Sesto appuntamento del nostro viaggio nella storia del Tour de France, quest’oggi con tappa a Le Grand Colombier nel massiccio del Giura
L’individuazione di tappe mitiche o epiche è una costante della narrazione ciclistica. Ci piace ergere le gesta di grandi ciclisti a eventi degni di un colossal hollywoodiano, forse ci diverte. Sgranare gli occhi dinanzi ad un attacco su una semplice asperità è l’esercizio che ogni appassionato spererebbe di mettere in atto quotidianamente.
Più “spettacolare” si fa l’attacco più ci sentiamo a nostro agio con lo sport che amiamo. Maggiore dopamina produciamo se i distacchi dilagano. Eppure non tutte le “overdose” di dopamina tracciano solchi nel grande terreno del ciclismo. Molte grandi azioni hanno sentenziato sulle sorti di un campione ed altre creato illusioni vane. Non di rado tappe meno dense di emozioni risultano invece impattanti sulle sorti del raccolto di quel terreno, un po’ come la volata della quindicesima tappa del Tour de France 2020. Da Lione alla Grand Colombier, una banale volata che farà epoca.
Tour de France 2020
Un Tour particolare quello del 2020, un Tour settembrino, o meglio un Tour pandemico. Tanti come di consueto i nomi di pretendenti alla vittoria finale al Grand Depart di Nizza. Il vincitore uscente Egan Bernal, il sempre più egemone delle corse a tappe Primoz Roglic, il redivivo in maglia Arkea Nairo Quintana, Miguel Angel Lopez, Mikel Landa e molti altri nobili interpreti dell’arte della scalata. Fra i tanti un ventunenne capitano della UAE avrebbe fatto capolino. Tadej Pogacar, un nome noto a tutti i più accaniti suiveur per i meravigliosi risultati raccolti nelle categorie inferiori. Un bel prospetto per tutti coloro che come sassi rimasero estasiati dalle “insulse”, per un ventenne, prestazioni della Vuelta 2019. Un volto nuovo accompagnato da gloriosi echi per il grande pubblico generalista del Tour.
Embed from Getty ImagesUn inizio di Tour, quello di Tadej Pogacar, per nulla soporifero. Alla nona tappa giunse il primo trionfo in terra d’oltralpe. Da Pau a Laruns, un successo in una frazione quasi speculare alla quinta del tour in corso. Le scalate del Col de Soudet e nel finale del Col de Marie-Blanque scremarono il gruppo, il resto fu una suntuosa volata che scagliò al secondo posto un favoritissimo Primoz Roglic. Il fato vorrà che nel 2023 quel Col de Marie-Blanque instaurerà quel tarlo che sta rendendo unica l’edizione in corso della Grand Boucle.
Le Grand Colombier 2020
Il maturo Primoz Roglic contro il giovanissimo Tadej Pogacar. Uno scontro unico e senza uguali per una nazione come la Slovenia. Un turbinio di emozioni che dalla tappa del Grand Colombier renderanno unico quel Tour. Qui si esaurisce la nostra funzione di umili e inopportuni narratori. A voi le immagini di quella banale ma significativa volata.
Embed from Getty ImagesQualcuno tuonerà fra lo sdegno comune “è nato un nuovo Merckx”. Altri si convinceranno che non fosse un’affermazione così peregrina appena una settimana dopo, alla luce dell’inaspettato verdetto della cronoscalata a La Planche des Belles Filles. Solamente il tempo riuscirà a convincerci della portata della venuta di Tadej Pogacar, forse il “Messia” del ciclismo contemporaneo, sempre che non sia un’affermazione blasfema.
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