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#BarSportVS: Giro d’Italia 102

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Il Giro d’Italia non è solo una competizione sportiva. Va oltre lo sport, è un punto di incontro per persone che condividono la stessa passione.
E allora quale occasione migliore della Corsa Rosa per inaugurare la nostra nuova rubrica, #BarSportVS. Lo schema è molto semplice: ad ogni domanda rispondono più membri della redazione di Vita Sportiva proprio come un gruppo di amici seduti ad una tavolino di un bar che si confrontano sui temi più caldi del momento. Buona lettura!

Chi vincerà il Giro d’Italia? Qual è la tua ipotetica griglia di partenza dei pretendenti alla Maglia Rosa?

MARCO (@Laemmedimarco): È la domanda clou che ognuno di noi si pone in questi giorni ed io, forse spinto della sue ottime prestazioni nelle recenti corse, punto su Vincenzo Nibali. Credo sia l’anno buoni per rialzare il “Trofeo senza fine” e affiancarlo ai due già conquistati. Il percorso sembra sia fatto apposta per lui e per le sue doti da scalatore e da discesista. La sfida sarà nelle tre cronometro, dove lo Squalo dovrà tirar fuori il meglio di sè.

Riguardo la griglia di partenza, Tom Dumoulin condivide la prima fila con Nibali. Al contrario di Vincenzo, la sfida per l’olandese saranno le grandi Cime che si troverà davanti e cogliere l’equilibrio nel corso dei tanti tapponi alpini. Dietro di loro si trovano Mikel Landa e Simon Yates. Lo spagnolo, dopo anni da gregario di lusso, avrà a sua disposizione la squadra e potrà ambire davvero alla maglia rosa. Al suo fianco colui che è stato il grande sconfitto della scorsa edizione, il britannico Yates, che dovrà evitare il crollo nelle tre settimane di Corsa. Dietro di loro Roglic, Lopez, Chaves e Carapaz.

Dumoulin e Nibali

MICHELE (@MMoretti24): Con buona pace per il resto della concorrenza, Primoz Roglic e Tom Dumoulin si presentano ai nastri di partenza di questa Corsa Rosa con i favori del pronostico. Lo sloveno è reduce da un Romandia dominato, il secondo si è visto di meno sinora in stagione ma, viste le 3 cronometro in programma, è impossibile non metterlo in cima al borsino dei favoriti. Vincenzo Nibali, come sempre la speranza azzurra, sarà il primo del lotto a dover mettere in crisi la regolarità dei due, seguito dai vari Lopez, Carapaz e Majka. I Big appena citati dovranno limitare il ritardo nelle cronometro per poi attaccare a più non posso nella 3^ settimana.
Da tenere d’occhio anche Zakarin e un Mikel Landa in cerca di riscatto. C’è curiosità per come interpreterà la corsa il nuovo Team Ineos, orfana del leader designato Egan Bernal

RICCARDO (): Tre favoriti per la vittoria finale e tre outsider. Per le prestazioni finora dimostrate nelle corse precedenti al Giro non si può che mettere tra i favoriti Vincenzo Nibali e Primoz Roglic, il primo si è dimostrato in ottime condizioni al Tour of the Alps chiudendo terzo dietro ai due astri nascenti del neonato Team Ineos, Sivakov e Geoghegan Hart, il secondo invece ha dominato il Tour de Romandie appena disputatosi. Senza dimenticare Tom Dumoulin, il quale può contare su ben tre cronometro nel quale staccare gli avversari. In seconda linea ma possibili sorprese per il successo finale troviamo Miguel Angel Lopez (Astana) supportato da una formazione costruita in modo esemplare per le salite con corridori di spessore quali Pello Bilbao e Ion Izagirre. Al suo fianco in lizza per la vittoria finale nomino Simon Yates e Mikel Landa, corridori di spessore, che potranno dire la loro sulle salite del Giro.

Cosa ne pensi del percorso? Quale tappa aspetti con maggiore interesse?

ONORIO (): Non una, ben due tappe. La prima è la 14ª con l’arrivo posto a Courmayeur, allo SkyWay del Monte Bianco. 131km di alta montagna, sulle strade dove il Giro d’Italia andrà al via per il rush finale. Partenza da Saint-Vincent con 14km di pianura con salita verso Aosta e il panorama di Morgex. La seconda tappa invece è la penultima, l’ultima effettiva prima della passerella finale all’arena di Verona. La 20ª tappa è quella che da Feltre porta al Monte Avena per 194km di fuoco, tra Passo Rolle a Predazzo e la salita finale del Croce d’Aune con pendenze a circa 16%.

MARCO: Il giro dell’anno scorso è stato caratterizzato da un percorso più che degno per rispettare il nome e la tradizione della Corsa Rosa. Quest’anno gli organizzatori non ci hanno affatto deluso, anzi hanno alzato ancor più la spettacolarità inserendo le strade che hanno scritto la storia del Giro. Un percorso mozzafiato che terrà incollati alla tv milioni di spettatori e ne appassionerà tanti altri per le vie del Giro.

La tappa che aspetto con maggiore interesse è sicuramente la sedicesima, ovvero la prima della terza e ultima settimana. Parte da Lovere e giunge a Ponte di Legno, per ben 5000m di dislivello e un totale di 226km, i più duri del Giro. Si entra nel cuore delle Alpi, scalando la vette più alte della Corsa Rosa, la Cima Coppi e il Passo del Mortirolo. Una tappa che regalerà grandi emozioni, su questo possiamo giurarci.

I tornanti infernali del Passo dello Stelvio (dal versante di Bormio)

ANDREA (@AndreCardi): Tre cronometro, 59,8 km totali. Rappresenteranno l’ago della bilancia, giocheranno un ruolo importante. Così anche quella conclusiva di Verona: non penso possa assumere i connotati di una passerella. Gli scalatori faranno fatica a contenere le proprie energie all’inizio, dovranno aspettare la tredicesima tappa per cominciare a fare sul serio, ma avranno dalla loro parte una terza settimana adatta per scavare solchi quasi abissali nella generale. Il mio appuntamento chiave è Riccione-San Marino: al termine della crono avremo una classifica ben delineata prima delle mitiche salite della Corsa Rosa. Occhio alla Vasto-L’Aquila, richiama la classica “fuga bidone”.

Chi sarà la sorpresa e chi invece la delusione più grande?

NICCOLO‘ (): Visto il forfait di Valverde il team Movistar punterà molto forte su Richard Carapaz, l’ecuadoriano ha dimostrato un’ottima gamba in questa prima parte di stagione, oltre ad essere un grande gregario per Landa potrà puntare a vincere qualche tappa in salita, migliorando il quarto posto dell’anno scorso. L’uomo su cui non scommetterei per la classifica finale è Ilnur Zakarin, molto in difficoltà nel 2019 e con poca affinità con la Corsa Rosa. Il russo, che dei big è quello con la squadra meno consistente, dovrà accontentarsi di conquistare qualche buon piazzamento.

RICCARDO: Le più grandi sorprese che ritengo di citare come possibili ingressi nella top ten della generale sono i due giovani del Team Ineos, Geoghegan Hart e Pavel Sivakov, che sfruttando l’assenza di Bernal possono ritagliarsi un notevole spazio visto la probabile assenza di controllo classica del vecchio Team Sky stile Tour. Per quanto riguarda la rappresentanza italiana darei un occhio a Fausto Masnada, recentemente dimostratosi in grande spolvero al Tour of the Alps e ad uno dei corridori che maggiormente sta crescendo nell’ultima stagione, ossia Davide Formolo. Attenzione anche a Bob Jungels e a Rafal Majka, il primo in cerca di una definitiva esplosione, il secondo come gregario di lusso e co-capitano della Bora. Come possibili delusioni invece nominerei Ilnur Zakarin che una giornata no durante le tre settimane del Giro l’ha quasi sempre vissuta e Esteban Chaves, il quale magari mi smentirà e dovrò pentirmi di averlo messo tra le possibili delusioni ma non lo vedo pronto per reggere durante le tre settimane.

LUCA (): Considerato il forfait di Egan Bernal per infortunio, il team INEOS di fatto non ha nessun pretendente per il successo generale. Tuttavia, nonostante l’imprevisto, i vari Henao, Sivakov e Geoghegan Hart cercheranno di far saltare il banco con una prestazione di squadra degna dell’ex Team Sky. Sono molto curioso di vedere se Davide Formolo risucirà a riconfermarsi in top-10 per il terzo anno di fila: ha dimostrato di possedere una buona gamba alla Liegi-Bastogne-Liegi e inoltre potrà confidare su un gregario di lusso come Rafal Majka. Invece non punterei affatto su Tanel Kangert (Education First) e Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin): il primo non ha mai trovato un buon feeling con la Corsa Rosa, mentre il russo è rimasto in penombra in questo inizio di stagione, diversamente da quanto accaduto due anni fa, prima dell’ultima apparizione al Giro.

Chi è il tuo favorito per la maglia bianca?

MICHELE: Vista l’assenza causa infortunio last-minute del talento colombiano in forza all’ex-Team Sky, Miguel Angel Lopez ha la strada spianata per la conquista della maglia di miglior giovane. I due corridori che potrebbero sulla carta almeno impensierirlo, vale a dire Tolhoek e Oomen, avranno in primis da recitare il ruolo di ultimo uomo nella montagne in supporto dei rispettivi leader. Da non dimenticare il trio Ineos composto da Sosa, Sivakov e Geoghegan Hart : uno di questi potrebbe anche far saltare il banco nella classifica in questione; da valutare la tenuta dei tre lungo il corso delle 21 tappe.

DAVIDE (): Senza l’infortunio di Bernal il duello per la maglia bianca (e non solo) sarebbe stato tra lui e Miguel Angel Lopez. Lo scettro di favorito n°1 è quindi nelle mani del capitano della Astana, già vincitore della speciale classifica nella passata stagione. Alle sue spalle Sam Oomen, che sarà al via per supportare il capitano Dumoulin ma come già dimostrato nel 2018 può ambire ad un piazzamento in top10 e sarà pronto a sfruttare ogni passo falso del colombiano. Restando in tema giovani oltre al già citato terzetto Ineos, sono molto curioso di vedere la coppia del Team Jumbo Antwan TolhoekSepp Kuss e il talentino francese di casa FDJ Valentin Madouas.

Miguel Angel Lopez

ANDREA: Il principale favorito ora è Miguel Angel Lopez con velleità di maglia rosa. Peccato per Bernal: l’assenza del capitano Ineos è un colpo durissimo, il Giro perde uno dei principali protagonisti. A questo punto, in casa Ineos, un occhio di riguardo lo darei a Sivakov, Geoghegan Hart e Sosa. Oomen sarà luogotenente di Dumoulin nella Sunweb, ma potrebbe essere uno degli outsider. Nella rosa dei papabili – pur azzardando – inserisco anche Ciccone, che correrà come gregario di Mollema in Trek-Segafredo.

Lo scorso anno Froome e Dumoulin sono saliti sul podio sia al Giro che al Tour, è possibile la doppietta?

DAVIDE: Tra i due il più vicino alla doppietta Giro-Tour nel 2018 è stato Tom Dumoulin grazie al secondo posto in entrambi i giri e con grandi rimpianti per come sono maturati. Può riprovarci quest’anno e a mio avviso ha tutte le carte in regola per riuscirci, se non fosse per la minaccia Froome-Thomas, che hanno puntato tutto sulla corsa francese. Roglic ha iniziato ad andare forte a febbraio ed è probabile che accusi un calo di prestazioni nel mese di luglio, ma come si dice sempre dello sloveno, è un corridore ancora tutto da scoprire. Simon Yates sarà al Tour in supporto del gemello Adam, mentre Vincenzo Nibali è nella parabola discendente per quanto riguarda le corse di tre settimane, un eventuale trionfo al Giro potrebbe svuotarlo delle energie necessarie ad affrontare con ambizioni la Grande Boucle.

ONORIO: Un Giro e un Tour che sono opposti. Ad oggi, tra Nibali e Froome (forse anche Dumoulin), si può solo scrivere una bella pagina di ciclismo. Una doppietta targata grande Giro (anche la Vuelta, non dimentichiamolo) e classica del nord o come ha fatto il britannico con il duo Tour-Vuelta. La doppietta Giro-Tour é estremamente difficile, sponsor che all’epoca di Pantani non esistevano e che oggi possono mettere il bastone tra la ruota. Preparazione fisica in una fase discendente per provare a vincere la Rosa e su l’Avenue des Champs-Élysée di Parigi nello stesso anno. Per concludere, un solo ciclista, in questo momento, riuscirebbe a riscrivere la storia dopo il nostro Marco Pantani: ha appeso la bici al chiodo, si chiama Alberto Contador.

LUCA: Froome e Dumoulin l’anno scorso hanno beneficiato di due percorsi con caratteristiche simili che si adattassero a scalatori con ottime abilità da passista. Quest’anno invece il Tour de France prevede solo due corse contro il tempo (di cui una cronosquadre), per un’edizione che si deciderà con molta probabilità in alta quota. Per questo motivo vedo l’olandese della Sunweb e Roglic possibili vincitori della Corsa Rosa, ma non papabili per la doppietta Giro-Tour. A questo punto escludendo anche Simon Yates, gregario di lusso nella Grande Boucle, l’unico candidabile per il doppio successo generale per me resta Vincenzo Nibali: sarò pur scettico o scaramantico, ma a 34 anni riuscirà a mantenere una forma eccellente nel corso di tutte e sei le settimane?

La Redazione
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