Calcio

FC Lugano, una realtà in crescita verticale che sogna la Champions League

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Terminata la nostra amata Serie A abbiamo tratto le conclusioni: in Europa ci saranno otto (forse nove…) squadre che parlano italiano. E invece no! Dal Ticino con furore, il piccolo Lugano si è qualificato ai play-off di Champions League dopo una grande stagione: secondo posto in campionato dietro soltanto all’irraggiungibile Young Boys, e una finale di Coppa Svizzera da giocare domenica 2 giugno contro il Servette.

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Questi risultati sono il frutto di un percorso che parte da molto lontano, fino ad arrivare addirittura ad interessare le squadre italiane, che pescherebbero volentieri dei talenti nascosti proprio nella Svizzera italiana. Non a caso, il Bologna si è già interessato al difensore centrale classe 2003 Albian Hajdari, e all’allenatore, nonché condottiero del Lugano, Mattia Croci-Torti. Ma ricordiamo anche il trasferimento di Sandi Lovric (una delle più piacevoli sorprese dello scorso campionato) proprio dal Ticino all’Udinese, oppure le voci che vedevano Ignacio Aliseda al Monza nella scorsa estate. 

Insomma, il Lugano è ormai una realtà importante, che i club italiani si sono appuntati.

Il fallimento dei primi 2000 e la rinascita

Non è sempre stato tutto rose e fiori sulle rive del Ceresio, anzi. Dopo una discreta storia iniziata nel 1908, il FC Lugano fallisce nel 2003 a causa di gravi problemi finanziari, solo un anno dopo la sua prima ed unica qualificazione in Champions League. Sembra poter essere la fine per il club come era conosciuto, ma in risposta a tale rovescio viene creata l’Associazione Calcio Lugano, che riparte dalla quarta serie. 

In seguito ad una fusione con una squadra appena promossa in Challenge League (serie B svizzera), il Malcantone Agno, il Lugano si trova a poter disputare la stagione 2004-05 nel campionato cadetto. Sono dieci stagioni lunghissime: si susseguono i presidenti, gli investitori e i soci. Tra questi, dal 2006 al 2013, ci sarà Enrico Preziosi, ex presidente del Genoa. 

Il Lugano però non decolla, non riesce a tornare nella massima serie. Finché, dopo una stagione sofferta, nel 2014-15 riesce ad ottenere la tanto agognata promozione, e torna storicamente in Super League. La squadra nel 2015 verrà affidata alla guida tecnica del boemo Zdenek Zeman, che non entusiasmerà. 

È nella stagione 2016-17 che inizia ufficialmente la crescita verticale dei bianconeri, con il ritorno in Europa segnato dalla qualificazione in Europa League. Le stagioni successive procedono con alti e bassi, con un’altra qualificazione ai gironi di Europa League nel 2018-19, ma poco altro. Tanti campionati anonimi.

La proprietà americana e il successo di Croci-Torti

La svolta vera arriva nel 2021, quando l’ex presidente Angelo Renzetti decide di cedere il club alla Morningstar Inc., di proprietà di Joe Mansueto (proprietario anche dei Chicago Fire, squadra di MLS), imprenditore statunitense di origini italiane. Cambio di proprietà e cambio anche in panchina: arriva “il Crus”, Mattia Croci-Torti. Sarà una scelta più che azzeccata: Croci-Torti porterà leadership, carattere, identità e spettacolo a Lugano, entusiasmando la piazza. 

Il 15 maggio 2022 i bianconeri tornano ad alzare un trofeo: vincono l’amatissima Coppa Svizzera contro il San Gallo per 1-4, passando alla storia.

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Nella passata stagione, nonostante lo scetticismo generale, i ticinesi migliorano sotto la guida del Crus. Si piazzano terzi in campionato centrando i preliminari di Europa League e in Coppa Svizzera si arrendono soltanto in finale allo straordinario Young Boys.

Sulle rive del Ceresio si pensava ancora una volta che i bianconeri non avrebbero potuto reggere gli standard della stagione precedente, e invece ancora una volta, in questa stagione Croci-Torti e i suoi hanno fatto ricredere tutti. Nonostante l’eliminazione ai gironi di Conference League (a cui aveva partecipato in seguito alla sconfitta dei play-off di EL), è arrivato uno storico secondo posto con conseguente qualificazione in Champions League, e una finale di Coppa Svizzera da favoriti. Non c’è che dire, aspettative superate!

E adesso?

Il Football Club Lugano ha creato una struttura sostenibile, sana e sempre in crescita dal punto di vista sportivo. Il tutto è gestito da persone competenti e vogliose di migliorarsi, a cominciare dall’allenatore, passando per i giocatori ma arrivando alla dirigenza. Inoltre, sono in costruzione il nuovo polo sportivo e il nuovo stadio all’avanguardia che ospiteranno il Lugano dal 2025, sostituendo uno storico (ma obsoleto) Stadio di Cornaredo.

Certamente il Lugano sarà una vetrina dove i migliori giocatori si possono mettere in mostra, basti vedere Mohamed Amoura, passato in estate all’Union Saint-Gilloise e uno dei migliori giocatori del campionato belga.  Profili come Zan Celar (capocannoniere di campionato e Coppa, andrà all’Europeo con la Slovenia), Albian Hajdari, Uran Bislimi, o il giocatore dell’anno della Super League Renato Steffen attraggono sicuramente molti club in giro per l’Europa.

Tuttavia, poter dar seguito alla propria impresa e partecipare alla Champions League con la maglia del Lugano ha anche il suo fascino.

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Il Crus ha fatto il suo dovere e più, e probabilmente resterà anche la prossima stagione per provare anche, chissà, a migliorarsi di nuovo vincendo il campionato. Palla alla società ora, che dovrà garantire al mister una rosa competitiva, in grado di poter competere in Europa e di poter eccellere in Svizzera. Il tutto cercando di non tralasciare le volontà dei giocatori, ma facendosi rispettare e cercando di chiudere con un bilancio positivo. Staremo a vedere ciò che sarà, ma occhio al Lugano: Italia avvisata!

Immagine in evidenza: © FC Lugano

Matteo Petrulli

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