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Il fascino e la storia della Streif di Kitzbuhel

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La pista Streif di Kitzbuhel è una delle classiche del circo bianco maschile, e fu inaugurata dal pioniere Franz Reisch nel marzo del 1893. Sembra incredibile se pensiamo a quale sia il rapporto tra l’Austria e lo sci alpino oggigiorno, ma all’epoca ci fu un grande scetticismo nei confronti della trovata di Reisch. 

Ben presto, però, la scintilla di accese, e la Streif fu proprio uno dei motivi che fecero sbocciare l’amore austriaco per lo sci alpino. 

La Streif fa parte del circo bianco fin dall’anno della fondazione di quest’ultimo, il 1967, e con i suoi 3300 metri percorsi ad una media di 110 km/h, è una delle piste più temute grazie al proprio dislivello e alle contropendenze da cui è formata.

Il biglietto da visita della pista mette i brividi: dopo la partenza si incontra subito la Mausefalle, un salto di circa 80 metri. Seguono una curva veloce in contropendenza (Steilhang) che precede un tratto di scorrimento (Bruckenschuss). L’imbocco di questa stradina è talmente stretto che infilarvisi a tutta velocità con gli sci ai piedi sembra impossibile.

Di sicuro ci vuole una bella dose di follia per buttarsi giù da questa pista a più di 100 all’ora, figuriamoci cosa possa volerci per tenerle testa per quasi due minuti e vincerla. Ad oggi, lo svizzero Cuche rimane l’atleta ad aver vinto più volte sulla Streif (5), ma la pista ha regalato molti sorrisi anche ai colori italiani.

Il primo italiano a trionfare sulla Streif è stato Kristian Ghedina nel 1998, battendo due mostri sacri come Cuche e Strobl (quest’ultimo detiene il record di percorrenza sulla pista con 1.51’58’’.

Un altro episodio che lega Ghedina e Kitzbuhel è un colpo di testa che fece nel 2004, quando ormai era prossimo al ritiro. Per vincere una scommessa contro il suo ski-man, infatti, effettuò una spaccata in volo sull’ultimo salto. E un gesto del genere dopo due minuti di discesa a rotta di collo su un pendio ghiacciato non è certo una cosa semplice da chiedere alle proprie gambe. Pur non classificandosi in vetta alla classifica, Ghedina strappò comunque un’ovazione da parte del pubblico al parterre.

 

Ma se si parla di rapporto tra gli italiani e la Streif, non si può non citare Dominik Paris. L’altoatesino, ad oggi, è l’italiano ad aver vinto più volte in discesa libera su questa pista: la prima volta nel 2013, e successivamente nel 2017 e 2019. A queste vittorio in discesa si aggiunge la vittoria in SuperG nel 2015.

Domme ha un feeling innegabile per questa pista, secondo solo a quello che ha per la Stelvio di Bormio, e i sei podi conquistati tra discesa e superG lo confermano. 

Purtroppo è anche la pista alla vigilia della quale si è infortunato al ginocchio nel gennaio del 2020, mentre si stava candidando a rivale più accreditato di Beat Feuz per la coppa di specialità. La vittoria della scorsa edizione è andata a Matthias Mayer, seguito da Kriechmayer e Feuz secondi a pari merito.

Infine, un’altra data che lega la Streif a dolci ricordi per lo sci alpino azzurro è il 23 gennaio 2016: quel giorno, infatti, Peter Fill si aggiundica la sua vittorio su questa pista in discesa libera. è l’acuto in una stagione all’insegna della continuità, e che vedrà Fill aggiundicarsi la coppetta di discesa con una manciata di punti di vantaggio su Svindal.

Giulia Picciau
1988. Sport invernali, montanara mancata, appassionata di basket, calcio e moto

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