La competizione di velocità è la gara regina della pista: è presente, infatti, nel programma olimpico fin dalla prima occasione, nel 1896. La gara è strutturata con una prima fase di qualificazioni, a prova individuale, sui 200 metri lanciati. Si tratta di una prova in cui l’atleta compie due giri della pista e vengono cronometrati gli ultimi duecento metri. A questo scopo sulla pista è presente una riga trasversale bianca – o nera a seconda del colore del fondo – posizionata 200 metri prima del traguardo proprio per consentire il cronometraggio nelle prove di questo tipo. In questa fase di qualificazioni solitamente si raggiungono le velocità più elevate in quanto viene meno l’aspetto tattico.
Terminata la prova sui 200 metri lanciati, in base ai tempi fatti registrare dagli atleti, viene organizzata una fase eliminatoria di scontri diretti: due atleti si sfidano allo sprint sulla distanza di tre giri di pista. Le eliminatorie proseguono fino ad arrivare alla finale che assegna l’oro olimpico. In questi sprint è molto importante la strategia: la posizione da cui lanciare la volata, ma anche sorprendere l’avversario, diventano aspetti importanti per costruire la vittoria. Non di rado si arriva a una situazione in cui i due atleti si fermano, rimanendo in equilibrio, in quanto appoggiare piede a terra equivarrebbe a sconfitta, a studiarsi per attendere il momento di lanciare lo sprint o attendere che l’avversario passi avanti per sfruttarne la scia. Questa tecnica viene chiamata surplace e, soprattutto negli anni sessanta-settanta, i corridori ne facevano largo uso tanto che nel ’68 al campionato italiano si arrivò al record di corridori fermi per un’ora e tre minuti. Per evitare situazioni estreme come questa è stato incluso nel regolamento che in una manche non si possono effettuare più di due surplace e mai per più di trenta secondi pena la squalifica.
In questa competizione i più grandi esponenti della storia sono stati il belga Scherens, l’italiano Antonio Maspes e il giapponese Nakano che detiene il record di dieci titoli mondiali consecutivi.
Immagine in evidenza: finale di velocità © cyclingweekly
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