Il primo Agosto 1981 alle 00:01 MTV inaugurava le sue frequenze trasmettendo nell’etere il videoclip “Video killed radio stars”. Il brano, successo di qualche anno prima dei The Buggles, indicava profeticamente che anche in campo musicale l’immagine avrebbe soppiantato la radio: in effetti MTV era la consacrazione di questa tendenza. A quaranta anni di distanza anche nel ciclismo assistiamo a un cambiamento di rotta, se non proprio a una inversione. Il ciclocross, disciplina più di nicchia rispetto alla strada, negli ultimi anni ha visto crescere la propria popolarità e tra la fine del 2020 e l’inizio di questo 2021 ha riscosso un grande successo di pubblico, complice anche l’annullamento di alcune competizioni su strada per il COVID-19. Sarebbe disonesto però pensare che il COVID sia il motivo del nuovo fasto di questa disciplina:i fautori di questo nuovo interesse sono i due campioni Van Aert e Van Der Poel la cui rivalità ha dominato la scena internazionale. Il mondo del ciclismo è sempre alla ricerca di un dualismo a cui appassionarsi e i due giovani campioni si prestano bene per questo ruolo. L’anno passato hanno colto vittorie importanti, in particolare Van Aert che si è dimostrato l’uomo per tutte le stagioni essendo protagonista sia nelle classiche che al Tour; anche Van der Poel si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, e anche se il sassolino non era un ciottolo della Roubaix, un sassolino del Fiandre è sempre un bel macigno. I due giovani si presentano in questo inizio 2021 per dominare le classiche del Nord, a loro più congeniali, già buttando l’occhio anche al mondiale, su strada questa volta, che si disputerà in Belgio a settembre e che potrebbe risultare loro congeniale. Da qui a settembre non mancheranno altri obiettivi “intermedi”: dalla maglia verde per Van Aert alla olimpiade di Mountain bike per Van der Poel. Non sappiamo se per inaugurare la nuova stagione i due si presterebbero a girare un video vestiti d’argento come fece il duo dei The Buggles, probabilmente la proposta l’avrebbe accettata Peter Sagan che da sempre si diverte a essere protagonista in divertenti videoclip. Il tempo dello slovacco sembra essersi eclissato di fronte ai nuovi campioni, ma Sagan non sembra ancora dell’idea di farsi mettere da parte: di certo in questa stagione si scontrerà sia nelle classiche del Nord che al Tour con i due ciclocrossisti e, come ha avuto modo di dire riferendosi allo screzio dell’anno scorso con Van Aert, “la ruota gira”, per cui attenzione che, citando il detto, “Sagan è più vecchio, ma meglio assicurato”.
Per Tadej Pogacar il 2021 sarà un anno importante: dovrà confermarsi il campione che ha dimostrato di essere nel 2020. Il 19 settembre dello scorso anno, lo sloveno ha agguantato una maglia gialla che sembrava ormai saldamente sulle spalle del connazionale Roglic. Nella cronometro a la Planche des belles filles, mentre Pogacar rilanciava l’andatura ai danni del corridore della Jumbo Visma, migliaia di spettatori saltavo in piedi esclamando: “che campione!”; nel frattempo, tra i gazebo dell’arrivo, i Jumbo Visma Van Aert e Domoulin, stavano anch’essi in piedi, ma l’epiteto nella loro mente probabilmente era un po’ differente. Quest’anno lo sloveno deve dimostrare la costanza nel risultato propria dei grandi campioni: il suo obiettivo è, giustamente, il Tour e chissà, forse farà saltare ancora in piedi i telespettatori, in un duello che si preannuncia essere ancora un affare tra sloveni. Chi invece cambia aria per ritrovare la gloria del successo è Bernal: il Tour gli ha fatto gustare il sapore della vittoria, ma l’anno scorso è stata una disfatta. Il colombiano quest’anno viene al Giro e potrebbe anche vincerlo ma dovrà fare i conti con Remco Evenepoel che cerca la prima vittoria in un grande giro. Dopo una edizione della corsa rosa dominata da corridori di secondo piano, quest’anno potrebbe prospettarsi una sfida tra campioni. Citando “Il mio nome è Nessuno”, dopo che hai vinto un Giro d’Italia anche se non eri nessuno, qualcuno cominci ad esserlo. Si potrebbe pensare la stessa cosa di Tao Geoghegan Hart, ma ha dichiarato che quest’anno punta al Tour de France e nella corsa francese sembra difficile riuscirà a primeggiare.
Rimanendo in casa Ineos, chi invece sarà al Giro anche se con un occhio all’olimpiade, è Filippo Ganna che farà probabilmente da scudiero al compagno colombiano. Il corridore piemontese ha messo in chiaro che l’obiettivo dell’anno è la cronometro olimpica. Per quanto l’iride sia una maglia importante, i cinque cerchi hanno tutto un altro significato: a proposito di iride, il buon avvio di stagione di Alaphilippe lo inserisce tra i favoriti per la competizione nella terra del Sol Levante. Dopo il successo al mondiale di Imola, il difficile tracciato dell’olimpiade potrebbe essere adatto alle sue caratteristiche. Occorre ricordare che l’olimpiade, come il campionato del mondo, è una corsa imprevedibile: con solo cinque atleti per squadra, l’esito è incerto e basta un attimo e “ullalla”, Alaphilippe è là!
Immagine in evidenza © Gazzetta dello Sport, Bettini
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