Freccette

Darts, Grand Slam – Price domina, annientata la concorrenza. E’ back to back

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Dalle polemiche agli elogi, il gallese conquista conferma, pubblico e circuito

Grand Slam of Darts 2018, Gerwyn Price contro Gary Anderson. Match astruso, si scende fianco a fianco, Anderson allunga per primo, Price impatta sul 7-7. Arrivano le prime schermaglie; il gallese si avvicina troppo all’avversario durante il tiro, non fa il giro largo, Anderson sbuffa e riceve il supporto del pubblico. Seconda accelerata dello scozzese, Price cerca di limitare i danni chiudendo sotto 11-9 alla terza pausa. Altra frecciatina; gesto delle mani a cuneo rivolto alla moglie di Anderson, accusata di parlare troppo. Price ricuce e sale di colpi a suon di sbraiti ed urla, Anderson stacca la spina, perde testa e titolo concedendosi, nel finale, delle stoccate evitabili. Ci eravamo lasciati così l’anno scorso, con una nuvola di contestazioni che soffocava l’alto livello espresso dai duellanti nell’atto finale. Price aveva alzato – con talento ed una ragnatela psicologica – il primo major televisivo, messo la prima pietra ed iniziato la scalata verso l’èlite. Dopo un anno, “The Iceman” – con la riconferma – ha centrato l’obiettivo; crescita verticale, ed il percorso è ancora lungo. Ora le Players Championship Finals ed il Mondiale per spiccare il volo e conquistare anche il supporto di coloro che lo fischiavano al momento di alzare il trofeo.

IL TORNEO (la formula)

Dal 9 al 17 Novembre scorso, nella cornice dell’Aldersley Leisure Village di Wolverhampton, è andato in scena l’unico torneo di freccette che mette di fronte le stelle della PDC e della BDO, associazione meno prestigiosa. Il seed iniziale era composto da trentadue giocatori, così selezionati: i sedici giocatori che vincono, in stagione, sette eventi valevoli per il ranking e sei non valevoli per il ranking, staccano il pass di diritto, con i punti rimanenti che vanno ai finalisti in suddetti eventi. Altri otto vengono prelevati dalla BDO – selezionati in base al loro rendimento stagionale – e gli ultimi otto posti vengono assegnati in un torneo di qualificazione, aperto a tutti coloro che posseggono una PDC Tour Card. Vengono formati otto gruppi da quattro; ognuno di essi è rappresentato da uno dei primi otto del ranking mondiale e da un giocatore BDO. Il resto viene sorteggiato. Alla fase finale si qualificano due giocatori per ogni girone. Il primo turno viene giocato al meglio di nove legs, il secondo al meglio di diciannove, mentre quarti, semifinali e finale al meglio di trentuno.

IL TORNEO (i protagonisti)

Un volta, non più. van Gerwen, dopo un anno sabatico, è partito alla volta di Wolverhampton con l’intento di sbaragliare la concorrenza e confermarsi il migliore. I più grandi ci sono tutti; dal detentore del titolo Price al trittico inglese Wade, Smith, Cross, passando per Gurney e Wright. Presente anche Anderson, nonostante i problemi fisici, mentre Suljovic, per un banale errore di programmazione, è costretto a casa. Nel calderone anche due ragazze: Suzuki ed Ashton. Poche sorprese a conclusione dei gironi; Lennon finisce terzo per differenza legs nel girone B di White e Wade, cade Van Den Bergh a favore di Thornton nel girone C, mentre nel gruppo F il figlio d’arte Harrington sorprende Noppert e si prende gli ottavi. Nel gruppo G fa man bassa Clemens, fuori Dolan, e nel gruppo H, infine, Aspinall perde il duello con Durrant – che gli rifila anche una whitewash.

Agli ottavi arriva, subito, l’artiglieria pesante; nella prima sessione Peter Wright demolisce 10-3 Rob Cross, mettendo in risalto tutte le difficolta – nel powerscoring ed in doppia – del campione del mondo 2018, ampiamente mostrate nel girone. C’è gara solo nei primi due leg, poi “Snakebite” dilaga senza pietà. Non c’è sfida nemmeno tra Dave Chisnall – che chiude sempre l’anno in netta ascesa – e la sorpresa Ryan Harrington, mentre Michael Smith è letale in doppia – 50% – nella complicata sfida – entrambi gli average sopra i 100 – contro Daryl Gurney. Sfida sensazionale tra Gabriel Clemens e Glen Durrant. “The German Giant” – confermando lo stato di forma mostrato nel girone, secondo average più alto tra i 32 – comanda le operazioni, ma non riesce a scrollarsi di dosso l’avversario, fallisce una match darts e capitola al decider peccando d’inesperienza. Nella seconda sessione Gerwyn Price asfalta “The Demolition Man” Darren Webster con un 10-1 che non lascia spazio a commenti, mentre le altre sfide trasudano intensità. Magistrale Adrian Lewis contro James Wade; sotto 6-9 viene graziato – match darts non convertita da Wade – cuce la rimonta, e trionfa al dedicer con un 110 out. Testa a testa serrato tra Michael van Gerwen e Ian White – botta e risposta fino al 7-7, poi MvG cambia ritmo e chiude 10-7 – al contrario Gary Anderson è costretto a remare contro Robert Thornton; scende 1-4, pareggio e sorpasso per il 6-4 prima del mix finale di classe ed esperienza per scacciare i fantasmi.

Ai quarti di finale Peter Wright e Glen Durrant staccano il pass per le semifinali in modo analogo, ovvero piazzando parziali clamorosi nel cuore del match. Lo scozzese, in svantaggio 8-5 contro Dave Chisnall, sfuria ed inanella ben otto legs vincendo 16-12, “Duzza” – sotto 6-4 – risponde a Michael Smith con sette leg consecutivi. Partita spaccata, altro 16-12. Non c’è match tra Michael van Gerwen ed Adrian Lewis, bastano gli average a confermarlo – 103 contro 87. L’alieno verde la mette sul ritmo, “Jackpot” si arrende 16-6. Eliminato anche Gary Anderson, che subisce la partenza shock – 5-0 – di Gerwyn Price, risale sino al 9-6, ma il finale è tutto gallese.

Nella semifinale tra Peter Wright e Glen Durrant, allo scozzese non basta il 4-1 in partenza per tentare la fuga, raggiunto sul 6-6, ma ha bisogno di una secondo scatto per apparecchiare la tavola alla volata finale. Termina 16-11. Un incredibile Gerwyn Price sorprende Michael van Gerwen e pesca la finale; il gallese vince al meglio dei 31 legs sfidando “MvG” nel campo del powerscoring e dei cambi di ritmo, e lo svernicia nel finale con uno strappo degno del miglior velocista. 16-12 il finale.

La finale è a senso unico; troppo “The Iceman” per “Snakebite”, eloquente 16-6.

Simone Cappelli
Ascoli Piceno, Classe 98. Su Vita Sportiva per parlare di freccette, e non solo.

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