AtleticaCalcioCiclismoNuotoTuffi

Cinque “prime volte” del 2024

0

Il 2024 sta per terminare ed è tempo di bilanci, di aprire i cassetti della memoria, che come in ogni anno olimpico sono pieni di avvenimenti, emozioni e personaggi da ricordare. Tra i tanti highlights di quest’anno, non solo quelli relativi alle settimane dei Giochi di Parigi, alcuni eventi che non si erano mai verificati prima, tra imprese memorabili e statistiche peculiari e forse irripetibili. Come già fatto nel 2023, andiamo a ripercorrere alcune delle “prime volte” più significative dell’anno.

Un paio di specifiche necessarie: non si tratta di record quantitativi ma qualitativi, e che quindi possono essere solo eguagliati o ripetuti in futuro, ma non superati; non è necessariamente un ranking dalla prima alla quinta posizione (l’ordine è cronologico), ma una selezione di atleti, avvenimenti, statistiche o situazioni particolari che meritavano uno spazio di riflessione e celebrazione per la loro portata storica, e sicuramente ci sono molti altri esempi citabili a seconda delle varie sensibilità sportive.

Il primo oro olimpico (26 luglio-11 agosto)

I Giochi Olimpici di Parigi saranno per sempre ricordati come i Giochi della prima medaglia d’oro per quattro nazioni: Botswana, Dominica, Guatemala e Saint Lucia. Tre di questi quattro ori sono arrivati dall’atletica, due nello spazio di qualche minuto nella serata del 3 agosto. Prima la dominicense Thea LaFond, oro nel salto triplo, poi con la splendida vittoria della santaluciana Julien Alfred nei 100 metri, che sarà poi argento anche nei 200. Per entrambi i comitati è anche la prima medaglia in assoluto, mentre Botswana e Guatemala erano già state rappresentate sul podio prima delle vittorie di Letsile Tebogo (atletica, 200 metri) e Adriana Ruano Oliva (tiro a volo, trap). Prime medaglie anche per Albania (due bronzi, Chermen Valiev e Islam Dudaev nella lotta) e Capo Verde (bronzo di David De Pina nel pugilato). Storica anche la prima medaglia per il Refugee Olympic Team, con il bronzo della pugile Cindy Ngamba.

Katie Ledecky: il primo bronzo (27 luglio)

Una medaglia di bronzo nella gara olimpica 400 stile libero, condividendo il podio con due fuoriclasse come Ariarne Titmus e Summer McIntosh, sarebbe un risultato sensazionale per qualsiasi nuotatrice del mondo, ma diventa una controprestazione se l’atleta in questione è Katie Ledecky. Per la prima volta in carriera tra Giochi Olimpici e Campionati del mondo, la campionessa statunitense si è dovuta accontentare del gradino più basso del podio, dopo 28 medaglie d’oro e 9 d’argento e nessuna gara chiusa fuori dalle prime tre. Nei giorni successivi Ledecky si rifarà con la doppietta 800-1500, raggiungendo quota quattordici medaglie olimpiche, seconda più titolata di sempre nel nuoto dopo Michael Phelps, pareggiando anche il record femminile di medaglie d’oro della ginnasta Larisa Latynina. Inoltre, con le performance a La Défense Arena, Ledecky detiene ora i migliori 30 tempi all-time negli 800 stile libero e i primi 20 nei 1500.

Embed from Getty Images

Spagna calcio: l’anno dei record (28 luglio, 28 ottobre)

Sono molteplici i record battuti dalla Spagna del calcio nel corso del 2024, perché le varie selezioni della Roja hanno vinto tutto quello che potevano vincere. Per la prima volta, una stessa nazionale è stata in grado di vincere un torneo internazionale con la prima squadra maschile (Europeo), la prima squadra femminile (Nations League) e squadre giovanili maschili (Europeo U19) e femminili (Europeo U17 e U19). A queste vittorie si aggiunge anche l’oro olimpico della squadra maschile, che porta la Spagna ad essere contemporaneamente campione d’Europa, campione olimpica e campione del mondo, con il titolo conquistato dalla squadra femminile nel 2023. Migliorato anche il 2011 del Giappone, che vinse la Coppa d’Asia maschile e il mondiale femminile. Inevitabilmente, da tutte queste vittorie arrivano anche i premi individuali, e per la prima volta nella storia il vincitore del Pallone d’oro maschile (Rodri Hernández) e la vincitrice di quello femminile (Aitana Bonmatí) provengono dalla stessa Nazione.

Cao Yuan: il grande slam della Cina (10 agosto)

A rompere la maledizione ci ha pensato Cao Yuan, dominando la finale della piattoforma maschile. Per la prima volta nella storia, la Cina completa il grande slam olimpico nei tuffi, vincendo otto medaglie d’oro sulle otto disponibili. Spesso era stata proprio la piattaforma a tradire la nazione dominante degli ultimi 30 anni almeno, specialmente in campo femminile. A Pechino 2008 a strappare il record era stato l’australiano Matthew Mitcham, a Londra 2012 lo statunitense David Boudia dalla piattaforma e il russo Ilya Zakharov da 3 metri, mentre a Rio 2016 e Tokyo 2020 le sconfitte erano arrivate per mano del sincro britannico, prima Jack Laugher e Chris Mears dal trampolino e poi Tom Daley e Matthew Lee dalla piattaforma. Questa volta nessun passo falso in campo maschile, con le vittorie individuali di Cao Yuan e Xie Siyi, a cui si aggiungono quelle di Chen Yiwen e Quan Hongchan al femminile e di tutte e quattro le coppie di sincro.

Grace Brown e Remco Evenepoel: la doppia doppietta a cronometro (22 settembre)

Dall’introduzione della cronometro individuale ai Giochi Olimpici ad Atlanta ’96, nessuno era mai riuscito a vincere nello stesso anno l’oro olimpico e il titolo mondiale nella prova contro il tempo nello stesso anno. Il 22 settembre a Zurigo è successo due volte nello spazio di poche ore: prima Grace Brown, che dopo aver dominato a Parigi si è presa anche la maglia iridata, battendo Demi Vollering per sedici secondi. Poi è toccato a Remco Evenepoel, che in entrambe le prove ha avuro la meglio su Filippo Ganna per una manciata di secondi (14″ a Parigi, 6″ a Zurigo). L’australiana ha concluso la sua carriera con i suoi due successi più importanti, a cui si aggiunge la vittoria alla Liège-Bastogne-Liège, mentre il belga è diventato anche il primo uomo a vincere sia la cronometro che la gara in linea olimpica, come già aveva fatto la neerlandese Leontien van Moorsel a Sydney 2000.

Immagine in evidenza a cura di Riccardo Seghizzi

Giovanni Valenzasca

Comments

Comments are closed.

Login/Sign up