Inizia ufficialmente la fase a gironi della Champions League 2018/2019. Dopo tre anni di egemonia blancos si respira (finalmente) aria di cambiamento: i movimenti di mercato estivi hanno scombussolato l’omeostasi del calcio europeo (CR7 su tutti), e mai come questa potrebbe essere la Champions delle sorprese.
Sarà interessante scoprire come si comporteranno i campioni uscenti del Real Madrid, orfani di CR7, e se il portoghese sarà in grado di trascinare i bianconeri verso la tanto ambita coppa, ormai diventata un “incubo”. Ma non solo: il calcio inglese sta tornando prepotentemente ai vertici, un processo ormai inesorabile dove Manchester City, Tottenham e Liverpool ne sono i maggiori artefici (senza dimenticare il Manchester United del discusso Mourinho, vincitore dell’Europa League 2017).
Se a queste aggiungiamo le solite PSG, Bayern Monaco, Barcellona e Atletico Madrid, lo spettacolo non può che essere assicurato.
Il 30 agosto il sorteggio di Montecarlo ha decretato gli 8 gironi: per le italiane non si prospetta affatto una prima fase all’insegna del relax. Sulla carta, paradossalmente la “meno sfortunata” sembra essere proprio la Roma, l’orgoglio tricolore della scorsa edizione: pur trovandosi nello stesso girone dei campioni uscenti, il passaggio del turno è nettamente alla portata degli uomini di Di Francesco, abituati a sorprendere. Situazione difficile sia per Napoli che Inter, come da pronostico a causa della bassa fascia di appartenenza. Per la Juventus un girone alla portata di chi punta alla vittoria finale, ma poteva andar decisamente meglio. A seguire, un’analisi sui gironi delle italiane.
Girone H : Juventus, Man. United, Valencia, Young Boys.
Malgrado siano di prima fascia, i bianconeri si trovano di fronte ad un girone sì alla portata ma per nulla facile. Il Manchester United di Mourinho non è classificabile come pretendente alla coppa, ma sa creare grattacapi a chiunque grazie alla quantità di talento arruolabile: dai sudamericani Sanchez e Fred, passando per l’ex Pogba, finendo con l’esplosività di Lukaku e l’imprevedibilità di Lingard. I Red Devils vengono da un secondo posto nella scorsa Premier League dietro i cugini del City, che ha garantito loro una seconda fascia di tutto rispetto. Pur essendo una delle squadre più difficili da affrontare, sopratutto nel loro Teatro dei Sogni, la squadra quest’anno sta trovando tante difficoltà in Premier League e le voci di un possibile addio di Pogba già a gennaio (ritorno a Torino?) non fanno che gettare benzina sul fuoco. Nella doppia sfida il nervosismo degli inglesi potrebbe farla da padrone, soprattutto se dovessero perdere punti per strada. Sono letteralmente una mina vagante, un classico di Josè Mourinho.
Come squadra di terza fascia c’è il Valencia. Gli spagnoli sono reduci da un quarto posto della scorsa Liga, e anche loro hanno iniziato il nuovo campionato col piede sbagliato : solo 3 punti in 4 partite. La squadra ha subìto vari cambiamenti nell’ultima sessione di mercato: il reparto offensivo, senza Simone Zaza, é stato rinfoltito con gli arrivi di Goncalo Guedes e Michy Batshuayi. Anche questa é una squadra che abbonda di talento: su tutti il solito Rodrigo, Dani Parejo (vero cervello del centrocampo) e Cheryshev, uno dei giocatori più sorprendenti dell’ultimo Mondiale. Dopo anni travagliati e l’aver provato ben 7 allenatori diversi in 4 anni, la squadra sembra aver trovato equilibrio grazie a Marcelino, ex guida di Villareal e Siviglia. Così come detto per il Manchester United, le difficoltà che potrebbe incontrare la Juventus risiedono sia nel fattore campo sia nel fattore testa.
Ultimo posto del girone spetta alla compagine dello Young Boys, vincitori uscenti della Raiffeisen League. Gli svizzeri entrano nella competizione grazie alla vittoria contro la Dinamo Zagabria nei playoff: dopo un pareggio in Svizzera, Hoarau e compagni espugnano il campo croato per 2-1, entrando di diritto nella competizioni dopo anni passati in Europa League. Nulla di eclatante da dire in merito: classica squadra da ultima fascia, che vanta qualche talento come l’attaccante Hoarau, l’ex Ajax e Benfica Sulejmani e il capitano Von Bergen, vecchia conoscenza della Serie A.
L’attenzione per questo tipo di squadra deve esserci sempre, ma non ci sbilanciamo troppo. Sulla carta, è troppo netto il distacco, persino con il Valencia.
Girone C: PSG, Napoli, Liverpool, Stella Rossa.
Una grande dose di sfortuna per il Napoli di Ancelotti, ritrovatosi in un girone di ferro pur essendo catalogata come seconda fascia. Non c’è da sorprendersi sulla presenza dei parigini, bensì su quella del Liverpool di Jurgen Klopp, finalista dell’ultima edizione. La squadra inglese è stata protagonista di un gran mercato estivo, aggiudicandosi tra i pali il talento di Alisson (per la modica cifra di 63 milioni di euro), Shaqiri, Naby Keita e Fabinho. Una squadra solida, meritatamente a punteggio pieno in FA Premier League dopo le prime 5 giornate. L’arrivo di Alisson non fa che rafforzare un reparto difensivo già collaudato, guidato da due mastini come Lovren e Van Dijk. Se il tridente offensivo dovesse avvicinarsi minimamente ai numeri dello scorso anno, la squadra si candida di diritto come una delle pretendenti alla coppa. Che sia questo il vero “it’s coming home“?
Il PSG non ha bisogno di presentazioni: dopo un mercato non esaltante come in passato (per non avere problemi col Fair Play Finanziario), la squadra di Tuchel ha il necessario bisogno di affermarsi ad alti livelli anche fuori dalle mura francesi. Il totale predominio sulla Ligue 1 non basta per giustificare gli investimenti degli ultimi anni, e in quello che sembra l’anno della definitiva consacrazione di Kylian Mbappè non è vietato sognare. Considerando l’arrivo di Buffon, l’esperienza del reparto arretrato potrebbe essere una marcia in più: il favoloso tridente offensivo non è mai bastato, e mai come quest’anno c’era bisogno di un leader (in campo e nello spogliatoio) come l’ex portierone azzurro. Con un pizzico di fortuna, soprattutto dagli ottavi in poi, è una squadra da podio.
La Cenerentola del girone è certamente la Stella Rossa, campioni uscenti del rispettivo campionato. Malgrado la partenza dell’ex bomber Pesic, i serbi riescono nell’impresa di espugnare il campo del Salisburgo nei preliminari, e grazie ai gol di Ben e Degenek costringono gli austriaci a mancare la qualificazione alla Champions per l’undicesima volta. Tra i vari nomi spunta una vecchia conoscenza della Serie A, ovvero Richmond Boakye, attaccante ghanese appena tornato in Serbia dopo la fallimentare esperienza in Cina. Il vero pericolo di questa squadra risiede nel fattore campo: il Marakana è rinomato per essere un inferno, e i serbi non hanno nulla da perdere.
Sfide difficili per il Napoli, che deve dimostrare ancora un volta il suo valore in campo Europeo, stavolta con un Carletto in più sulla panchina. Rispetto allo scorso anno, c’è voglia di far bene anche in Europa, piuttosto che concentrarsi al solo campionato. La squadra non ha una panchina lunga, nè tantomeno giocatori di caratura internazionale pronti a dare esperienza. Il compito di Ancelotti sarà proprio quello di dosare gli interpreti, perchè se il Napoli vuole crescere c’è bisogno di avere una grande considerazione anche fuori dallo stivale. Eccezion fatta per l’Europa League, l’ultimo Napoli degno di nota fu quello di Mazzarri nel 2012.
Gruppo G: Real Madrid, Roma, CSKA, Viktoria Plzen
L’edizione 2017-2018 si è conclusa con delle certezze e delle sorprese: tra le certezze ovviamente spuntano i blancos, ormai dominatori della coppa da anni, che però stavolta si ritroveranno senza Cristiano Ronaldo davanti; tra le sorprese non possiamo non citare la Roma di Di Francesco, autrice di una cavalcata sensazionale che ha il culmine nella vittoria in rimonta contro gli alieni del Barcellona, in una gara passata alla storia. L’addio di CR7 è stato mal digerito sia dallo spogliatoio che dai tifosi, e sarà interessante capire dove possono arrivare i madrileni senza il Portoghese. Per ora Modric e compagni non sembrano accusare il colpo, soprattutto perché giocatori come Isco, Asensio e Bale possono finalmente mostrare il loro infinito potenziale senza un Cristiano da servire. L’assetto della squadra è rimasto lo stesso dello scorso anno, se non per la porta dove Navas e Courtois si alterneranno nel corso della stagione.
Altra avversaria per la Roma è la compagine del CSKA Mosca, incontrata già nella stagione 2014-2015. I russi si sono resi protagonisti lo sorso luglio della vittoria in Supercoppa contro il Lokomotiv in una partita abbastanza particolare. Il Lokomotiv, campione uscente del campionato russo, avrebbe dovuto sfidare il Tosno (vincitore dell’ultima Coppa di Russia), ma a causa della dissoluzione di questo club, in sostituzione è andato il CSKA, arrivato secondo in campionato. I russi non vengono da stagioni esaltanti a livello europeo e, considerando che la terza fascia conteneva anche squadre come il Liverpool, alla Roma è andata più che bene. Malgrado questo, il CSKA ha dalla sua giocatori d’esperienza come il portiere Akinfeev e Mario Fernandes, in spolvero dopo l’ultimo mondiale di casa e Abèl Hernandez, ex Palermo.
L’ultima squadra del girone è il Viktoria Plzen, vincitore uscente dell’ultimo campionato ceco. La squadra è da qualche anno stabile in Europa League, dove il massimo traguardo raggiungo è un quarto di finale nella stagione 2012/2013. Per passare da semplice squadra cuscinetto a vera sorpresa del girone ce ne vuole, ma è interessante notare che nella stagione 2012/2013 rubò il terzo posto del girone proprio al CSKA, guadagnandosi l’ennesima qualificazione ai sedicesimi di Europa League.
Un girone nettamente più agevole per i giallorossi rispetto a quello dello scorso anno, e facendo attenzione alle partite in Russia e Repubblica Ceca, il passaggio del turno è a portata di mano. Pensare ad un primo posto non è utopia, la Roma ci ha abituato a questo ed altro.
Girone B: Barcellona, Tottenham, PSV, Inter.
Così come il Napoli, anche l’Inter si ritrova in un girone difficilissimo. La gioia del ritorno in Champions viene subito stroncata da un passaggio del turno a rischio: non solo c’è il Barcellona, ma anche il Tottenham (una delle peggiori di seconda fascia) e la possibile sorpresa PSV.
Il Barcellona non viene da annate esaltanti in campo europeo: dopo la vittoria del 2015, solo tre quarti di finale collezionati. Prima l’uscita contro i connazionali dell’Atletico Madrid, poi contro Juventus e Roma. C’è bisogno di un cambio di rotta: una squadra con quel blasone può fallire una volta, non per tre anni di fila, soprattutto alla luce del dominio degli odiati rivali del Real. La squadra ha subìto pochissimi stravolgimenti (stesso motivo del PSG), trattenendo il più possibile e portando in maglia blaugrana il cileno Vidal, ormai ai ferri corti coi tedeschi del Bayern, strappato in extremis proprio all’Inter. Leo Messi in primis ha bisogno di stimoli, e la Champions potrebbe essere la linfa vitale proprio per la Pulce.
Il Tottenham, così come le squadre inglesi, sta attraversando un grande processo di evoluzione, sia in Premier League che in Europa. Dopo un mercato nullo (zero cessioni e zero acquisti) la squadra di Pochettino cercherà di sorprendere sempre di più, soprattutto in Europa: lo scorso anno solo uno strepitoso Higuain fu capace di placare il gioco degli Spurs, rispedendoli a casa agli ottavi di finale. Un piazzamento comunque buono, considerando l’età media della squadra. Potenzialmente è uno degli organici con più talento: da Trippier e Dier, passando per Alli ed Eriksen, finendo con Son e Kane. Una brutta gatta da pelare per tutti.
Parlando di squadre talentuose, il PSV può essere una delle sorprese di questa edizione. Dopo una mancata qualificazione in Europa League, preceduta da una brutta uscita ai gironi, il PSV torna in Champions da campione d’Olanda 2017-2018. La squadra di van Bommel vanta giocatori molto validi, tra tutti il messicano Lozano, ala meravigliosa nella lista dei desideri di mezza Europa e de Jong, attaccante olandese ex Newcastle. Malgrado il ritorno di Van Ginkel al Chelsea, la squadra ha come obiettivo la rinascita del calcio olandese, e quale miglior palcoscenico della Champions League?
L’inter è avvisata. Sarà una lotta durissima, soprattutto perché nella rosa nerazzurra sono pochi i giocatori con esperienza internazionale. Per molti è un banco di prova, su tutti Icardi: l’attaccante argentino ha finalmente l’occasione di dimostrare il suo valore anche in gare internazionali e non solo in campionato. L’esperienza di Asamoah, Nainggolan e Miranda sarà fondamentale soprattutto per far sbocciare talenti come Lautaro Martinez e Politano.
Si parte, e malgrado le condizioni non siano ottimali, si spera nel bene di tutte le rappresentanti italiane. Perché a prescindere dal tifo, rivedere ben quattro squadre italiane in Champions è uno dei pochi motivi d’orgoglio del nostro calcio.
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