Ciclismo

Europei di ciclocross: tra conferme e sorprese c’è anche l’Italia sul podio

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Domenica 5 novembre 2023 si sono svolti a Pontchâteau in Francia i campionati europei di ciclocross. Inizialmente il programma prevedeva una suddivisione delle gare su due giorni: sabato e domenica, con la prova della staffetta mista al venerdì. Il maltempo ha costretto gli organizzatori a modificare il calendario, spostando le competizioni del sabato e strutturando una maratona dal primo mattino fino al pomeriggio per consentire lo svolgimento delle gare per tutte le categorie (Juniores, Under 23 ed Elite).

Il tracciato francese non è nuovo ad eventi internazionali di ciclocross. Sullo stesso circuito si svolsero infatti sia un mondiale (2004 con vittoria di Bart Wellens) che un europeo (2016 con vittoria di Toon Aerts)

Quando il gioco si fa duro c’è Michael Vanthourenhout

Ci aspettavamo gare spettacolari e dure e così è stato. Il percorso di per sè si presentava come molto insidioso, soprattutto in alcuni tratti, tra contropendenze, salite e tavole in salita. La pioggia e il fango hanno contribuito a rendere la corsa molto più lenta e più adatta a corridori potenti e con abilità di guida eccelse.

Tra gli uomini èlite si è imposto uno dei maestri della disciplina quando il gioco si fa durissimo: Michael Vanthourenhout. Il belga si è confermato quindi campione europeo (dopo la vittoria dello scorso anno a Namur) davanti ad un sorprendente Cameron Mason e ad un redivivo Lars Van Der Haar.

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C’è da dire che la vittoria del trenteenne in forza alla Pauwels Sauzen-Bingoal è un risultato inaspettato sotto alcuni punti di vista. Non c’è dubbio che in ogni gara di ciclocross a cui partecipi Vanthourenhout risulti obbligatoriamente tra i favoriti. C’è da dire però che le ultime settimane avevano sollevato qualche leggerissimo dubbio circa la sua condizione.

Ritirato a Maasmechelen, quinto al Koppembergcross a più di un minuto dal vincitore Thibau Nys. Non tutti avrebbero puntato le proprie fiches su di lui ieri. Nella gara per l’assegnazione della maglia di campione continentale il corridore della Pauwels Sauzen-Bingoal è stato però semplicemente il più forte.

Più le condizioni di gara sono estreme più lui si esalta e riesce a sovrastare gli avversari. Sia nella potenza in grado di esprimere che nella conduzione della bici. Una cosa non di poco conto in una disciplina dove la guida del mezzo è un fattore determinante più che in altre. Partenza a fionda e subito in testa dal primo giro ad imporre un ritmo martellante che nessuno è stato in grado di seguire per il resto dell’ora di gara. Un metronomo fisso sui sette minuti e quarantaquattro secondi al giro. Poche sbavature e una pedalata efficace hanno fatto il resto.

A fargli compagnia sul gradino più basso del podio Lars Van der Haar, il quale è riuscito verso la fine della gara a raddrizzare una giornata sottotono battendo in volata il compagno di squadra Pim Ronhaar. Dopo il trionfo di Maasmechelen in Coppa del mondo è un podio che sicuramente gli starà strettissimo.

Al secondo posto si è piazzato invece la vera sorpresa di questo inizio stagione, il britannico Cameron Mason. Lo scozzese ad inizio stagione ha cambiato squadra passando dalla Trinity alla Cyclocross-Reds, squadra in orbita Alpecin, e da allora non si è mai schiodato dalla top 10, confermandosi tra i più dotati nella guida del mezzo.

Merito della multidiscplinarietà. Solo nel 2023 Mason ha partecipato a quattro mondiali di quattro categorie diverse (Ciclocross, Gravel, Cross Country Olimpico, Marathon)

Questa skill lo ha avvantaggiato nella corsa europea dove ha coronato una serie di ottime prestazioni.

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In mezzo tra il quarto posto di mercoledì ed il podio europeo di domenica c’è stato un momento difficile a livello familiare. Afine gara il ragazzo non è riuscito a trattenere la commozione dedicando il piazzamento al nonno appena scomparso.

Tra i delusi della rassegna continentale su tutti ci sono Eli Iserbyt e Laurens Sweeck. Entrambi non in grande giornata e vittime di forature nei momenti cruciali che gli hanno fatto perdere terreno. I due belgi hanno concluso la prova al sesto ed al settimo posto. Iserbyt ai microfoni ha dichiarato di essere contento e di aver lavorato per il compagno di squadra Vanthourenhout. Chissà quanto c’è di circostanziale e quanto di vero.

Non pervenuto invece il grande atteso Thibau Nys. Uno dei mattatori di questo inizio stagione con tre vittorie. Il percorso molto tecnico sembrava adattarsi alle caratteristiche del talento belga che invece non è mai stato della partita. Fatto assai curioso è la condivisione di destini di Nys con il padre in questa settimana. Mercoledì Thibau infatti si è imposto su uno dei circuiti preferiti da padre Sven, il Koppembergcross, dove i Nys sono a quota dieci vittorie. Anche nelle rassegne svoltesi a Pontchâteau a cui i due Nys hanno partecipato il risultato è stato lo stesso, DNF.

Il migliore degli italiani è stato Gioele Bertolini che ha chiuso sedicesimo. La nazionale guidata da Daniele Pontoni si è presa però una grande soddisfazione in campo femminile.

Un bronzo che pesa

Tra le donne èlite la vittoria è andata, come ci si aspettava, all’olandese Fem Van Empel, dominatrice incontrastata di questo inizio stagione. La portacolori della Jumbo-Visma è alla settima vittoria stagionale su sette gare disputate. Un ruolino di marcia perfetto che probabilmente da qui a fine stagione lascerà molte delle sue rivali a bocca asciutta, in quanto nessuna finora è sembrata in grado di contrastarla.

Al secondo posto si è piazzata l’altra olandese Ceylin del Carmen Alvarado. La ciclista in forza alla Alpecin ha gareggiato al meglio delle sue possibilità e raccolto il massimo che poteva. Più di così non poteva chiedere.

Al terzo posto abbiamo la nostra Sara Casasola. Un risultato enorme dell’azzurra, che è riuscita a mettersi dietro gran parte della concorrenza. Una sorpresa, ma fino a un certo punto. La friulana ha iniziato la stagione con quattro vittorie di fila, tra Italia e Svizzera. Poi il bel 7° posto nella scorsa tappa di Coppa del Mondo a Maasmechelen e ora uno splendido podio europeo che fa pensare al definitivo salto di qualità.

Per l’Italia è la terza medaglia di sempre nella gara femminile élite. Prima di Casasola, erano riuscite a salire sul podio solo Eva Lechner nel 2019 e Alice Maria Arzuffi nel 2017. Quest’ultima è anche la prima e unica italiana ad aver vinto una tappa del Superprestige. Chissà se non sia arrivato il punto di iscrivere un secondo nome nell’elenco.

Sognare non costa nulla.

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Largo ai giovani

La Loira è un trionfo di castelli medievali, dove un tempo si succedevano dinastie di regnanti nei piccoli feudi. Dopo qualche secolo, in un piovoso weekend di novembre, la stessa terra ha visto una piccola rivoluzione.

Tra le categorie giovanili le grandi dinastie del ciclocross recente, cioè Paesi Bassi e Belgio, non hanno fatto da asso pigliatutto, e ciò è un fatto nuovo. Tra le donne junior la prima neerlandese è arrivata decima mentre tra gli uomini junior il primo orange è giunto settimo ed il primo belga quindicesimo. Ora si sa che l’europeo è sempre collocato in un momento particolare della stagione e non tutti lo hanno come obiettivo prioritario però questo segnale è qualcosa di particolare.

Attenzione ciò non è da interpretare come se i Paesi Bassi e il Belgio stiano cedendo il passo, al contrario è più da vedere come un movimento del ciclocross che si espande in altri paesi con tradizioni diverse.

Su tutti pensiamo all’Ungheria che ha piazzato due ragazzi nella top 5 degli uomini juniores.

In questa anomalia di nazioni si è ben comportata la Francia che ha portato a casa ben cinque medaglie. Di cui tre del metallo più pesante. Gli ori sono arrivati nel team relay del venerdì e nelle prove Juniores maschile e femminile con, rispettivamente, Abun Sparfel e Cèlia Gery. A completare l’ottimo weekend dei cugini d’oltralpe i due terzi posti di Jules Simon tra gli uomini e di Rèmi Lelandais tra gli uomini Under 23.

I belgi tra gli uomini Under 23 hanno monopolizzato due terzi del podio con Jente Michels e Emiel Verstrynge, campione uscente, nelle prime due posizioni dopo un bel duello lungo quasi tutta la gara. Il duello è stato il leitmotiv della gara fino a quando Verstynge non ha iniziato a compiere qualche errore di troppo, forse appannato dalla fatica, ed ha lasciato avanzare il corridore della Alpecin-Deceunick.

Tra le donne Under 23 a trionfare è stata il talentino inglese Zoe Backstedt, davanti alla lussemburghese Marie Schreiber, che per i primi giri è riuscita a stare anche con l’atleta della Canyon-Sram per poi dover cedere il passo.

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A completare il podio c’è la ceca Kristyna Zemanovà, autrice di una grande rimonta sulla neerlandese Leonie Bentveld che per molto tempo ha occupato il terzo posto. Oltre Casasola l’Italia di Pontoni si è difesa bene anche tra gli uomini juniores con il quarto posto di Stefano Viezzi. Tra le donne under 23 ottime le prove di Giada Borghesi, decima, e Carlotta Borello, dodicesima.

La terza donna in gara, Lucia Bramati, per il primo giro si è vista in testa con l’inglese Backstedt e la lussemburghese Schreiber per poi sprofondare nelle retrovie. Non la sua giornata migliore purtroppo. L’età è della sua parte e le occasioni per rifarsi non mancheranno. Una spedizione più che positiva degli azzurri. Una grande certezza che è Sara Casasola e tante promesse su cui lavorare per cercare di presentarsi agli appuntamenti che contano con grandi ambizioni.

Il primo grande spartiacque della stagione di ciclocross è alle spalle. Ora ci sarà l’occasione per alcuni di tirare il fiato e godersi attimi di meritato riposo, mentre per altri questo momento è l’ideale per capire cosa non è andato per il verso giusto e cercare di aggiustare il tiro e rimodulare gli obiettivi di stagione.

Giuseppe Sassano

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