Atletica

Da Di Napoli a Ingebrigtsen, Pietro Arese punta al record italiano sui 1500 metri

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Avere le idee molto chiare è un prerequisito fondamentale per diventare un campione. Pietro Arese non ha mai nascosto i propri obiettivi e, nonostante il Covid l’abbia messo a dura prova, ha saputo reagire trovando nuovi stimoli.

Il quarto posto agli Europei all’aperto di Monaco di Baviera e il quinto alla rassegna continentale Indoor di Istanbul non sono apparsi come due lampi estemporanei, ma piuttosto come pilastri di un atleta che fa delle competizioni internazionali il proprio terreno di caccia preferito. Dopo essersi avvicinato al record italiano di Gennaro Di Napoli nei 1500 metri, il torinese delle Fiamme Gialle punta dritto agli Europei a squadre e ai Mondiali inseguendo quello Jakob Ingebrigtsen che ad oggi appare imbattibile.

A Bydgoszcz ti sei aggiudicato i 1500 metri una tappa del World Continental Tour avvicinando il record italiano di Gennaro Di Napoli. Qual è la genesi di questa prestazione?

Il Covid è stato un po’ uno spartiacque della mia carriera. Prima avevo tutti obiettivi giovanili e nazionali, quindi vincere i Campionati Italiani oppure partecipare agli Europei di categoria. Il 2020 è stato l’anno di riflessione che mi ha poi proiettato a partecipare all’atletica dei grandi. Pian piano ci sono stati miglioramenti maggiori fino ad arrivare lo scorso anno a concludere al quarto posto gli Europei con 3’35”00, che era la quarta miglior prestazione italiana di sempre. Essendo stato in una gara di campionato, si intravedeva la possibilità di ottenere un tempo ancor migliore. Lo scorso anno la stagione poi è finita e quindi non si è più combinato niente, con quel pizzico di rammarico di poter correre un crono più basso. Quest’inverno siamo riusciti a lavorare bene. Siamo partiti con il record italiano del miglio e da lì abbiamo avuto degli alti e bassi, arrivando quinto ai Campionati Europei Indoor di Istanbul, dimostrando ancora una volta di potermi inserire nei migliori del Vecchio Continente, battendo atleti che avevano tempi decisamente migliori dei miei. Abbiamo continuato ad allenarci con intensità, mentalità e soprattutto con il cuore, esordendo a Montreuil con 3’34”27 sapendo che, essendo la prima gara, si poteva ulteriormente meglio. Da qui è uscito poi questo splendido 3’33”56 che fa ben pensare ad agosto con i Mondiali a Budapest.

Pietro Arese vince il titolo italiano indoor ad Ancona © FIDAL

Nel 2022 hai per l’appunto ottenuto il quarto posto agli Europei con un tempo che appare più alto rispetto a quanto fatto quest’anno. C’è l’opportunità di vederti in futuro sul tetto d’Europa?

Se mi avessi chiesto il podio, ti avrei risposto affermativamente senza esitare. Per il titolo in questo momento al comando c’è un fenomeno che è difficile da scalzare come il norvegese Jakob Ingebrigtsen che è stato battuto da persone che reputo siano ancora un gradino sopra di me ad ora. Però ci sono riusciti e quindi, chi lo sa che il prossimo anno non possa farcela.

Il risultato che hai ottenuto sulla pista polacca è molto frutto della tattica che hai impostato durante la gara. Prima di una competizione ti prepari la modalità con cui affrontarla oppure decidi sul momento in base base dell’andamento della gara?

Un po’ entrambe le cose. Con il mio allenatore ci prefiggiamo in linea di massima una tattica che non deve esser però ferrea, ma deve modellarsi in base a come si sviluppa una gara. Solitamente la tattica vincente è di piazzarsi a metà gruppo e l’ultimo giro risalire e salire davanti. A volte ci sono però dei casi in cui tutti partono con ritmi folli, impossibili da gestire. A quel punto non è necessario e tanto meno saggio mettersi al centro del plotone, altrimenti partiresti a ritmi folli pure tu. Non a caso a Monaco di Baviera sono partito dietro perchè sapevo che i miei avversari avrebbero tirato nelle prime fasi e non a caso non sono riusciti a tenere. Io invece sono risalito gradualmente e a chiudere quarto.

Il record di Di Napoli resiste da 33 anni. Secondo te c’è l’opportunità di abbatterlo nel corso di questa stagione?

Su questo aspetto sono molto sereno anche perché sono convinto che si possa fare. Non so quando ciò accadrà, però penso che rispetto a quanto fatto a Bydgoszcz si possa migliorare ancora. Non sono una persona che si è distinta particolarmente durante i meeting, ma sono un atleta che ha dato sempre il meglio in competizioni come Europei e Mondiali, tant’è che da due anni a questa parte faccio i miei record durante le kermesse clou della stagione. Ai Mondiali Indoor dello scorso anno ho fatto così come agli Europei all’aperto e al coperto. Essendo solo otto decimi, in un’ipotetica finale mondiale il record potrebbe arrivare.

Gennaro Di Napoli vince il titolo mondiale sui 3000 metri a Barcellona nel 1995 © FIDAL

Qual è l’obiettivo per i Mondiali?

Il primo sicuramente è arrivare in finale e quindi entrare nei primi dodici. Da lì, in base a come starò e come saranno state le batterie e le semifinali, vedremo cosa succederà”.

Hai sentito Gennaro dopo Bydgoszcz e nel caso ti ha offerto qualche consiglio per inseguire il suo record?

Lui è sempre molto carino e ogni volta che mi vede gareggiare mi fa i complimenti. Consigli non me ne ha mai dati visto che non siamo mai entrati in dettagli tecnici.

Lo scorso anno hai vinto il titolo europeo del cross nella staffetta, proprio a Venaria Reale, vicino a casa. Com’è stato ottenere questo trionfo davanti al tuo pubblico?

E’ stato bellissimo, perchè non solo c’erano i Campionati Europei vicino a casa, ma si svolgevano all’interno della mia provincia, a dieci chilometri da casa mia. C’erano moltissime persone che conoscevo che sono venute a far il tifo per me. E’ stata una vittoria speciale perché mi sento molto un uomo di squadra nonostante faccia uno sport individuale. Vincere un oro in staffetta è stato speciale anche perché, da mezzofondisti, difficilmente partecipiamo a delle staffette.

E’ stato più bello ottenere questa vittoria nelle tue terre oppure sfiorare il record italiano sui 1500 metri?

Assolutamente il titolo perchè ai record ci possono arrivare chiunque e il giorno stesso strapparteli. Le medaglie invece rimangono appese al muro e nessuno potrà mai togliertele.

Pietro Arese in tribuna con la maglia della Nazionale

In passato ti abbiamo visto metterti in luce anche sugli 800 metri. C’è l’opportunità di migliorarti anche su questa distanza e nel caso come si gestiscono due gare per certi versi differenti?

Negli ultimi anni è diventato impossibile doppiare queste gare in campo internazionale all’interno di una stessa competizione, a meno che si tratti di 5000 e 10000 metri che sono molto simili. Tornerò a correre gli 800 cercando di migliorare me stesso, ma non puntando a record o minimi mondiali.

Tu sei laureato in Ingegneria per la Tutela del Lavoro e dell’Ambiente. In futuro ti vedi più come ingegnere oppure ancora nel mondo dell’atletica leggera?

In questo momento è difficile da dire perché sono due facce della stessa medaglia. Due percorsi che mi hanno accompagnato finora e due ambiti che mi hanno dato grandi soddisfazioni. Finché riesco a portarli avanti, cercherò di rimandare questa decisione.

Quali sono infine i prossimi obiettivi di Pietro Arese?

Prima dei Mondiali ci saranno i Campionati Europei a squadre, dove avrò modo di affrontare una bella prova in vista della rassegna iridata, ma soprattutto degli Europei del prossimo anno, visto che, nonostante ci sia un atleta per nazione, diventa abbastanza rappresentativo. Sono poche le nazioni che possono presentare diversi atleti ai più alti livelli. 

Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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