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GiroGrafia – Campo Imperatore 1999: Marco Pantani e i “brividi d’emozione” che squarciarono le nubi

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“Brividi d’emozione: di quelli che un giorno si dirà, ‘io c’ero’”.

Non si tratta di brividi di freddo causati dalle basse temperature presenti sul Gran Sasso d’Italia, bensì di quei brividi che solo un campione con la “C” maiuscola sa trasmetterti, un campione il cui nome era Marco Pantani.

Le parole riportate da “Repubblica” il 22 maggio 1999 fanno riferimento a una delle più grandi imprese realizzate dallo scalatore romagnolo sulle strade del Giro d’Italia, spesso dimenticata a favore della rimonta di Oropa e dello scandalo di Madonna di Campiglio. Eppure quanto accaduto durante l’ottava tappa è l’essenza del corridore cesenate, costretto ad andare forte in salita “per abbreviare la mia agonia” e che troppe volte si troverà da solo lungo la via della vita così come in sella a una bicicletta.

Quel giorno nell’aria si respira un clima di polemica, un po’ prevedibile visto che si sale a Campo Imperatore, laddove Benito Mussolini venne imprigionato il 28 agosto 1943 alla caduta del Fascismo prima di esser liberato quindici giorni dopo dai paracadutisti tedeschi durante la nota “Operazione Quercia”. Nel frattempo la località è divenuta una stazione turistica dove arriva più volte la Corsa Rosa a partire dal 1971 con la vittoria della spagnola Vicente Lopez Carril a cui fanno seguito i successi di Franco Chioccioli nel 1985 e il danese John Carlsen nel 1989.

Franco Chioccioli festeggia il successo a Campo Imperatore al Giro d’Italia 1985 © Museo Digitale Diffuso del Ciclismo

Nel 1999 alla partenza di Pescara tiene però banco la decisione del CONI di compiere una serie di controlli medici a sorpresa con l’obiettivo di “pescare” chi fa uso di eritropoietina (EPO), sostanza particolarmente in voga all’epoca. La maggior parte dei corridori si schiera contro il Comitato Olimpico, a partire da Pantani che si fa portavoce dell’iniziativa tanto da decidere di andar a parlare con Andrea Tafi, capitano della Mapei-Quick Step, e annunciargli che da quel momento non vi sarebbe più stato alcun appoggio alla squadra di Patrick Lefevre, decisa a non appoggiare la “rivolta”.

Le nubi non si addensano soltanto sul gruppo, ma anche al traguardo dove gli elicotteri della Rai non riescono ad alzarsi in volo lasciando così gli spettatori inconsci di quanto stia accadendo all’interno della corsa. Per esser maggio le temperature sono realmente basse e ad accompagnare i corridori vi sono due muri di neve che rendono ancora più indomito il “Pirata”.

La cavalcata di Marco Pantani © Telesciando

L’uomo della Mercatone-Uno infatti attacca, spezza il gruppo dei migliori e mette in crisi in particolare la maglia rosa Laurent Jalabert, apparso sino a quel momento uno degli uomini più in forma. Cedono in serie il paladino dei tifosi Danilo Di Luca, lo spagnolo Daniel Clavero, il bergamasco Paolo Savoldelli e lo spagnolo José María Jiménez, mentre rimane agganciato come una molla il vincitore del Giro 1997 Ivan Gotti. L’atleta di San Pellegrino Terme tiene duro, digrigna i denti e prova a dare pure qualche cambio a un Pantani scatenato che non smette mai di izzarsi sui pedali.

La prova di Gotti è coraggiosa, ma a volte la grinta non basta per resistere, in particolare se devi fare i conti con il ritmo imposto da Pantani che attacca nuovamente a 2500 metri dal traguardo volando leggero come un airone. Lascia tutti sul posto e spunta improvvisamente dalla nebbia facendo alzare un boato fra i pubblico. Per chi voleva provare ad attaccare il numero 1 della Mercatone Uno è una pesante sconfitta, per il Pirata è il momento di vestirsi nuovamente in rosa un anno dopo la doppietta Giro-Tour.

L’attacco di Pantani, inseguito da Ivan Gotti, sulle pendici del Gran Sasso © Museo Digitale Diffuso del Ciclismo

Alle spalle del vincitore giungono alla spicciolata Jiménez che si lascia alle spalle un sorprendente Alex Zulle, ripresosi dopo la squalifica anti-doping, mentre Gotti crolla ad oltre trenta secondi di distacco pagando a caro prezzo i tentativi di rimanere agganciato al vincitore. Qui inizia un altro Giro con Pantani apparentemente lanciato verso il secondo successo consecutivo, ma i controlli del CONI lasceranno spazio a una delle pagine più brutte della storia del ciclismo.

Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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