Catanzaro è senza dubbio una piazza passionale, dove il calcio è più sentito di ogni altra cosa e il calore del pubblico è una prerogativa. La città giusta per un uomo verace, uno che è partito da Trastevere e ha fatto il “Giro d’Italia” in panchina come Carlo Mazzone.
Noto come “Sor Carletto”, il mister capitolino raggiunge la Calabria dopo aver guidato per tre stagioni la Fiorentina cogliendo un terzo posto nel campionato 1976-77. Un’esperienza conclusa però con un esonero a gennaio 1978 dopo un periodo particolarmente complicato.
L’arrivo di Mazzone a Catanzaro e l’incontro con Massimo Palanca
Mazzone non è un allenatore di primo pelo, anzi è ormai da dieci anni che viaggia sulla cresta dell’onda. E’ sua l’impresa con l’Ascoli che ha portato dalla Serie C alla massima serie per la prima volta nella sua storia. Catanzaro rappresenta quindi la piazza giusta per rilanciarsi e sfruttare tutta la propria genuinità.
Lì trova un attaccante che ha fatto faville in Serie B e ha trascinato la formazione giallorossa nell’Olimpo del calcio italiano dopo un anno di purgatorio. E’ Massimo Palanca, marchigiano dal baffo prorompente, ma soprattutto dal sinistro velenoso. Un accoppiata perfetta per la provincia italiana che, a cavallo fra la fine degli Anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, “vola in Paradiso”.
Il girone di Coppa Italia e lo “schiaffo” al Milan di Rivera
La grande opportunità arriva direttamente alla fine dell’estate con la Coppa Italia che all’epoca era una competizione di livello. In quegli anni il torneo era composto da una serie di gironi da disputare prima dell’inizio del campionato. Un ottimo modo per testare quanto predisposto in ritiro. Il Catanzaro sembra spacciato trovandosi in un girone trovandosi contro il Milan di Gianni Rivera, pronto a cucirsi la stella del 10° scudetto sul petto; un Foggia appena retrocesso in B e deciso a trovare un pronto riscatto, un’agguerrita Spal appena ritornata in “cadetteria” e un solido Lecce ancora alla ricerca della A.
In quegli anni le sorprese non mancano mai e per le Aquile del Sud è arrivato il momento giusto. Il debutto con il Lecce è da sogno con un 3-1 firmato da Claudio Ranieri e da una doppietta di Palanca. Arriva poi la conferma in trasferta a Foggia dove i giallorossi vincono per 2-1 nuovamente con l’attaccante di Porto Recanati a segno per due volte. Il poker con la Spal regalerà all’ex Frosinone la quinta firma.
La sfida per l’accesso al primo posto nel girone e di conseguenza l’accesso ai quarti di finale sembra esser racchiuso al Catanzaro e al Milan. Tuttavia il colpo di scena arriva il 10 settembre quando il “Golden Boy” e i compagni devono arrendersi a Ferrara alla Spal che vince 3-1. La sfida decisiva è quindi quella del 17 settembre a San Siro con i rossoneri obbligati a vincere per appaiare in testa alla classifica i calabresi. Il Milan parte forte e trova il vantaggio con un rigore di Stefano Chiodi, ma nel secondo tempo deve patire il pareggio del solito Ranieri prima di ritrovare subito il sorpasso con Aldo Bet.
La strada sembra spianata, ma ecco che all”89 arriva la beffa: Palanca non sbaglia dagli undici metri e chiude il match sul 2-2. La graduatoria parla chiaro: Catanzaro primo a 7, Milan secondo a 5 ed eliminato. Carlo Mazzone vola dritto ai quarti di finale e il “Timore del Nord” può tornare a sognare dopo la finale ottenuta nel lontano 1966. Il connubio fra “Sor Carletto” e Palanca è pronto a scatenarsi in campionato.
I gol da calcio d’angolo e la “magica” tripletta alla Roma
In Serie A il Catanzaro dimostra di starci alla perfezione, apparendo piuttosto una squadra rognosa, difficile da superare complice una difesa ben schierata, un centrocampo guidato con esperienza da Ranieri e un attacco dominato da Palanca che continua a segnare. Indimenticabile diventa il 4 marzo 1979 quando i giallorossi devono affrontare i loro omonimi all’Olimpico, la casa di Mazzone. All’andata l’attaccante marchigiano ha segnato dalla bandiera del calcio d’angolo lasciando a bocca aperta tutti, ma dovendo inchinarsi a Francesco Rocca che ha toccato la palla sulla linea trasformandola in un autorete. Al ritorno Palanca non ci sta e, sempre alla sinistra del portiere, mette in mostra una delle sue prodezze spedendo il pallone direttamente in rete dal corner. Per Palanca è il momento della consacrazione, complice anche una tripletta che decide quella partita. Per Mazzone è l’apoteosi come ricorda lo stesso bomber:
“Il mister era veramente una cosa fuori dal normale, ma se lo meritava. Mazzone era un passionale, uno che sentiva le partite, le situazioni. Romano, trasteverino, aveva un grosso interesse a fare bella figura nella sua città. Giocare all’Olimpico lo faceva emozionare e quel giorno lo facemmo felice”.
I quarti di finale di Coppa Italia e quel Cagliari “galeotto”
Quel Catanzaro è insomma una bella favola proveniente dal Sud, pronta a strutturarsi negli anni successivi, ma ancora decisa a regalare qualche colpo di genio in Coppa Italia. Arriva così il 25 aprile 1979, match d’andata dei quarti di finale con il Cagliari. Gli isolani sono favoriti, ma l’armata Mazzone non si fa intimorire e risponde colpo su colpo ai rossoblù chiudendo la partita sul 2-2 con la settima rete di Palanca.
Il maceratese non ha ancora finito di stupire e piazza il colpo decisivo al ’49 del match andato in scena allo Stadio Comunale il 16 maggio, un momento indimenticabile per i catanzaresi che hanno modo di festeggiare la vittoria per 1-0 sui sardi e il ritorno in semifinale.
L’epilogo: la storica semifinale con la Juventus e l’epopea di Mazzone
Il penultimo atto è uno di quelli che non si possono perdere: il Catanzaro contro la Juventus di Dino Zoff, Antonio Cabrini, Gaetano Scirea, Franco Causio, Marco Tardelli e Roberto Boninsegna, insomma, la Nazionale Italiana che ha sfiorato la stagione precedente la finale ai Mondiali in Argentina.
I calabresi non si fanno intimorire e, dopo aver patito subito la rete di Bettega, in casa trova il pareggio con un autorete di Gentile rimandando tutto a Torino. Lì purtroppo la superiorità tecnica si fa sentire e i bianconeri fanno sentire tutta la propria potenzialità nel secondo tempo. Eppure il Catanzaro reagisce e trafigge due volte la porta di Zoff chiudendo il match sul 4-2.
La Juventus volerà alla vittoria del trofeo, mentre Mazzone e i suoi ragazzi si possono accontentare di una tranquilla salvezza in campionato e Palanca che chiude la Coppa Italia da capocannoniere con 8 gol e una stagione tutta da raccontare.
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