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GiroGrafia – Cesena 2008, Alessandro Bertolini e il “tutti giù per terra”

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Se pensi a Cesena, pensi subito a Marco Pantani e alle sue grandi imprese che hanno segnato quel territorio tanto da diventarne un centro di culto per gli appassionati di ciclismo. Il Monte Carpegna su tutti è diventato un simbolo in quanto lo scalatore romagnolo amava testare lì la propria condizione prima di una grande corsa come il Giro d’Italia e il Tour de France.

Proprio sulle pendici del Montefeltro iniziò il dramma di diversi corridori protagonisti di una delle tappe più “scivolose” degli ultimi due decenni della Corsa Rosa e destinata a ricordare il decimo anniversario dalla doppietta di Pantani, ma divenuta celebre per le cadute. Stiamo parlando dell’Urbania-Cesena e questo è il Giro d’Italia 2008.

Come nei finali più intriganti, è necessario far un passo indietro per comprendere quanto accadde quel giorno. Dopo aver vissuto una prima settimana scoppiettante caratterizzata dalla fuga di Giovanni Visconti, in rosa sin dalla tappa di Peschici, il Giro era approdato nelle Marche con una cronometro di 39,4 chilometri che aveva visto il successo di Marzio Bruseghin, ma soprattutto il balzo in avanti di Alberto Contador, giunto sulle strade italiane all’ultimo minuto dopo l’esclusione dalla Grand Boucle della sua Astana.

Giovanni Visconti in maglia rosa al Giro d’Italia 2008 ©Albumciclismo

La frazione da Urbania a Cesena appariva quindi la classica tappa adatta ai più coraggiosi, complice le numerose alture appenniniche da superare e soprattutto la pioggia battente che da alcuni giorni stava colpendo le regioni adriatiche e soprattutto scoraggiando gli uomini di classifica a metter il volto fuori dal gruppo. Come da pronostico la fuga prese corpo sin dalle prime battute con lo spagnolo Pablo Lastras Garcia, il finlandese Jussi Veikkanen, il francese Laurent Mangel e gli azzurri Alessandro Bertolini e Tiziano Dall’Antonia in grado di avvantaggiarsi sulle pendici di San Marino.

Un gruppetto ben assortito, facilmente gestibile per il plotone principale, ma soprattutto con uomini che alla salita sanno dare del “tu” come Lastras e Bertolini, reduce da un’estate piena di successi che l’aveva condotto in maglia azzurra ai Mondiali di Stoccarda 2007.  Nonostante i 37 anni da compiere, il corridore trentino aveva trovato una nuova gioventù con la maglia della Serramenti Diquigiovanni mettendo in mostra il proprio carattere battagliero lungo le strade delle classiche italiane.

Un carattere che certamente non mancava nemmeno a Danilo Di Luca, reduce da una débâcle nella prova contro il tempo e pronto a riscattarsi immediatamente sulle ardue pendenze del Carpegna tanto da metter alla frusta i principali contendenti alla maglia rosa. Un’azione tanto spettacolare quanto vana complice il grande vantaggio accumulato dai fuggitivi, transitati al valico con cinque minuti di vantaggio. Se la salita prometteva fuoco e fiamme, a far la differenza divenne improvvisamente la lunga discesa, resa ancor più complessa dall’asfalto viscido, vero protagonista di questa frazione.

La scalata verso il Monte Carpegna

Come in un “romanzo di formazione” il primo a farne le spese è Bertolini che, insieme a Dall’Antonia, scivola bruscamente dovendo così spendere energie importanti per rientrare sulla testa della corsa. La caduta dell’uomo di Gianni Savio non è un caso isolato, quanto piuttosto un preludio a una serie di scivoloni che vede coinvolti nel gruppo l’ex maglia rosa Franco Pellizzotti e la futura maglia verde Emanuele Sella, vincitore nel 2004 proprio a Cesena.

Nonostante l’azione di Di Luca e della LPR-Ballan non sembra aver sortito alcun effetto fra gli uomini di classifica, la stessa diventa propedeutica per un attacco in contropiede guidato da Fortunato Baliani e Gabriele Bosisio, quest’ultimo gregario dell’abruzzese. L’azione si sviluppa lungo la salita che conduce il gruppo verso Perticara e consente ai contrattaccanti di tornare in gioco per il successo finale, per lo meno nel caso di Baliani che, sfruttando un pizzico di fortuna che conserva nel suo nome, rientra davanti. Per Bosisio l’esito è simile a molti attori di questa tappa: una caduta in discesa lo esclude dalla contesa e rinvia di qualche giorno il suo appuntamento con la gloria.

Il numero dei fuggitivi sale a sei, mentre dietro si continua a cadere con Visconti, Sella, Leonardo Piepoli, Levi Leipheimer e Christian Pfannenberger che si ritrovano a saggiare la durezza del catrame scendendo dallo strappo di Monteleone. Sembra veramente un “tutti giù per terra”, ma il meglio deve ancora venire. Sulle ultime salite si staccano Veikkanen, Mangel e Dall’Antonia lasciando a Baliani, Bertolini e Lastras il compito di giocarsi il successo parziale in una volata a tre.

Tutto sembra architettato per lanciare l’umbro della CSF Group verso la vittoria, ma per una volta la regola del “nomen-omen” sembra non voler valere. Baliani prende in testa infatti il tratto che porta verso il traguardo di Cesena, si prepara per lo sprint ristretto quando un sanpietrino colpisce la sua ruota posteriore e lo disarciona dalla sua bicicletta. E’ l’ennesimo colpo di scena di una tappa divenuta una vera e propria “selezione naturale” che premia soltanto chi riesce a rimanere in sella sino all’ultimo centimetro.

Fortunato Baliani al Giro d’Italia 2008 © SpoletOnline

Nemmeno a farlo apposta a trionfare è proprio Bertolini, lui che per primo era caduto, ma che dalla “dea bendata” ha ricevuto un lauto risarcimento tanto da realizzare il sogno di una vita davanti a Lastras. Per Baliani c’è la magra consolazione di un terzo posto che sa di amaro in bocca  e quella consapevolezza che la strada che lo accompagnava verso una vittoria al Giro si è interrotta definitivamente a pochi metri dallo striscione d’arrivo.

Alle loro spalle Visconti difende il primato in classifica allungando di alcuni giorni la propria permanenza al comando della graduatoria, ma questo è soltanto l’antipasto di quanto accadrà sulle Dolomiti dove Sella farà fuoco e fiamme, mentre Alberto Contador e Riccardo Riccò daranno vita a una sfida all’ultimo secondo fra bisticci verbali e tattiche da rivedere.

Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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