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Charles come Gilles: così lontani, così vicini

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La Formula Uno lo scorso fine settimana ha corso in Canada, nel circuito di Montréal, terra tra il verde dell’isola di Notre-Dame e l’azzurro del cielo. E sul traguardo una sola scritta: “Salut Gilles!”. Nel Québec la velocità e l’amore per i motori ha un nome e un cognome: Gilles Villeneuve. Un uomo che ha attraversato le vie del Circus più di 40 anni fa, ma che non è mai stato dimenticato.

Gilles non aveva il senso del limite e della misura, o tutto o niente. Tornava al box con la sua Rossa demolita, senza ruote e cambio, con semiassi, frizioni, freni macinati, e chiedeva: “Si può riparare? Posso continuare?“. Non ci sarà più nessuno come Gilles: la Formula Uno d’oggi in primis, tra budget cap e regole, non accetterebbe un pilota del genere. Con il carattere caparbio di chi non riesce a staccare il piede dall’acceleratore mentre sfreccia in pista.

L’Aviatore, che non aveva paura di rispondere alla stampa (“Al volante ci sono io e so io quel che succede!“), ha conquistato il cuore dei Tifosi. Stefano Domenicali lo ricorda: “Fu un catalizzatore di emozioni. Eravamo tutti per lui. Ci incantava con le sue acrobazie, con il suo coraggio senza limiti. Gilles è stato molto più di un pilota. Io scavalcavo le reti del circuito (di Imola) di notte, per lui. […] Da adolescenti senza soldi in tasca facevamo di tutto pur di vedere la Rossa di Villeneuve da vicino.

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Nei tempi di una Ferrari in chiara difficoltà, Charles Leclerc, che l’era di Gilles non l’ha mai conosciuta, non perde occasione di ricordare e onorare la leggenda Villeneuve. Uniti entrambi dalla passione per il Cavallino Rampante. Giovedì il monegasco si è presentato con un casco speciale color rosso e nero, come quello di Gilles. Sui canali social della Squadra italiana compare un video: “Un casco speciale per un pilota speciale“.

Sembra però che l’omaggio non sia stato gradito dal figlio di Gilles, Jacques. “Vedere quel casco giovedì è stato uno shock enorme. Nessuno ci aveva avvisati“, ha dichiarato il figlio d’arte. Le due parti alla fine si sono chiarite e, nella giornata di sabato, la moglie Joann e la figlia Melanie si sono presentate al box del 16, sorridenti e pronte a ringraziare il monegasco.

Eppure non è la prima volta che Charles Leclerc ricorda Gilles Villenueve. Come tutti i veri appassionati, come chi sente nostalgia e prova a ricostruire un’epoca che non ha mai vissuto. Lo scorso maggio, in occasione dei 40 anni dalla sua scomparsa, Leclerc ha guidato la 312 T4, anno 1979, del canadese sulla pista di Fiorano. “Una leggenda per il nostro sport e per la Ferrari. Un pilota incredibile che ha sempre dato il suo 200%, mi sento così fortunato ad aver avuto la possibilità di guidare la sua auto”, scrisse il monegasco.

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Charles come Gilles, così simili. Nella velocità, nella ricerca del limite, nell’amore per la Rossa e nell’ammirazione dei Tifosi. Gilles forse non ha avuto la possibilità di realizzare tutti i suoi sogni in Formula Uno, così come con la Ferrari. Charles vive un motorsport diverso, è giovane, ha ancora una carriera davanti e presto dovrà scegliere se proseguire la sua esperienza in rosso. E mentre la stampa parlava (e parla) inseguendo le polemiche, sono questi i piloti che lasciano il segno e fanno battere il cuore: quelli che sognano e bagnano gli occhi di emozione, che vorrebbero correre veloci fino a raggiungere le stelle, e oltre.

Immagine in evidenza: © Goodwood Road & Racing (@GoodwoodRRC), Twitter

Giulia De Ieso

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