La vittoria all’esordio della Nazionale femminile, alla sua prima apparizione ad un Mondiale dopo 20 anni, è stata una piacevole sorpresa. Primo, per la caratura dell’avversario, l’Australia, che compare tra le favorite della rassegna iridata. Secondo, per le emozioni che ha trasmesso: basta guardare i social per rendersi conto dell’eco che ha avuto il gol segnato da Barbara Bonansea al 95′, sintomo di un ulteriore passo avanti in un momento di ripresa per tutto il panorama calcistico nostrano. Ma cosa ci ha lasciato realmente il 2-1 di ieri?
La consapevolezza di un movimento in crescita
Riprendendo quanto già accennato, è sotto gli occhi di tutti l’ascesa esponenziale del movimento calcistico femminile nel nostro Paese. La Federazione australiana ha proibito alle proprie atlete di trasferirsi nella nostra Serie A, considerata una lega di basso livello. A prescindere dall’aver testato sulla propria pelle le capacità delle azzurre, questa decisione pare cozzare non poco con quanto visto quest’anno. L’approdo di atlete di primissimo livello, combinato con la presenza di club dalla grande tradizione calcistica maschile – il Milan da questa stagione appena conclusa, la Juventus già da quella precedente – hanno alzato non di poco l’asticella. Una copertura televisiva come quella di Sky ha avuto di sicuro il suo peso, assicurandosi la trasmissione del torneo anche per la stagione 2019/20, oltre che quella dei Mondiali in corso. Siamo lontani dal riempire gli stadi come in Francia o Spagna, ma per un contesto che fino a poco tempo fa era poco più che dilettantistico, il lavoro fatto è già un ottimo passo avanti.
Una prova di carattere (e qualità)
Il campo ha dato delle risposte più che confortanti. L’Italia di Milena Bertolini ha fornito una prova “tipicamente azzurra”, di quelle che la nostra Nazionale offre quando sembra essere condannata già prima di iniziare a giocare. Lo svantaggio iniziale siglato da Kerr ha certificato un primo tempo non perfetto delle nostre, al contrario di una ripresa giocata con il coltello tra i denti. Complici gli ingressi di Sabatini e Giacinti, ad aumentare, oltre all’intensità, è stata la qualità delle giocate dei singoli a servizio della squadra, che ha acquisito progressivamente sicurezza. Menzione a parte meritano la prova di una superlativa Giuliani tra i pali e ovviamente della match winner Bonansea, capace di costruirsi con caparbietà il gol del pari e di trovarsi a fine gara nel posto giusto al momento giusto sulla punizione di Cernoia.
Probabilità concrete di passaggio del turno
Aldilà della componente emotiva, i 3 punti conquistati aprono sostanzialmente le porte ad un passaggio agli ottavi di finale. Il regolamento del torneo, infatti, prevede il superamento del turno per le prime due di ogni girone, oltre che per le quattro migliori terze. Ciò fornisce ancora più peso al successo azzurro, vista la possibilità di chiudere il discorso con una vittoria contro la Giamaica venerdì prossimo. Ciò ridurrebbe verosimilmente il terzo impegno contro il fortissimo Brasile ad una sfida per il primo posto nel raggruppamento. È certa la presenza di formazioni più accreditate e preparate di noi, ma il Mondiale è storicamente imprevedibile e sognare non costa nulla.
Un calcio all’ignoranza
Forse la vittoria più bella è quella contro il pregiudizio di molti, compresi gli addetti ai lavori. Non è retorica, è semplice e naturale apertura ad un pensiero decisamente più moderno, in quanto nel 2019 è impensabile ragionare per distinzioni di genere, tanto meno per quanto riguarda il calcio o lo sport in generale. Le donne sanno giocare a calcio, e lo fanno anche piuttosto bene.
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