“La serata più triste del nostro calcio “. “Una disfatta per tutto il calcio italiano “. Sono le due frasi pronunciate dai telecronisti Rimedio e Caressa che raccontavano, uno per la Rai e l’altro per Sky, la partita più brutta della nazionale italiana. Quel match storico di San Siro che ci ha negato il mondiale dopo 60 anni. Siamo stati costretti a guardare un campionato del mondo senza Italia, a veder giocare delle amichevoli da sparring partner di squadre che si preparavano ad andare in Russia. Riparto da qui per non dimenticare il baratro nel quale siamo sprofondati e dal quale siamo risaliti. Vero, non abbiamo vinto nulla ma abbiamo recuperato credibilità, fiducia e l’orgoglio di veder giocare gli azzurri. Non è poco. Da novembre 2017 a quello del 2019 il mondo pare rovesciato. Perchè con le nazionali più blasonate potremo anche perdere ma almeno saremo lì e, ne sono certo, lotteremo fino alla fine. Anche quest’ultimo aspetto non era scontato dopo le disastrose qualificazioni mondiali. Ma cosa è successo in questi 24 mesi? Cosa è cambiato dalle European Qualifiers 2016-17 a quelle del 2019?
Il gol
Il problema della nazionale di Ventura non era la presenza della Spagna nel girone ma la mancanza di un modo di giocare che sapesse esaltare le caratteristiche dei singoli (il caso più eclatante fu la scarsa fiducia dell’ex ct su Insigne). In campo c’era poca qualità e si segnava poco. Conte era riuscito a trovare un equilibrio. Ventura e il suo 4-4-2 no. La nazionale di Roberto Mancini, invece, segna e anche tanto. L’attuale ct ha a sua disposizione una qualità evidentemente maggiore a cui è riuscito a dare lo spartito giusto. I gol segnati sono stati 37. Esattamente la somma dei gol segnati nelle European Qualifiers per Francia 2016 e Russia 2018. Questo è anche merito di un atteggiamento positivo e propositivo che ha evitato inutili complicazioni e ha reso l’Italia una squadra cinica che sa rovesciare in campo tutta la differenza tecnica con l’avversario e lo lascia affogare a suon di gol. Una caratteristica non storicamente azzurra. Infatti, 9 gol in una partita non si vedevano dal 1948.
37 – L’#Italia ha segnato 37 reti in 10 partite nelle qualificazioni per Euro 2020 (3.7 di media a match), esattamente lo stesso numero di gol realizzati dagli Azzurri sommando le qualificazioni per Euro 2016 e per i Mondiali 2018 (37 reti in 22 gare, 1.7 di media). Raffica. pic.twitter.com/jJw7a5SCc8
— OptaPaolo (@OptaPaolo) November 19, 2019
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Fiducia
Mancini è riuscito a rialzare la fiducia verso la nazionale azzurra. Prima, però, ha dovuto risollevare il morale di quei giocatori che l’ecatombe mondiale l’avevano vissuta. E’ riuscito a tirar fuori la voglia di riscatto. E lo ha fatto nel migliore dei modi. Immagino che quella frase detta in sala stampa a febbraio (“Vogliamo vincere tutte le partite”) l’abbia ripetuta più volte ai giocatori. Dopo la figuraccia con la Svezia, non potevano qualificarsi in maniera grigia e poco convincente. Dovevano farlo entusiasmando e divertendosi in campo. Già, quel divertimento che caratterizza gli azzurri e li fa stare meglio sul terreno di gioco. Ieri hanno segnato 7 giocatori differenti nello stesso match. Un indice di fiducia importante. Sarà importante avere un gruppo unito e coeso perchè e quello che fa vincere le competizioni o, perlomeno, te le fa giocare fino all’ultimo. Per ora il gruppo c’è stato e la qualificazione è arrivata nel miglior modo possibile. Vincendole tutte. Come nessuna nazionale azzurra nella storia aveva fatto.
10/10 – Per la prima volta nella sua storia, l’#Italia ha vinto tutte le gare del girone di qualificazione per una singola edizione tra Europei e Mondiali: 10 su 10 in questo caso. Perfezione.#ItaliaArmenia pic.twitter.com/Ms6qSvwc1O
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Gioventù e qualità
24. E’ il numero degli esordienti con la maglia azzurra della gestione Mancini. Giovani di buon livello che stanno crescendo ed esplodendo. Si pensi a Zaniolo. L’intuizione del ct azzurro che lo convocò quando non aveva nenache un minuto di A. Zaniolo è diventato, nel tempo, un giocatore prorompente nella Roma e che ha un margine di potenziale enorme. Ma non è l’unico talento young. Barella e Sensi, ad esempio, dopo l’exploit nell’Inter di Conte non hanno fatto mancare la qualità con la maglia azzurra. L’Italia è una nazionale talentuosa e giovane. Un pregio che può rivelarsi un arma a doppio taglio. L’esaltazione potrebbe portare questi ragazzi ad “accontentarsi”. Dovrà essere bravo il Mancio a saperli gestire quando la posta in gioco sarà più dura e gli tremeranno le gambe.
Ma la qualità non viene solo dai giovani. Anche altri giocatori più “anziani” stanno esponendo tutto il loro potenziale. La crescita di giocatori come Acerbi e Jorginho giova a questa nazionale che è riuscita a saper mettere nelle buone condizioni un giocatore che in azzurro non aveva mai dato il suo massimo. Quel Verratti che non ha potuto giocare contro Bosnia e Armenia causa infortunio, ma che sta vivendo il suo miglior momento in azzurro.
I 30 punti dell’Italia hanno risollevato l’immagine della nostra nazionale. Andiamo a Euro 2020 non ancora da squadra candidata alla vittoria ma con una base solida. Mancini dovrà lavorare duramente per limare gli errori in fase di disimpegno e evitare i cali di concentrazione. Il rovescio della medaglia di questo ciclo vincente è che il morale può tornare basso più velocemente di come è salito. Euro 2020 sarà un’altra storia. Noi non possiamo fare altro che sperare che sia una bella storia.
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