C’era molta attesa per quello che poteva essere il ritorno del Circus in Francia, specialmente in un circuito come quello del Paul Ricard, il cui layout era stato praticamente bocciato gia’ dopo le prove libere del venerdì da alcuni piloti, tra i quali il ferrarista tedesco Sebastian Vettel (“In Francia ci sono circuiti migliori rispetto a questo”). Tutti presupposti, dunque, che avrebbero portato a immaginare una gara monotona e noiosa, come di solito accade al debutto su un nuovo tracciato.
Ma la Formula Uno si sa, al contrario di quanto dica la credenza popolare, trattasi di uno sport pazzo, con l’imprevisto sempre dietro l’angolo, ad aspettarti, che a volte puo’ darti la vittoria, a volte anche crudeli sconfitte.
Lo sa benissimo il già citato Vettel, che probabilmente tra i primi 6 aveva avuto pure lo scatto migliore, sfruttando il fatto di essere partito dal lato pulito e non gommato della pista e usufruendo della scia offerta dalla Mercedes del Campione del Mondo in carica Lewis Hamilton. Ma l’esigua larghezza del rettilineo dei box, la buona difesa “a gabbia” dei due piloti della Freccia d’Argento non hanno permesso alla Ferrari n°5 di avere la meglio e, anzi, avrebbe creato i presupposti per il patatrac della prima curva. Il contatto con tanto di ala anteriore rotta per il tedesco, ha danneggiato pure la Mercedes del finlandese Valtteri Bottas, la cui foratura allo pneumatico posteriore sinistro ha compromesso sia la stabilità areodinamica della sua vettura per il resto della corsa, sia la possibilità di una doppietta della Casa di Stoccarda.
L’ormai famigerato contatto alla prima curva ha tolto l’opportunità agli addetti ai lavori e appassionati di vedere i reali equilibri in campo tra le vetture, ma nonostante ciò sono emerse cose interessanti. Bisogna però fare una premessa.
Nella corsa francese, come nello scorso Gran Premio di Spagna e nel prossimo Gran Premio d’Inghilterra, sono state usate le gomme Pirelli con il battistrada ridotto di 4 millimetri rispetto alle gomme standard. Una scelta da parte della federazione che aveva suscitato non poche polemiche da parte della Ferrari, accusando la FIA di favoritismi nei confronti della Mercedes, avversaria diretta per la Rossa di Maranello nel Mondiale. In Spagna infatti la Ferrari si trovò estremamente in difficoltà con questi pneumatici che, invece, avevano fatto resuscitare a livello prestazionale la Mercedes.
Al Paul Ricard la storia è stata un pò diversa. La Mercedes ha mantenuto come da previsione il dominio, ma la Ferrari è sembrata sensibilmente migliorata sia a livello prestazionale che di gestione delle gomme nel passo gara, la cui velocità si era già intravista dalle seconde prove libere del venerdì.
Lewis Hamilton è sembrato molto cauto con le gomme, perciò il suo distacco a fine gara dalla Red Bull di Max Verstappen non sembra rappresentare quello reale tra le due vetture, essendo ormai note le capacità del campione inglese pure nella gestione del passo gara, a conferma della maturità, per certi versi disarmante, assunta dell’inglese nel proprio stile guida.
A proposito di Red Bull, che porta a casa un altro podio con Verstappen, conferma il suo progresso di crescita in una pista che non era certo a essa favorevole. Il talento olandese sembra essere tornato in palla dopo un inizio di stagione a dir poco disastroso. Un po’ meno in palla del solito invece è stato il team-mate australiano Daniel Ricciardo, quarto a fine gara tra mille difficoltà, sfavorito anche da un motore difettoso e non aggiornato come quello di Verstappen.
Subito dietro, sorprendentemente, la spunta “The Iceman” Kimi Raikkonen. Dopo le ultime quattro gare passate in letargo dal finlandese, si illumina d’incanto in quel del Paul Ricard, con una gara coronata dal duello con Ricciardo, considerato dalla maggioranza degli esperti di Formula Uno il mastino per eccellenza nelle battaglie “wheel to wheel”. Un buon segnale per il “vecchietto” di Espoo, che deve lottare per il rinnovo per il 2019, quest’anno come non mai tutt’altro che scontato.
Dietro a Vettel, quinto al traguardo dopo una bella e convincente rimonta, un buonissimo Kevin Magnussen con l’italo-americana Haas, che sta probabilmente vivendo la stagione migliore della sua carriera nella massima serie automobilistica, distruggendo nello scontro diretto il ben più navigato Romain Grosjean: l’attuale confronto in termini di punti dice 27 a 0 per il danese, estremamente schiacciante. Il francese dovrà darsi una mossa, in Formula Uno il tempo scorre inesorabile, dovrà ottenere risultati di rilievo nell’immediato, altrimenti ci sarà più di una probabilità di non vederlo in griglia l’anno prossimo.
Dietro lo sfortunato Bottas, settimo, completano la zona punti le due Renault (nel loro Gran Premio di casa) con Carlos Sainz e Nico Hulkenberg, confermando il fatto che la vettura transalpina sia in maniera quasi indiscussa la quarta forza nel mondiale costruttori, e Charles Leclerc, sontuoso dopo una strabiliante qualifica, con l’Alfa Romeo-Sauber, che ha saputo estranearsi dalle forti e insistenti voci che lo vogliono in Ferrari nel 2019 al posto di Raikkonen.
Fuori dalla zona punti Grosjean, che completa la giornata disastrosa dei piloti francesi nel Gran Premio di casa, inaugurata dal suicidio del primo giro targato Ocon-Gasly.
Da notare l’ennesima e ormai cronica figuraccia della Mclaren, assente con entrambe le vetture dalla zona punti da ormai tre gare, aumentando così i malumori del fresco campione della mitica 24 Ore di Le Mans, Fernando Alonso, sempre più intenzionato a cambiare categoria, in IndyCar, alla ricerca della storica “Triple Crown” (allo spagnolo manca solo la vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis per conseguirla).
In sunto è stata una gara che ha regalato un bello spettacolo, sorpassi, duelli, rimonte, tutto incorniciato da un’atmosfera fantastica. Ennesima conferma che la parola va data alla pista la domenica. Bentornata Francia!
Bell’articolo! Esaustivo e non privo di un pizzico di passione necessario 😉