Rugby

Cosa aspettarci dal Sei Nazioni 2020?

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Francia

©Reuters/Rebecca Naden

Questa è la compagine che si trova ad essere più rinnovata dopo il mondiale tra tutte le partecipanti. Cambiato il tecnico, Ghaltiè, cambiata radicalmente la rosa, con il ventisettenne Vakatama che sarà l’uomo metà per antonomasia. L’obiettivo dichiarato del quadriennio è formare nuove leve che arrivino al mondiale casalingo del 2023 al massimo del loro potenziale, pertanto per questo torneo la Francia difficilmente potrà puntare oltre al quarto posto, ma allo stesso tempo può rappresentare la mina vagante della competizione.

Galles

©SixNationsRugby, Twitter

Terminata l’era d’oro di Warren Gatland (quattro volte vincitore del torneo in questione), i campioni in carica ripartono dall’head coach neozelandese Wayne Pivac e una squadra falcidiata da acciaccati ed infortunati. Jonathan Davies, Gareth Anscombe, Rhys Patchell, Tomas Francis ed Owen Lane sono solo alcuni dei nomi che quasi certamente non vedremo in campo nei prossimi 42 giorni. Più che positiva invece la convocazione della promessa Louis Rees-Zammit: fari puntati sull’ala che compirà 19 anni il giorno dopo il possibile debutto contro l’Italia. Nemmeno il calendario viene in aiuto dei Dragoni: vero che sono previste tre partite nel fortino del Millennium Stadium, ma nelle uniche due trasferte in programma a Dublino (8 febbraio) e Londra (7 marzo) i gallesi dovranno fronteggiare le rivali più temibili. Il bis resta comunque possibile, ma serviranno gli straordinari e un pizzico di fortuna. Quella che è mancata finora.

Inghilterra

©EnglandRugby, Twitter

L’Inghilterra, vicecampione del mondo, si presenta con l’obiettivo di sottrarre il titolo di campioni ai rivali del Galles.
La formazione di Eddie Jones è favorita, anche perché i due scontri più importanti, contro Irlanda e Galles, saranno tra le mura di Twickenham.
Nel XV inglese, però, ci sono anche note meno liete.
Tra i leoni convocati, infatti, ci sono ben 7 giocatori dei Saracens, recentemente retrocessi d’ufficio, e il clima all’interno dello spogliatoio non è più così sereno.
Inoltre, l’infortunio di un uomo chiave Vunipola complica ulteriormente la missione inglese.
Quest’assenza tuttavia concede un’occasione al giovanissimo Ben Earl.
Il 22enne dei Saracens è una delle stelle emergenti, che potrà consacrarsi durante questo torneo.

Irlanda

©Reuters/Andrew Boyers

Attese conferme dall’Irlanda, dopo un Mondiale non giocato al meglio, l’arrivo del nuovo allenatore (Andy Farrell) e due ritiri importanti come quello di Rory Best e Rob Kearney.
Notevole la forte impronta Leicester data alla formazione irlandese, con ben 16 giocatori provenienti dalla squadra di club Campione d’Europa in carica. Inoltre, questi ultimi, non hanno ancora perso una singola partita in stagione. Percentuale mostruosa di vittorie, 100%.
Il cammino dell’Irlanda appare incerto, una squadra capace grandissime prestazioni ma anche di infliggere grandi delusioni ai propri tifosi. Conterà partire bene contro la Scozia, per gettare la basi ed acquistire fiducia per un grande percorso nel Sei Nazioni 2020.

Italia 🇮🇹

©Sebastiano Pessina

Ci eravamo lasciati al Mondiale in Giappone con l’uscita dal torneo e ci ritroviamo al Sei Nazioni con delle novità. A partire dal capo allenatore che non è più O’Shea ma al suo posto è arrivato Franco Smith. Da vedere se resterà anche in futuro oppure è una parentesi solo per il Sei Nazioni. Cambio anche per il capitano della squadra. Sarà Bigi a guidare la squadra, giocatore tecnico e ricco di carisma, che non dovrà far rimpiangere la leadership di Parisse. Con queste novità ci sarà qualcosa da ricostruire rispetto al passato, già dal punto di vista tecnico. Ma l’obiettivo di tutti è quello di tornare a vincere dopo 17 partite consecutive senza una vittoria nel Sei Nazioni. E giocare per provare a evitare l’ennesimo cucchiaio di legno. Le novità di solito servono per dare qualcosa di più, speriamo bastino a raggiungere gli obiettivi.

Scozia

©ScotlandTeam, Twitter

Anche la Scozia approccerà il torneo nel segno del rinnovamento della rosa. La squadra guidata da mr Townsend è chiamata a riscattare un mondiale non brillante e a ricercare quella continuità di prestazioni smarrita nel 2019, con una rosa composta in gtan parte da under 25 non sarà un compito facile, più probabile che l’obiettivo alla portata sia cercare di non arrivare ultimi a scapito dell’Italia. Tuttavia, ne siamo certi, renderanno la vita difficile a tutti, soprattutto nelle partite casalinghe.

I numeri 📊

Il Galles oltre ad essere campione in carica è anche la nazione con più trionfi, 39, davanti all’Inghilterra a quota 38 che però può vantare il maggior numero di Grande Slam (13).
Chi invece ha “vinto” più cucchiai di legno (l’ultimo posto in classifica) è l’Irlanda, che per 29 volte su 125 partecipazioni è stato il fanalino di coda.
Il triste primato però spetta di diritto all’Italia. Da quando sono presenti nel Sei Nazioni, gli azzurri hanno chiuso al sesto posto in ben 14 edizioni su 20. Nove di queste senza vincere nemmeno una partita.
L’ex capitano dell’Italia Sergio Parisse detiene il record di presenze nel torneo a quota 69, staccando di quattro lunghezze la leggenda irlandese Brian O’Driscoll primatista a sua volta di mete segnate (26).
La partita dal punteggio più alto è Inghilterra-Italia dell’edizione 2001, terminata 80-23 in favore dei padroni di casa che vantano anche il maggior numero di punti segnati in una gara.

 

Hanno collaborato Simone Bruni, Marco D’Onorio, Luca Montanari, Marco Ferraris, Gianmarco Perrone e Davide Bottarelli.

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