Quando si parla di Pau, immediatamente il pensiero va al Tour de France. La città della Nuova Acquitania rappresenta per certi versi la storia della Grande Boucle avendo ospitato per 74 volte la corsa a tappe e posizionandosi nella speciale classifica alle spalle soltanto di Parigi e Bordeaux.
Il borgo fortificato ha visto transitare i principali campioni del ciclismo regalando storie appassionanti quanto drammatiche complice la sua posizione strategica che la pone come tappa obbligatoria per affrontare il cosiddetto “giro della morte” con Peyresourde, Aspin e “sua maestà” il Tourmalet. Un giro perfetto per chi voglia poi virare direttamente verso Lourdes per una gradita benedizione, ma che sicuramente si abbina al meglio per gli scalatori.
Hushovd vince il Mondiale a Geeolong nel 2010
Eppure a Pau se ne sono viste di tutti i colori, anche di una fuga di velocisti che sanno domare le pendenze più arcigne dei Pirenei e strappare il successo agli attesissimi uomini di classifica. E’ il caso di Thor Hushovd, campione del mondo nel 2010 a Geelong, ma soprattutto grande protagonista del “pazzo” Tour de France 2011. Uomo veloce quanto adatto alle Classiche del Nord, il norvegese ha sempre avuto un rapporto particolarmente forte con la corsa transalpina conquistando per due volte la maglia verde dedicata agli sprinter e vestendo per alcuni giorni la maglia gialla sia nel 2006 che in quell’edizione con partenza in mezzo al mare da Passage du Gois.
Dopo averla sfiorata nella prima tappa con arrivo a Mont des Alouettes Les Herbiers, il campione iridato è balzato al comando della graduatoria grazie alla cronosquadre di Les Essart dominata dalla sua Garmin-Cervélo. Un risultato eccezionale che l’ha visto stringere nelle frazioni più insidiose con arrivo al Mur de Bretagne e a Super-Besse Sancy e che l’ha visto mantenere il simbolo della leadership per sette giorni prima di cedere il testimone a Thomas Voeckler, altro protagonista di questa entusiasmante edizione.
Thor Hushovd veste la maglia gialla dopo la cronosquadre di Les Essart
La maglia gialla non basta però a Hushovd che, nell’intenzione di raccogliere punti agli sprint intermedi, si getta in fuga nel più classico dei tapponi pirenaici, la Pau-Lourdes di 152,5 chilometri con l’Aubisque da superare. Complice le fatiche patite nei giorni precedenti e il successivo arrivo a Plateau de Beille, i favoriti si disinteressano delle sorti della tappa e lasciano partire una fuga di velocisti come Hushovd, Alessandro Petacchi, Edvald Boasson Hagen e di passisti come Lars Bak, Jerome Pineau, Vladimir Gusev, Dimitri Fofonov, Jeremy Roy e Maarten Tjallingii con David Moncoutiè che appare l’unico vero scalatore della compagine e favorito numero uno in caso di arrivo della fuga.
Il tutto fa presagire per una conclusione dell’avventura in vista dell’Aubisque, invece a sorpresa è proprio Hushovd ad accendere le micce, venendo seguito a ruota da Roy e Moncoutiè che affrontando la storica ascesa staccando lo scandinavo. Il campione iridato non si arrende e, come l’omonima divinità della mitologia scandinava, ha lanciato uno strale verso i propri avversari lanciandosi a “tomba aperta” in discesa e raggiungendo i due avversari che lo avevano staccato di due minuti. Un rientro che lascia totalmente interdetti Roy e Moncoutiè, sorpresi da quanto stava accadendo, ma al tempo stesso scaltro a staccarli in vista della celebre località religiosa tagliando il traguardo a braccia levate.
Alessandro Petacchi impegnato nella scalata dell’Aubisque
L’urlo che si alza da Lourdes è quello di un corridore che raccoglie definitivamente la palma di “miglior velocista-scalatore” battendo per una volta Alessandro Petacchi che, complice i tentennamenti dei big, stacca addirittura sull’Aubisque alcuni specialisti e chiude in ottava posizione con cinque minuti di ritardo dal vincitore.
Appare come un vero e proprio miracolo rimanendo in tema per il corridore venuto dal Nord Europa e che ha saputo collezionare in carriera una serie infinita di successi. Come da lui stesso dichiarato, il più bello della carriera rimarrà quello con partenza da Lourdes.
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