I Campi Elisi non rappresentano soltanto il “paradiso” per la mitologia classica, ma anche il traguardo più ambito per i ciclisti di mezzo mondo. L’Arco di Trionfo sullo sfondo e e il lungo rettilineo all’ombra della Torre Eiffel sono infatti una benaugurate visione per coloro che pedalano per oltre tre settimane sulle strade di Francia, il momento dove godersi in santa pace la bellezza del Tour de France. Ci sono stati anni dove però la tappa finale non rappresentò una passerella per velocisti, ma piuttosto una sfida fra i big come nel 1979 quando Bernard Hinault e Joop Zoetemelk si affrontarono in un “faccia a faccia” con tanto di colpi di scena.
Il 1979 e la sfida di Zoetemelk al trono del “Tasso”
Mentre i Rolling Stone e gli AC/DC infiammano gli Stati Uniti con i loro tour, la Grande Boucle si presenta nuovamente come il terreno di caccia perfetto per Bernard Hinault. Dominatore dell’edizione precedente con quasi quattro minuti su Zoetemelk, giunge alla crono di Fleurance con tutti i favori del pronostico nonostante una partecipazione di tutto rispetto vista la presenza fra gli altri degli italiani Giovanni Battaglin e Gianbattista Baronchelli, dell’olandese Hennie Kuiper, dei belgi Lucien Van Impe e Joan De Muynck, ma soprattutto del suo sfidante, il fuoriclasse “orange”.
Il capitano della TI-Raleigh si è preparato meticolosamente a questo incontro tanto da incentrare l’intera stagione su un obiettivo: conquistare per la prima volta la maglia gialla. Di podi sulle strade di Francia ne ha già incassati sei di cui un solo successo e cinque secondi posti che lo rendono il “perdente” più famoso delle due ruote. Joop ha però pronto il suo riscatto e lo fa mettendo pressione al “Tasso” sin dalle prime pedalate alla Parigi-Nizza dove infligge un pesante colpo all’avversario in una gara dominata in pieno controllo.
Hinault ha però impostato la propria preparazione in maniera più cauta, puntando a trovare il picco verso l’estate, tuttavia inizia già a pungere al Critérium International in scena in Corsica prima di infliggere una pesante sconfitta in giugno al Giro del Delfinato dove se ne va nei pressi di Chambery e lascia le briciole all’avversario, in giallo solo nella prima tappa contro il tempo. Hinault è cannibale, vince quattro tappe su sette e distanzia di oltre dieci minuti l’olandese Henk Lubberding. Alla partenza di Fleurance si presenta quindi con i favori del pronostico, pronto a contrastare la corazzata della Miko-Mercier-Vivagel costruita attorno a Zoetemelk.
Le cronosquadre e l’imboscata di Roubaix
Gli organizzatori disegnano per l’occasione un percorso “sui generis” con un cronoprologo e subito dopo tre giornate sui Pirenei dove il campione bretone fa la differenza prendendosi la maglia gialla con oltre un minuto sull’olandese e sul portoghese Joao Agostinho. Per Hinault si prospettono giornate difficili complice due cronosquadre rispettivamente da 86 e 90 chilometri dove la Renault-Gitane non riesce a rispondere al dominio della TI-Raleigh.
La partenza da Fleurance
Il campione transalpino perde 48 secondi da Zoetemelk nella prima prova, ma ne 54 nella seconda che si aggiungono a quelli guadagnati nei vari traguardi volanti delle tappe precedenti dove continua ad attaccare disperdendo energie come se non ci fosse un domani. Forze che servirebbero a Hinault nella pericolosa tappa di Roubaix dove paga a caro prezzo il tentativo di staccare qualche giorno prima in occasione di una foratura. Sulle pietre del pavè mai amate dal “Tasso”, Zoetemelk allunga sfruttando due problemi meccanici e giungendo così tutto solo al velodromo con tre minuti di vantaggio sulla maglia gialla. La classifica recita Zoetemelk con 2’08” su Hinault, ma soprattutto uno sgarro che il francese si lega al dito.
Le Alpi e la resa di Zoetemelk
Il transalpino è particolarmente amareggiato e, con l’orgoglio che lo caratterizza, non lascia nulla di intentato riprendendo gradualmente la propria risalita proprio contro il tempo dove erode secondi al fuoriclasse olandese. In salita le condizioni sono diverse perchè Zoetemelk si difende, ma non può nulla di fronte ai numerosi abbuoni guadagnati ai traguardi volanti. Il sorpasso avviene però definitivamente lungo la cronoscalata di 55,5 chilometri che conduce i corridori dal lago di Ginevra a Morzine dove Hinault trionfa con 2’37” sul capitano della Miko-Mercier-Vivagel che si riprende la vetta della classifica.
L’uomo della Renault-Gitane non si accontenta e, come suo solito, allunga ulteriormente verso Les Menuires e nella cronometro di Digione dove Hinault sfrutta una foratura di Zoetemelk che trova la propria giornata di gloria sull’Alpe d’Huez. Il francese sembra un cannibale e anche nella penultima giornata strappa la vittoria a Marc Demeyer nonostante sia una frazione pianeggiante. Tutto sembra pronto per un tranquillo arrivo a Parigi, ma nessuno ha fatto i conti con i big.
L’assalto di Zoetemelk e il finale a sorpresa di Parigi
Sui Campi Elisi tutti attendono la classica kermesse che da ormai cinque anni accompagnano il gruppo festante all’interno delle strade della capitale francese. E’ il giorno dei velocisti, di chi ha faticato per ventiquattro tappe e finalmente vuole un po’ di gloria. E’ il giorno dove la maglia gialla brinda con lo champagne insieme ai compagni di squadra e gli sfidanti si preparano a risalire sul podio.
Sulla Côte de l’Homme Mort succede qualcosa di strano: nonostante si tratti di un gran premio della montagna di terza categoria di 1,9 chilometri al 4,4 % Zoetemelk attacca e passa per primo seguito immediatamente da Hinault. Tutti si aspettano che i due si rialzino e lascino spazio agli sprinter, invece no, i due trovano un incredibile accordo e giungono a Parigi con 1’32” sul gruppo. I battistrada continuano a guadagnare e arrivano a ottenere un vantaggio massimo 2’18” in occasione dell’arrivo.
Zoetemelk prova a partire lungo e sorprendere Hinault, ma il “Tasso” non fa sconti e sfrutta tutta la propria potenza per vincere in maglia gialla davanti al proprio pubblico. E’ il trionfo per lui e per la Francia, soprattutto quando un mese dopo si scoprirà che l’olandese aveva assunto anabolizzanti durante la corsa subendo così una penalizzazione di dieci minuti e chiudendo la Grande Boucle con 13’07” dalla vetta.
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