contro un fantastico Fabio Fognini.
Subito dopo il match d’apertura, il pubblico della Ken Rosewall Arena si è posizionato comodamente, pronto ad assistere ad un nuovo
capitolo di una delle sfide più prestigiose dell’era tennistica attuale. Un grande Nole dinanzi al sempreverde King of clay.
I due tennisti non si sono risparmiati dando vita ad un match di grande intensità regalato sprazzi di grande tennis.
Per la cronaca della sfida, il serbo con la massima concentrazione ha vinto in scioltezza il primo set, durante il quale
Rafa Nadal ha mostrato un evidente nervosismo. Come solo i grandi campioni sanno fare, nel secondo set il maiorchino ha rialzato
la testa e ha provato a portare dalla sua il secondo ma Nole con grande determinazione ha chiuso il match dove al serbo
è bastato un mini-break, portando il conto della finale in parità.
A decretare il vincitore del primo storico Atp Cup in Australia, è stato il doppio giocato dalle coppie
Pablo Carreno Busta- Feliciano Lopez e Novak Djokovic- Viktor Troicki. I due tennisti serbi si sono imposti in due
set 6-3,6-4 portando la Serbia al trionfo. Dunque, una prima edizione dell’Atp Cup che ha parlato serbo, torneo che
ha preparato al meglio gli atleti in vista del primo Grande Slam proprio in Australia.

 

Hanno collaborato Agostino D’Angelo, Marco D’Onorio, Francesca Chiariotti, Luca Montanari, Vincenzo Bruno, Giuseppe Greco, Lorenzo Ropa, Alessandro Papei, Marco Ferraris, Davide Bottarelli, Giulia Picciau, Stefano Baldini, Simone Caravano, Leonardo Parigi, Michele Polletta, Giacomo Civino, Mauro Saccol, Federico Bolla.

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