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Da Rivera a Barazzutti, la storia multisport di Giuseppe Cornara

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Se passeggiate per le strade di Alessandria, da qualche mese avrete modo di individuare un’area parcheggio dedicata a Giuseppe Cornara. Un personaggio senza dubbio particolarmente importante per la città piemontese se addirittura si è deciso di riservagli uno spazio nella memoria pubblica, tuttavia chi era costui ?

Per i pochi che non lo sapessero Cornara è stato un buon calciatore, un ottimo allenatore, ma soprattutto lo scopritore di due purosangue come Gianni Rivera e Corrado Barazzutti. Perchè soltanto i fuoriclasse sono in grado di primeggiare in due sport differenti come il calcio e il tennis, ma soprattutto di aver il giusto fiuto per scoprire nuovi talenti.

LE ORIGINI DA CALCIATORE E L’ALESSANDRIA

Le origini di Cornara furono tuttavia essendo nato il 30 dicembre 1908 nel piccolo comune di Gamalero dove tira i primi calci al pallone prima di approdare nelle giovanili dei Grigi e finire per farsi le ossa nel neonato Taranto durante il Servizio di Leva dove fra Campionato Meridionale e Prima Divisione mostrò le proprie doti di centravanti mettendo a segno 30 gol su 39 presenze a cavallo fra il 1928 e il 1931.

Naturale fu il ritorno sulle sponde del Tanaro dove debuttò in Serie A trovando la via della rete per 13 volte su quaranta partite oltre che a tranquille salvezze. Più sfortunate invece apparvero le esperienze a Casale e alla Sampierdarenese dove da una parte si ritrovò a fare i conti con due retrocessioni consecutive, dall’altra a una manciata di minuti nella massima serie. Una parabola discendente che si concluse alla Pro Vercelli in Serie B con sessanta presenze in A e 17 gol che gli valse il titolo di  un attaccante dai “piedi buoni”, particolarmente forte di testa”.

IL CENTRO ADDESTRAMENTO GIOVANI CALCIATORI E GIANNI RIVERA

Come spesso si dice “quando si chiude una porta, si apre un portone” e fu anche il caso di Cornara che dopo il ritiro divenne un vero e proprio talent scout fondando nel 1957 il Centro Addestramento Giovani Calciatori dell’Alessandria, secondo ente di questo genere presente nel nostro paese e chiamato a crescere i giovani campioni in casa e legarli alla società anche prima dei 14 anni. Come raccontato da alcuni testimoni, i provini si svolgevano negli spazi antistanti lo Stadio “Giuseppe Moccagatta” con tanto di quadernino in mano dove era scritto un decalogo del perfetto calciatore che doveva “saper trattare la palla con i due piedi, giuocare bene di testa, saper scartare almeno un avversario, da fermo o in corsa, saper correre e avere scatto, avere intuizione e tempestività nell’impossessarsi della palla, avere visione precisa e istantanea del giuoco, avere cioè riflessi pronti, saper smarcarsi bene e al tempo giusto. Per ultimo le doti fisiche, per poter eseguire quanto sopra”.

Gianni Rivera a lezione da Giuseppe Cornara © Archivio Museo Grigio

Fra quei ragazzini che comparvero sul terreno di gioco piemontese arrivò nel 1958 un ragazzino biondo scoperto sul campo dell’oratorio dei Salesiani all’ombra di Santa Maria di Castello dal nome Gianni Rivera. Chiamato per un provino, il futuro capitano del Milan era stato già letteralmente scelto da Cornara che, oltre a indirizzarlo verso il football internazionale, venne premiato con il “Seminatore d’Oro” per il lavoro con i giovani.

Così lo ha ricordato qualche mese fa l’Abatino in occasione dell’intitolazione del piazzale:

“Ho un bel ricordo di Cornara. Aveva grandi qualità tecniche e umane. Non si è mai vantato di avere avuto me e Barazzutti come allievi. Si, pure Barazzutti perché sapeva anche insegnare il tennis. Al termine degli allenamenti al Moccagatta, si spostava dietro lo stadio dove c’erano i campi da tennis e dove lo aspettava Barazzutti. È difficile incontrare ancora qualcuno con quelle qualità tecniche ed umane e sono felice che venga ricordato in questo giorno e a lui sia intitolato uno dei piazzali di Alessandria. Speriamo che sia da esempio perché i giovani di oggi avrebbero molto bisogno di una persona come Lui”

IL TENNIS CLUB ALESSANDRIA E LA SCOPERTA DI CORRADO BARAZZUTTI

Mentre sul terreno di gioco era possibile scorgere Rivera incantare gli spettatori con i propri colpi, sotto la curva si poteva condividere l’altra passione di Cornara, quella per la racchetta, tanto da ospitare il Tennis Club Alessandria. A differenza di oggi, l’attività poteva esser svolta soltanto durante la fase estiva dove il tecnico piemontese insegnava con grande attenzione ai propri allievi. Fra questi comparve a metà anni Sessanta un ragazzino particolarmente magro nato a Udine e giunto a quel gioco casualmente grazie a un condomino. Si trattava di Corrado Barazzutti che, come raccontato a Domenico Procacci nel volume “Una squadra” dovette quasi tutto a Cornara.

Un giovanissimo Corrado Barazzutti al Moccagatta insieme a Franco De Ambrogio e Antonella Albini

“Cornara non è stato solo un maestro di tennis, è stato il mio primo e vero educatore, mi ha veramente formato […]. Cornara insegnava la disciplina, l’attenzione, la concentrazione, Il primo periodo, lui mi accompagnava in giro per i tornei … il primo torneo che giocai fu a Pisa, era uno dei tornei più importanti d’Italia a livello under 13. Io avevo 11 o 12 anni. Giocai al primo turno contro uno che era veramente scarso, feci questa partita e vinsi 6-0 6-1, gli feci fare un game. Quando uscii dal campo, Cornara mi fece un cazziatone … ma un cazziatone … che me lo ricordo ancora ! Mi disse ‘Devi imparare a non regalare niente, devi giocare tutti i punti! Non ti devi mai permettere di perdere la concentrazione e devi battere il tuo avversario 6-0, 6-0 se puoi batterlo 6-0, 6-0”.

Una mentalità sicuramente vincente che in quegli anni ha consentito di forgiare anche Roberto Lombardi, per cinque volte presente agli Internazionali d’Italia, ma soprattutto consentì

a Barazzutti di creare quel carattere che emergerà in Coppa Davis dove trionferà nel 1976 insieme ad Adriano Panatta, Paolo Bertolucci e Antonio Zugarelli. Cornara si spegnerà ad Alessandria il 5 settembre 1996 all’età di 87 anni lasciando però un ricordo indelebile in chi ha amato lo sport italiano della secondo Novecento.

Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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