Calcio

Boca Juniors-River Plate, più di un derby, più di tutto: El Partido del Siglo

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Tra il 10 e il  24 novembre l’Argentina, e non solo, terrà il fiato sospeso. Tre settimane di apnea, prima di conoscere il verdetto finale su chi sarà la squadra campione del Sud America. Quest’anno, però, mai come in passato la finale di Copa Libertadores è più di una partita. Sarà uno scontro tra culture, tra modi di essere, di vivere. Xeneizes contro Mlionarios. Boca Juniors contro River Plate, in un Superclasìco da paura.

Sarà uno scontro tra religioni. Lo scontro tra chi, nel 1932, sotto la presidenza di Antonio Vespucci Liberti, acquistò Barnabé Ferreyra dal Tigres per una somma tale, che da lì in poi il River sarebbe stata la squadra de Los Millionarios e chi, invece, è sempre stata fedele alle sue origini genovesi, gli Xenizes del Boca.

La Copa Libertadores sarà appesa a un filo sottile che collega la Bombonera al Monumental. Un filo lungo appena 16 km – la distanza tra i due stadi – che passa attraverso la storia pluricentenaria dei due club più iconici dell’Argentina. Uno, il Boca, mai retrocesso e che da 11 anni insegue quella coppa che ha alzato al cielo già sei volte. Sono passati, però, troppi anni dalla squadra che, comandata da campioni del calibro di Riquelme, Palermo, Palacio, Banega, aveva strapazzato il Gremio in finale. L’altro, il River, risorto dopo la retrocessione – la prima della sua storia – del 2011. Da lì i Milionarios hanno trionfato in Libertadores nel 2015, guidati da Alario, dal gordito Cavenaghi e allenati da Gallardo, l’uomo della rinascita.

Dal 1960, anno di fondazione della Copa Libertadores, mai era successo che le due squadre della Boca, il Barrio di Buenos Aires sulle rive del fiume Riachuelo, si affrontassero nell’atto finale. Da una parte ci sarà il River di Nacho Scocco, del para tutto Franco Armani e del condottiero Gallardo, l’uomo della rinascit, che ha battuto in una sfida infuocata i campioni in carica del Gremio. Dall’altra ecco il Boca del Pipa Benedetto, del talentuoso Pavon e dell’Apache Carlitos Tevez, l’uomo più emblematico dell’orgoglio Xenizes, che ha regolato l’altra brasiliana rimasta, il Palmeiras

Non saranno i tempi di Maradona, Palermo, Riquelme, Francescoli, D’Alessandro, Cavenaghi e Crespo, ma, certamente, per ogni appassionato di sport, non solo di calcio, saranno due appuntamenti da non perdere. Andata il 10 novembre alla Bombonera, ritorno il 24 al MonumentalPer una sfida che non ha e non avrà mai precedenti ed è stata già ribattezzata El Partido del Siglo.

fonte foto: www.telesoldiario.com 

La Redazione
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