Il rapporto fra l’Italia e il Tour de France è sempre stato d’amore e odio. I trionfi di Fausto Coppi e Marco Pantani sono stati accompagnati da pagine grigie come il ritiro della Nazionale con Fiorenzo Magni in maglia gialla ai gloriosi anni ’80 dove le squadre tricolori preferivano evitare la trasferta oltralpe. Quel legame si è interrotto definitivamente in occasione della 19a tappa della Grande Boucle 2019 conquistata da Vincenzo Nibali, ultimo trionfo azzurro sulle strade di Francia.
Il Tour di Julian Alaphilippe
Quell’edizione della celebre corsa a tappe si dimostra essere una delle più avvincenti della storia moderna. Nonostante le difficoltà incontrate negli ultimi anni l’Italia è grande protagonista con i successi di Elia Viviani e Matteo Trentin, ma soprattutto con Giulio Ciccone che veste per due giorni la maglia gialla.
Giulio Ciccone si veste di giallo su La Planche des Belles Filles
L’ultimo a mancare all’appello è il simbolo del ciclismo del Bel Paese, Vincenzo Nibali che, dopo aver sfiorato il successo in un Giro particolarmente polemico, partecipa al Tour con l’obiettivo di centrare una tappa. Lo “Squalo dello Stretto” esce infatti di classifica nella tappa di Saint Etienne nel giorno in cui torna a vestirsi di giallo Julien Alaphilippe, grande protagonista di questa edizione grazie al colpo di mano messo in atto nella terza frazione con arrivo a Épernay.
Il francese della Deceuninck-Quick Step tiene bene sui Vosgi, cede il simbolo del primato per due giorni a Ciccone, ma poi torna nuovamente al comando in attesa dei Pirenei dove è in programma una lunga crono con partenza e arrivo a Pau. Sul tracciato vola il belga Wout van Aert che è il favorito di giornata, ma l’atleta della Jumbo-Visma scivola in curva a un chilometro dall’arrivo e si frattura il femore. Questa caduta lascia spazio a Alaphilippe che trionfa e allunga sugli altri.
Julian Alaphilippe veste la maglia gialla
Il fuoriclasse transalpino è scatenato e fa sognare i suoi compatrioti allungando addirittura sui diretti avversari giungendo sul Col du Tourmalet alle spalle soltanto di Thibaut Pinot in un trionfo tutto transalpino nel giorno in cui Nibali inizia la sua rincorsa alla vittoria. Sembra che stia accadendo qualcosa di impensabile visto che tiene sia nel tappone di Foix Prat d’Albis che sulle Alpi durante il primo appuntamento in quota a Valloire dove va in crisi nella prima parte di salita, ma in vista del traguardo rientra su Geraint Thomas, secondo alle sue spalle.
La grandinata dell’Iseran e il crollo di Alaphilippe e Pinot
Il giorno successivo si va però sul Col de l’Iseran preceduto da tre gran premi della montagna e seguito in conclusione dalla Montée de Tignes che finisce a due chilometri dal traguardo. Nibali e altri provano ancora una volta ad attaccare, ma non c’è nulla da fare perchè sull’Iseran la Ineos fa il forcing per Geraint Thomas, ma ad allungare è il compagno di squadra Egan Bernal. Perchè il colombiano si è dimostrato in crescita negli ultimi giorni, ma nessuno lo vede fra i favoriti al suo secondo Tour.
Thibaut Pinot in lacrime consolato dal compagno William Bonnet
Prima che accada tutto ciò, la Grande Boucle perde uno dei suoi principali interpreti, Thibaut Pinot, bloccato dai problemi fisici. Per il capitano della Groupama-FDJ sembrava l’anno buono dopo aver a lungo inseguito la maglia gialla e alla partenza si trova in quinta posizione, a 1’50” da Alaphilippe, ma a soli venti secondi da Bernal. Pinot deve però avvicinarsi dopo pochi chilometri all’auto del medico per un problema alla coscia e, dopo essersi staccato dal gruppo dei migliori, deve decidere per la via del ritiro.
Un dramma per i tifosi francesi che poco dopo devono far i conti con il crollo di Alaphilippe che, sotto i colpi della Ineos, si stacca e lascia virtualmente la maglia gialla a Bernal che giunge in solitaria verso la cima del Col de l’Iseran. Per lui c’è la possibilità di recuperare in discesa, ma pure il meteo si mette contro Alaphilippe: una forte grandinata si abbatte sulla corsa causando un vero e proprio fiume di ghiaccio e fango lungo le strade a cui va aggiunta una frana nei pressi di Val d’Isere. La giuria decide di fermare la corsa al gran premio della montagna e Bernal va così in giallo con 45 secondi su Alaphilippe
Val Thorens e l’ultima vittoria di Vincenzo Nibali
Il maltempo ha lasciato forti strascichi e anche l’ultima arrivo in salita del Tour de France viene irrimediabilmente ridotto. Complice una frana sulla discesa del Cormet de Roselend, la tappa passa da 130 a 59,5 chilometri diventando una gara difficile da gestire e dagli esiti imprevedibili.
Per Nibali è l’ultima occasione per salire nuovamente sul podio di giornata prima della passerella di Parigi, ma farcela in quel sabato 27 luglio non è assolutamente scontato perché in molti sognano di centrare quel risultato per salvare la propria Grande Boucle. Come già accaduto in precedenza Nibali si inserisce nella fuga di giornata composta da 20 corridori, ma il colpo da maestro lo assesta a 12,5 chilometri dall’arrivo lungo la terribile salita che conduce da Moûtiers a Val Thorens.
Nibali attacca sull’ultima salita verso Val Thorens
Per il siciliano della Bahrain-Merida è una lotta contro sé stesso, contro un gruppo trascinato dalla Jumbo-Visma che vuol metter nuovamente in crisi Alaphilippe e concedere un posto sul podio finale a Steven Kruijswijk. L’intento viene centrato visto che il finisseur francese patisce le fatiche dei giorni precedenti a quattordici chilometri dall’arrivo e finisce per quasi quattro minuti.
I migliori non riescono però a recuperare su Nibali che taglia la linea d’arrivo a braccia aperte, non sapendo però che sta regalando l’ultima vittoria all’Italia della sua storia. Dietro Alejandro Valverde regola il gruppo seguito dal compagno Mikel Landa, mentre Bernal può festeggiare il successo finale. Alaphilippe deve invece accontentarsi del quinto posto finale dopo aver sognato i Campi Elisi in giallo e rimandando, ancora una volta invano, l’appuntamento ai prossimi anni.
Comments