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Cortina dà, Cortina toglie

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Esistono un dove e un quando che rispecchiano profondamente l’attuale stato d’animo e di salute dell’Italia dello sci alpino? Purtroppo sì. Sono bastate un paio di gare veloci, nel weekend di Coppa del Mondo 2021/2022 a Cortina, per scoprire il salasso che paghiamo, da qualche anno, con la malasorte in questo sport. E non c’è fotografia migliore della località delle Dolomiti per dare un’idea di quanto, nell’ultimo periodo, le azzurre stiano rendendo al massimo, ma debbano fare i conti con una spropositata quantità di sfortuna. L’infortunio di Sofia Goggia è l’ultima lacrima che fa traboccare un vaso di riflessioni. Su quanto Cortina rappresenti – sportivamente parlando – croce e delizia del Paese, nessun’altra è in grado di pareggiarla.


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Cortina dà. Prima di tutto perché il suo comprensorio è in grado di offrire al circo bianco uno scenario degno delle montagne più belle del mondo. La sua Olympia delle Tofane è la pista più spettacolare su cui gareggiano le donne, e appare uno spreco utilizzarla soltanto a metà, mentre nella stessa stagione di Coppa del Mondo vediamo il settore maschile prendere parte a teatrini osceni (ma questa è una storia che andrebbe approfondita in altra sede). Una località che ha donato all’Italia le prime Olimpiadi in casa della storia, i Mondiali di sci in un passato più recente e i futuri Giochi Olimpici Invernali del 2026. Un autentico patrimonio artistico dello sport, di un fascino che non ha nulla da invidiare allo stadio o il palazzetto del cuore.

Cortina toglie. Eppure. Perché in realtà i suoi tracciati non hanno mai regalato grandi emozioni agli atleti italiani, salvo rari casi. Manca, ancora oggi, la gioia di poter festeggiare un trionfo tutto “dolomitico” in un grande evento. Certo, Marta Bassino si è laureata per la prima volta campionessa iridata nel parallelo proprio qui ai Mondiali 2021, ma quella gara è divenuta famosa per le controversie di un format non all’altezza dell’evento, piuttosto che per la prova in sé, lasciando in secondo piano le celebrazioni. Col massimo rispetto nei confronti della piemontese, alla quale va riconosciuta una medaglia d’oro iridata conquistata meritatamente. È anche vero che quell’argento di Luca De Aliprandini, nella stessa edizione, valeva molto di più della reale caratura del metallo. Tuttavia, le aspettative alla vigilia erano diverse, rispetto a quanto poi accaduto. Il post-evento lascia incertezze, opinioni divisive, ma soprattutto rimpianti per quello che sarebbe potuto accadere se solo a Sofia Goggia non fosse stata tolta la possibilità – in maniera banale, peraltro – di partecipare ai Mondiali di casa in uno stato di forma mai visto prima.

Cortina ridà. Nel 2022, all’Italia, un doppio successo in discesa libera e Super G donne davanti al proprio pubblico. Come se si fosse pentita dello screzio compiuto l’anno precedente. Restituendo, per un momento, le verità del movimento femminile italiano che, per un attimo, erano state messe in discussione. Ossia della squadra azzurra più forte di tutti i tempi, destinata a macinare primati nazionali. Una superpotenza nella specialità del supergigante, capitanata dalla donna più veloce con gli sci ai piedi al momento. “Figlia del Vento”, capace di inventarsi delle traiettorie tutte sue e dominare lo stesso in discesa. E non c’era luogo migliore per timbrare la vittoria numero 300 dell’Italia dello sci alpino se non in casa, per giunta in una località simbolo come Cortina. Successo che arriva nella prova in cui godiamo del miglior stato di salute grazie ad Elena Curtoni, incarnazione del massimo impegno e dei continui sforzi che rendono il Bel Paese un’eccellenza a livello mondiale.

Cortina toglie. Crudelmente. Leva la serenità alle persone presenti sugli spalti, e alle centinaia di migliaia di spettatori incollati al televisore, durante una domenica in pieno inverno. Tutti alimentati dalla passione per colei che ha vinto il giorno precedente in discesa e che, tra un paio di settimane, dovrebbe rappresentare la nostra nazionale nella rassegna a cinque cerchi. E, invece, viene negata persino la soddisfazione completa della seconda vittoria in carriera di Elena Curtoni e di una pietra miliare così importante per gli azzurri. È un fattore psicologico: tra i due sentimenti contrastanti prevale quello negativo, cioè l’apprensione per le condizioni dell’olimpionica.

Cortina è capace di dare e togliere a Sofia Goggia. Tutto in ventiquattro ore. Prima le concede di tornare dalla migliore amica dopo quattro anni di lontananza e riconsolidare i rapporti con un successo inaspettato per come è stato ottenuto, da “far scoppiare il cuore”, come ha detto la stessa atleta. Poi, il giorno successivo, le fa uno scherzo di cattivo gusto all’altezza dello Scarpadon. Cortina toglie… il respiro. E non ha senso pensare che la bergamasca si sia presa troppi rischi: quando ad aspettarti a valle c’è una platea accorsa tutta per te, l’unica cosa a cui pensi è mostrare la migliore versione possibile sul tuo tracciato preferito, anziché scendere col freno tirato perché una settimana fa hai già temuto abbastanza e, a breve, ti aspetta un appuntamento più importante. La dinamica della caduta appare meno pesante rispetto al brutto impatto sulle reti della settimana precedente, eppure si capisce da subito che stavolta l’entità del danno è seria. E allora Cortina toglie qualunque certezza all’Italia intera, in particolare all’ideale di Sofia Goggia, secondo cui sia fondamentale rispettare i giusti tempi per ogni cosa. Pechino 2022 è troppo vicina, bisogna quantomeno salvare il salvabile e sperare di saper correre più veloci di quanto non si faccia già in pista.

Cortina rischia di togliere la prossima portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi Invernali. E qualsiasi  appassionato di sport con un minimo di patriottismo in corpo può capire il dolore nel leggere queste parole. Perdere un elemento di punta e carismatico, come quello della campionessa olimpica in carica in discesa, rischierebbe addirittura di minare la fiducia di tutto il resto della spedizione azzurra.

 

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E allora, tirando le somme, notiamo che Cortina dà sì veramente tanto, ma mai abbastanza rispetto a quanto troppo toglie. Se esistesse veramente un fondo di credito con la sfortuna, potremmo già stappare la prima bottiglia di spumante in vista delle Olimpiadi 2026. Ma anche questo fa parte dell’essenza dello sport, ed è proprio ciò che ce lo fa detestare per poi tornare a perdonarlo immediatamente, come l’amore di Sofia Goggia per Le Tofane, e seguirlo come la bergamasca sta rincorrendo l’aereo verso la capitale cinese. Con tutta la nostra spinta per te, Sofi.

 

Immagine in evidenza: Twitter ItaliaTeam 

Luca Montanari
Dimostrerò che lo sport è una lettura semplificata della realtà. Instagram: @lucamontanari_98 Twitter: @Luca_Monta_

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