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Davide Piganzoli e il futuro del ciclismo italiano: “Sogno di vincere in un Grande Giro”

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Il ciclismo italiano è alle prese con uno dei periodi più complessi della sua lunga storia. Una situazione che si è acuita maggiormente con il ritiro di Vincenzo Nibali e che però sta offrendo l’occasione a diversi giovani per emergere. E’ il caso di Davide Piganzoli, giovane scalatore della Eolo-Kometa. Al primo anno da professionista, ha dimostrato di poter competere con i migliori, come confermato dalla top ten ottenuta al Giro d’Ungheria.

Reduce dal secondo posto all’Orlen Nations Gran Prix, il 20enne di Morbegno ha ottenuto alcuni dei migliori risultati con la maglia della Nazionale Italiana centrando la top ten al Giro d’Italia Under 23 e sfiorando il podio al Tour de l’Avenir nel 2022.

In grado di difendersi a cronometro, Piganzoli ha l’opportunità di sfruttare i consigli di Ivan Basso e Alberto Contador, che rappresentano due esempi da seguire.

Davide Piganzoli sul podio dell’Orlen Nations Gran Prix 2023 (© Davide Piganzoli, Instagram)

Davide, partiamo dal secondo posto all’Orlen Nations Gran Prix dove hai chiuso la classifica generale alle spalle soltanto dello sloveno Gal Grival. Come interpreti questo risultato e come ci si sente a salire su un podio internazionale con la maglia azzurra?

E’ stata una bellissima esperienza. Come squadra abbiamo fatto un ottimo lavoro e salire sul podio con la maglia della Nazionale ha significato metter a punto il nostro lavoro e ripagarlo nel migliore dei modi”.

Il 2023 ha rappresentato per te anche il primo anno fra i professionisti. Com’è stato l’impatto con la nuova categoria nonostante la tua giovane età?

Devo imparare ancora molte cose, ma alcune sto già iniziando a conoscerle. Sarà un lungo percorso, però sono qui per provarci e voglio fare del mio meglio”.

Quali sono le differenze che hai notato maggiormente rispetto alla categoria Under 23?

Il ritmo è molto più alto durante tutto il giorno della gara. Si corre sicuramente più ordinati, ma quando si comincia a fare sul serio, si inizia ad andare veramente forte”.

Provenendo dalla Valtellina, le montagne sono un po’ nel tuo DNA. Osservando i tuoi risultati, ti si potrebbe definire un uomo da corse a tappe. Ritieni di esser “tagliato” per questa tipologia di corse?

E’ tutto da vedere perché un giorno mi piacerebbe provar a far classifica in un Grande Giro. Il percorso rimane comunque lungo. Infatti quest’anno volevamo provare a far il Giro d’Italia, ma abbiamo considerato che forse fosse troppo presto. Per questo motivo abbiamo deciso di continuare su una strada più tranquilla per poi pensare di raggiungere in futuro il grande obiettivo. Avere in squadra gente con più esperienza che possono darti consigli è certamente un aiuto”.

Davide Piganzoli impegnato in una tappa dell’Orlen Nations Gran Prix 2023 (© Davide Piganzoli, Instagram)

A proposito di Giro d’Italia, un tuo avversario sino allo scorso anno come Marco Frigo ha fatto il proprio debutto al primo anno da professionista mettendosi in luce in diverse tappe. Perché con la squadra avete deciso di non affrontare la Corsa Rosa? C’è un po’ di rammarico per non essere stato alla partenza di Ortona?

Sono contento per Marco perché è un mio grande amico e si merita questi risultati. Ha avuto degli anni difficili tant’è che nel 2022, a causa di alcune cadute, è stato costretto a saltare il Giro Under 23 e il Tour de l’Avenir. E’ un ragazzo d’oro che ha sempre lavorato tanto e merita di stare dov’è adesso. La mia assenza non è invece frutto di rammarico perché è stata una decisione presa in concerto con la squadra per cercare di non forzare i tempi e per questo abbiamo puntato su un’altra strada”.

L’Eolo-Kometa si presenta come una squadra particolarmente giovane, all’interno del quale fanno parte anche elementi più esperti come Vincenzo Albanese e Lorenzo Fortunato che, nonostante l’età, hanno già alle spalle esperienze nei Grandi Giri. Come ti senti nella nuova squadra e quali consigli ti offrono i tuoi compagni?

Mi trovo veramente bene. Ricevo molti consigli sia dai più esperti come Francesco Gavazzi, che da Albanese e Fortunato che stanno comunque raggiungendo un livello alto nonostante abbiano solo qualche anno in più di me. Da loro ho avuto modo di ricevere suggerimenti sul percorso, su come affrontare le gare e ciò è molto bello”.

Essere in Eolo-Kometa significa esser posti sotto lo sguardo attento di campioni come Ivan Basso e Alberto Contador. La loro presenza rappresenta una forma di pressione oppure uno stimolo per fare del tuo meglio?

Quando hai persone al tuo fianco, sai già che potrai lavorare bene. Io con loro ci parlo spesso, ricevo anche da loro dei consigli su come gestire la pressione in gara e come gestire gli allenamenti a casa. Sono stati grandi corridori da corse a tappe, per cui è doveroso seguire quanto mi dicono”.

Davide Piganzoli impegnato al Campionato Italiano a cronometro Under 23 2021 (© Davide Piganzoli, Instagram)

Ricordiamo che sei anche il campione italiano Under 23 a cronometro. Questa propensione alle corse contro il tempo potrebbe aiutarti in futuro ad esser maggiormente competitivo su questo terreno?

Sì, alla fine a cronometro non vado piano, riesco a difendermi bene e in salita dipende dal periodo in cui mi trovo. Ci siamo accorti che il livello è particolarmente elevato, però sicuramente ci si prova”.

Lo scorso anno hai conquistato il decimo posto al Giro d’Italia Under 23 e il quinto al Tour de l’Avenir, i corrispettivi giovanili della Corsa Rosa e del Tour de France. Cos’è mancato per poter centrare il podio in competizioni così importanti e soprattutto cosa ti hanno lasciato queste esperienze trattandosi nel primo caso di una conferma e nel secondo di un debutto?

Lo scorso anno al Giro sono giunto in buona forma, però penso di aver trovati atleti che andassero più forte di me, quindi merito a loro. All’Avenir è andata meglio, era la prima volta che mi presentavo con la maglia della Nazionale a una gara così importante. Mi presentavo come capitano e quindi un po’ di pressione l’avevo addosso, ma nei giorni precedenti ho provato a prepararmi al meglio. Mi è mancato veramente soltanto l’ultimo giorno per centrare il podio, ho un po’ di rammarico, ma questo è il ciclismo”.

Guardando ai prossimi appuntamenti stagionali, prenderai parte alle due corse e quali sono le aspettative che riponi nei confronti delle stesse?

Il Giro non lo farò perchè adesso andrò in Slovenia, mentre per l’Avenir non dipende da me, ma dal commissario tecnico Marino Amadori. Io ho già dato la mia disponibilità al C.T., ma bisognerà vedere anche con la squadra se ci sarà l’ok per partecipare”.

Guardando al futuro, dopo il ritiro di Vincenzo Nibali, l’Italia è alla ricerca di un nuovo talento per le grandi corse. Secondo te quali possono essere i nomi che potranno emergere nei prossimi anni in questo settore?

“E’ molto difficile perchè Vincenzo è un campione. In molti dicono che il ciclismo italiano è morto, ma non è così perchè ci sono dei talenti che stanno emergendo: Zana si è messo in luce così come Milan, Dainese e Ganna, ma anche un classe 2000 che ha dimostrato di andare veramente forte. E’ difficile trovare un nuovo Nibali, ma l’Italia è sulla strada giusta”.

Qual è il tuo sogno che ti piacerebbe realizzare in futuro?

Sicuramente vincere una tappa in un Grande Giro e, se possibile, trionfare anche nella generale”.

Immagine in evidenza: © Maurizio Borserini, Eolo-Kometa

Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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