“Nel Biathlon esistono le categorie”. Così si espresse Massimiliano Ambesi durante la telecronaca di una delle prime gare della stagione di quest’anno. Mai queste parole furono più azzeccate per quello che negli ultimi due anni si sta vedendo nel biathlon. La Norvegia maschile infatti ha portato gli addetti ai lavori a creare due categorie, chi è norvegese e chi non lo è. Un sistema, quello creato dalla squadra scandinava, che ha pochi eguali non solo nella storia del biathlon ma anche in quella dello sport. A detta di molti, la squadra norvegese attuale è di gran lunga la più forte e vincente di sempre, più di quella della coppia Ole Einar Bjørndalen e Emil Hegle Svendsen. Un’amalgama perfetta di giovani di purissimo talento e atleti che con il duro lavoro e un po’di competizione sono arrivati tra i migliori del circuito.
Biennio dell’oro
Nel biennio 2023-2024 la squadra composta da Johannes Thingnes Bø, Tarjei Bø, Sturla Holm Lægreid, Vetle Sjåstad Christiansen, Johannes Dale-Skjevdal, Endre Strømsheim e Vebjørn Sørum sta compiendo qualcosa che va al di là della semplice vittoria. Stanno imponendo un’egemonia incontrastata che non lascia neanche le briciole alle altre nazioni.
Embed from Getty ImagesIl 2022/23 è stato l’anno del dominio assoluto del singolo. Johannes Boe e le sue quindici vittorie individuali in Coppa del Mondo, a cui si vanno ad aggiungere le quattro vittorie con le staffette e le sette medaglie mondiali su sette gare di cui ben cinque d’oro. Tutte queste vittorie lo hanno portato a dominare la Coppa del Mondo generale e a stabilire record su record.
La stagione appena conclusa è’ stata invece un banchetto di trionfi di squadra che nessuno è in grado di fermare, siamo a quota ventidue successi totali mentre se si contano i podi si arriva a cinquantadue su settantacinque disponibili, numeri da capogiro. Ma la cosa ancora più sorprendente sono il numero di doppiette e triplette portate a casa dalla squadra, tre doppiette e ben nove triplette. La Norvegia nella stagione in corso è stata la prima nazione della storia a portare sul podio ben 8 atleti diversi in coppa del mondo. Tutti gli atleti convocati considerando anche l’ultimo ingresso in squadra, John Olav Botn. Questo dominio incontrastato porta la Norvegia a monopolizzare la classifica di Coppa, oltre che il Biathlon in Norvegia a livelli mai visti. Le prime cinque posizioni della generale parlano infatti norvegese, con il solo Strømsheim leggermente attardato a causa di leggeri malanni avuti nella stagione.
Il dietro le quinte
Il lavoro fatto dalla squadra norvegese di biathlon negli ultimi dieci anni è qualcosa da far vedere e rivedere in qualsiasi scuola della sport. Un sistema a 360° che funziona alla perfezione, ogni singolo componente del sistema opera come un orologio svizzero che puntualmente non sbaglia. Una preparazione di altissimo livello sia per la parte sciata che per la parte di tiro, quest’ultima viene preparata fin dall’età più giovane. Infatti è una delle pochissime nazioni dove i ragazzi lavorano con le carabine vere fin dai 15/16 anni, abbandonando dunque quelle ad aria compressa.
Il biathlon in Norvegia come popolarità negli ultimi anni è arrivato a insidiare il fondo e addirittura superarlo visti i risultati delle ultime stagioni. Questo ha fatto si che il numero dei praticanti sia aumentato a vista d’occhio e di conseguenza sia aumentata la competizione, che per essere uno sport della neve in Norvegia era già altissima. Ad ora nella squadra norge, gli allenatori fanno fatica a scegliere chi convocare addirittura per l’IBU Cup, la seconda “serie” del mondo del biathlon. Alcuni atleti esclusi dalla squadra per l’IBU Cup potrebbero essere tranquillamente convocati per la squadra “maggiore” di altre nazionali, ma si ritrovano a competere nelle gare nazionali. La Coppa di Norvegia è uno degli eventi più seguiti nello stato scandinavo e da anni è una fucina di talenti che rimpolpa l’organico della compagine.
La crisi prima dell’esplosione
Ma non è tutto oro quello che luccica. I sette anni tra il 2012 e il 2018 sono stati di puro dominio francese. Nel segno di Fourcade la Francia ha portato la Norvegia con i piedi per terra. Monsieur le biathlon vinse tutte le Coppe del Mondo in questo arco di sette anni con ben ventitré coppe di specialità. Ma nel 2016 qualcosa cambiò, lo storico allenatore di Fourcade, Siegfried Mazet, decise di abbandonare la nazionale transalpina per accasarsi proprio in Norvegia.
Embed from Getty ImagesQuesto atto venne visto come una sorta di tradimento da parte di Fourcade che gli perdonò il gesto solo anni dopo. Dal 2019 infatti ripartì il dominio norvegese targato J. Boe con anche la parentesi olimpica di Pechino, altrettanto storica e vincente come le varie Coppe del Mondo. Il binomio Mazet-Boe, oltre a valere alla nazione innumerevoli vittorie, ha portato anche nuova linfa a tutto il Biathlon in Norvegia. Da questa linfa è nata la squadra norvegese attuale che continuerà a riscrivere la storia del biathlon anche nei prossimi anni.
Johannes Tignes Bø, da amazza-leggende a leggenda stessa
Il fratello minore dei Bø è stato l’artefice principale del dominio norvegese. Con la quinta Coppa del Mondo stagionale appena vinta si è portato ad una di distanza da Bjørndalen e a due da Fourcade. Nel weekend conclusivo della stagione appena finita è stato autore di una tripletta leggendaria: sprint, inseguimento e mass start. Con queste tre vittorie si è proiettato a ottantacinque vittorie individuali in carriera, superando Fourcade al secondo posto e portandosi a meno dieci da Bjordalen.
Embed from Getty ImagesIl suo obiettivo però non è solo raggiungere e superare Bjørndalen ma arrivare a quota cento, cosa che nessun uomo in alcuno sport invernale ha mai raggiunto. Arrivato in Coppa del Mondo come il fratellino di Tarjei, ha dato fin da subito l’idea di potere essere un potenziale fenomeno. Svendsen avvisò tutti appena arrivò in Coppa del Mondo, “attenti che questo è più forte del fratello”. Infatti anni dopo, quando Fourcade comunicò il suo ritiro, una delle motivazioni era appunto la presenza di Johannes, che rendeva impossibile a lui competere ormai per la vittoria. Il suo obiettivo è quello di arrivare almeno alle Olimpiadi di Milano-Cortina dove potrebbe chiudere una carriera leggendaria difficilmente ripetibile.
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