La notte del 20 maggio del 2012 la forza del terremoto scosse il sonno della Pianura Padana. Un sisma di magnitudo 6.1, con epicentro a Finale Emilia, in provincia di Modena, fu avvertito in una vasta parte dell’Italia centro-settentrionale e causò diverse vittime e danni pesanti. Tre giorni più tardi, mentre continuavano a susseguirsi scosse di minore entità, proprio un figlio della provincia modenese si rivelava al mondo del nuoto in tutta la propria grandezza.
Gregorio Paltrinieri da quell’oro nei 1500 stile libero agli Europei di Debrecen del 2012 non ha più sbagliato un colpo. Bracciata dopo bracciata, medaglia dopo medaglia, record dopo record, quel ragazzino non ancora diciottenne con l’acconciatura da boyband si è fatto uomo. Di più: è diventato SuperGreg, uno degli atleti italiani più vincenti di sempre.
Quando da bambino ha iniziato a nuotare nella sua Carpi, lo stile in cui eccelleva era la rana. Poi un’improvvisa e repentina crescita di statura gli mischiò le carte, allora virò sullo stile libero e scoprì un’acquaticità straordinaria, che ne è ancora oggi segno distintivo. A posteriori, questa circostanza racconta già tanto di ciò che sarà Paltrinieri: uno che se c’è una via per superare un ostacolo, la trova. Soprattutto in acqua, l’elemento in cui si trova sempre a proprio agio, in ogni circostanza, dal cloro delle piscine al sale del mare aperto.
A 16 anni Gregorio ha lasciato l’Emilia per trasferirsi a Ostia e lavorare al Centro Federale sotto la guida di Stefano Morini, per tutti “Il Moro”. A suon di chilometri in piscina e allenamenti durissimi ha costruito una carriera da leggenda. Ha saputo valorizzare il proprio talento, accompagnandolo a grande determinazione ed etica del lavoro. I risultati ne sono stati la conseguenza.
Le mensole di casa Paltrinieri chiedono pietà. Sostengono il peso della grandezza di Greg, che però va ben al di là del numero esagerato di medaglie che ha collezionato. Titoli mondiali ed europei a ripetizione, medaglie assortite, record. Ma soprattutto l’oro olimpico. Un rimpianto che non avrebbe mai digerito, scongiurato il 13 agosto 2016 ai Giochi di Rio.
Mondiali, Europei, record, ma se chiedete ad atleti di un certo livello, quasi tutti vi diranno che le Olimpiadi sono un’altra cosa. Il piccolo Paltrinieri vide Ian Thorpe dominare ai Giochi del 2000 a Sydney e iniziò a sognare di poterlo fare anche lui. Sono questo i cinque cerchi, il sogno. Ma forse anche l’incubo…
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