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Bar Sport VS: la preview dei Playoff NBA 2020-2021

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Bar Sport VS” prova a riprodurre l’atmosfera di un gruppo di amici seduti ad un tavolino di un bar che si confrontano sui temi più caldi del momento. Ad ogni domanda rispondono più membri della nostra redazione, facendo così emergere i diversi punti di vista.

Terminata una stagione regolare tanto compressa quanto imprevedibile, è arrivato il momento più atteso da tifosi e appassionati: i Playoff NBA. Una post-season che si prospetta equilibrata e ricca di spunti come raramente successo nelle ultime stagioni. E con più di una squadra che potrebbe ambire al successo finale.

Abbiamo posto alcune domande sui temi principali ai redattori della sezione Basket. Come previsto, ne sono scaturite diverse prospettive ed opinioni.

Partendo proprio dalla regular season appena conclusa, vi sono state non poche sorprese. Quale è stata, secondo voi, la squadra che più ha superato le aspettative? Quale, invece, la delusione principale?

Giulia (@thleosw): se si parla in positivo, non si possono non nominare i New York Knicks, classificati al quarto posto ad Est dopo anni di sofferenza. Certo, era prevedibile che per una franchigia così blasonata il periodo di magra non durasse per sempre, ma secondo me hanno saputo cogliere l’occasione di una stagione “strana” per rilanciarsi e finire nella parte alta del tabellone playoff. Ad Ovest, invece, scelgo Phoenix come sorpresa in positivo. Una delle squadre di “promesse” che, con l’arrivo di un veterano ancora decisivo come Chris Paul, ha finalmente fatto il salto di qualità. 

Le note dolenti, curiosamente, sono le squadre che l’estate scorsa hanno dato il maggior spettacolo nella bolla di Orlando (ad eccezione di Denver): Boston, Lakers, Miami, e Toronto. Il loro percorso è stato abbastanza eterogeneo, ma chissà che il breve riposo non abbia pesato più di quanto ci si aspettasse.

Copyright: via Twitter @TasMelas

Paolo (@PaoloMancini30): la squadra che é andata oltre ogni aspettativa sono senza dubbio i New York Knicks. C’erano tantissimi dubbi su coach Thibodeau dopo l’esperienza fallimentare in Minnesota, incertezze anche sulla costruzione del roster. Tuttavia, una dopo l’altra sono crollate sotto i colpi di Randle formato MVP e un contorno che ha dimostrato coraggio, intensità e costanza. Il Draft perfetto con Quickley e Toppin, unito alla trade per Rose, sono la ciliegina sulla loro stagione, ora é tempo di playoff dove saranno una mina vagante ad Est.
Delusione certamente Boston che, per l’ennesimo anno, parte con i gradi da contender per poi svanire nel corso della stagione. Problemi difensivi e poca costanza i problemi principali. Tatum e Brown sono certamente le due star da cui ripartire ma non ancora i leader di un ciclo vincente. Kemba Walker sta dimostrando di non valere il massimo salariale e l’assenza di un centro presentabile accentua tutti i problemi di un roster incompleto. La trade per Fournier non ha cambiato le sorti di una franchigia che ha decisamente bisogno di una scossa in estate, magari scambiando il contrattone di Walker. Ultimo tema, ma non per importanza: il futuro di coach Stevens potrebbe essere messo in dubbio?
In RS è stato introdotto il play-in tournament per decidere le ultime due squadre di ogni Conference che accedono ai playoff. Pensi che abbia influenzato positivamente la stagione, rendendola più competitiva? Oppure ha abbassato la qualità, includendo anche squadre con record troppo negativo?

Federico (@Fedeb0lla1): la novità del play-in ha influenzato, e non poco, la RS di quest’anno. Il giudizio finale è positivo, perché negli anni passati le squadre che, a 10 partite dalla fine, erano sicure del quinto/sesto posto, alzavano completamente le mani dal manubrio, abbassando il livello delle partite rimanenti. Quest’anno, invece, la lotta è arrivata fino all’ultima giornata. Ad Ovest, Lakers e Portland si sono giocate fino alla fine il sesto posto, aumentando lo spettacolo sul campo. Per quanto riguarda l’inclusione di squadre con record troppo negativi, la risposta l’abbiamo avuta nei primi giorni di play-in. Le due squadre che entravano nel torneo da settime hanno vinto i loro spareggi, Celtics e Lakers, così come entrambe le none classificate, Indiana e Memphis, hanno battuto la decima. Quindi, sia ad Est che ad Ovest, l’ultimo posto vacante si giocherà tra ottava e nona classificata, che hanno praticamente lo stesso record.

Lebron James scocca in faccia a Steph Curry la tripla che decide la sfida al play-in.
(Copyright: Adam Pantozzi, Getty Images)

Giulia: sono anni che, a partire dalla settimana dell’All Star Game, molte squadre nella metà destra della classifica iniziano il loro tanking, regalando partite agli avversari sperando in un piazzamento migliore nella lottery al Draft dell’anno successivo. Ai miei occhi una misura che limitasse questi calcoli era necessaria, e la formula dei play-in mi ha incuriosita da subito. Certo non basta a fare in modo che le squadre giochino la regular season con l’intensità dei playoff, ma in qualche modo riduce il numero di coloro che vanno in vacanza a febbraio. 

Credo che sia una formula che può essere migliorata. Ad esempio, il basket non è lo sport che meglio si presta ad un’eliminazione in gara secca, ma non vedo particolari controindicazioni ad un’adozione a regime di questo sistema. La differenza tra la prima classificata e l’ottava è molto più grande di quella tra la settima e la decima a mio parere, e l’introduzione di un play-in prolunga di qualche giorno lo spettacolo dei “playoff push” delle squadre interessate, che a mio giudizio sono una delle poche cose a rendere veramente interessante il basket di fine regular season.

Si è già detto come la stagione sia stata caratterizzata da un’alta dose di imprevedibilità. Quale squadra, dunque, potrebbe rappresentare la mina vagante ai Playoff?

Giovanni (@giovioriolo): a Est le possibili sorprese sono diverse. Ma se ne dovessi scegliere una dico i Knicks. Coach Thibodeau è un allenatore di grande esperienza e sa come si vincono le serie ai playoff. La squadra, in regular season, ha giocato con uno stile un po’ old school (spesso e volentieri con il doppio lungo come piace a Tom), ma efficace e soprattutto con una fase difensiva intensissima. E’ noto come ai playoff il livello aumenti e, se la squadra di New York riuscirà a salire di colpi nella propria metà campo, fare punti contro questi Knicks sarà veramente dura. Io li vedo favoriti contro gli Hawks e occhio a un eventuale semifinale contro i Sixers che in questi anni hanno sempre mancato l’appuntamento importante.

A Ovest dico Utah. Sì, c’è chi storcerà il naso perché è la prima squadra nella Western Conference, ma tutti la danno dietro alle due squadre di Los Angeles e pure dietro ai Suns. Secondo me questa squadra ha trovato la quadra giusta che cercava da anni, con Bogdanovic e Conley al 100%, Mitchell e Gobert nuovamente sereni, il ritorno di Favors e due giocatori in uscita dalla panchina come Clarkson e Ingles. Credo possano arrivare alle Finali di Conference.

Paolo: una squadra che vive a fari spenti sono i Miami Heat. I vice-campioni in carica, dopo una RS altalenante, sono riusciti a ricompattare il gruppo qualificandosi ai Playoff senza passare per il play-in. Butler, come sempre da leader indiscusso, inizierà a giocare una pallacanestro di diversa intensità sui due lati del campo nel momento in cui conta davvero vincere, coadiuvato da Adebayo – voglioso di rivalsa dopo lo snob per il DPOY – Dragic e l’intramontabile Iguodala. Cruciali saranno le prestazioni di Herro e Robinson, apparsi in leggera flessione rispetto allo scorso anno. Quest’ultimo, in particolare, con il contratto in scadenza e una offseason da decifrare, avrà i riflettori puntati addosso. Se in salute, sono tra le squadre più lunghe e organizzate, alla distanza potrebbero essere molto pericolosi, soprattutto difensivamente. Un rebus che risolveremo ben presto, visto il primo round contro i Bucks da all in con Giannis.

Miami potrebbe essere la mina vagante di questi playoff. Copyright: heatnation.com

La pandemia ha costretto la NBA a comprimere il calendario, con i teams che hanno giocato molte partite ravvicinate. Considerate varie componenti, tra cui gli infortuni, la forma fisica, l’integrazione dei nuovi arrivati, quale squadra arriva in migliori condizioni ai Playoff?

Alessio (@a_cattaneo): Chi arriva ai playoff cavalcando in pieno lo slancio dell’ultima parte di regular season sono i New York Knicks. Che, in una stagione ricca di incognite, sono riusciti tutto sommato a rimanere alla larga da infortuni più o meno seri dei propri giocatori chiave (Mitchell Robinson a parte, rimpiazzato però a dovere da Nerlens Noel) e, anzi, a trovare lungo il percorso nuove risorse per costruire il quarto posto a Est. L’entusiasmo che pervade il gruppo allenato da Thibodeau non ha eguali attualmente e i risultati che può produrre sono imprevedibili, specie se dovesse superare Atlanta al primo turno. Dai volti nuovi dell’ennesima rivoluzione estiva di un anno fa, a quelli inseriti a stagione in corso, per la prima volta, da tempo, tutto o quasi ha funzionato a meraviglia nella Grande Mela. Averlo fatto in una stagione così particolare per tanti motivi lo rende ancora più speciale.

Edoardo (@Edo9Brune): l’inizio dei playoff è sempre un’incognita, conseguenza di tutto ciò che è successo in regular season. E in un anno di pandemia l’incertezza si è accentuata ancor di più. Provando quindi a sbilanciarmi sui nomi, partendo da Est, credo che la squadra che si presenti meglio sia Brooklyn, non solo per la presenza di 5 All-Star (attuali e passati), ma per come è stato gestito l’intero roster. I tre tenori si sono alternati al comando della squadra durante la RS, godendo a loro volta di lunghi momenti di riposo. Ciò ha permesso loro di non dover caricarsi ogni notte la squadra sulle spalle (come uno Steph Curry) e quindi risparmiare molte energie. Ora si presentano a regime completo, con un’eccellente panchina e ottimi innesti, come Mike James e Griffin, subito integrati nel sistema di gioco. E poi c’è l’infinita quantità di talento su cui può contare Nash.

Ad Ovest, invece, la questione si fa più complessa. Utah ha dimostrato negli anni un calo di rendimento ai playoff, mentre per la maggior parte dei giocatori di Phoenix sarà la prima post-season. Per quanto riguarda i Lakers, non è stata una stagione particolarmente facile. In questa situazione di incertezza azzardo quindi il nome dei Clippers. La squadra losangelina si presenta con tutti gli effettivi recuperati, ma soprattutto con un roster profondissimo di giocatori abituati ai playoff. E non solo a giocarli, ma anche a vincerli, vedasi Rondo e Ibaka. Dispongono, inoltre, di uno dei giocatori che sposta maggiormente gli equilibri, Leonard, e possono contare su George estremamente positivo in questa stagione, affidabilissimo al tiro ed efficiente in difesa. Poi ci sono Morris, Beverley, Jackson e un utile Cousins. Sulla carta quindi, probabilmente, è la rosa più completa che, nel marasma del selvaggio West, potrebbe spuntarla.

I Clipper arrivano ai playoff freschi e rodati. Sarà il loro anno? Copyright: Harry How / Getty Images

Quest’anno diversi giocatori di punta di una squadra giocheranno i Playoff per la prima volta in carriera (Randle, Young, Booker per citare i più importanti). Chi riuscirà ad essere un fattore sin da subito e chi, invece, avrà maggiori difficoltà con l’aumento dell’intensità e del peso dei possessi in post-season?

Alessio: la pallacanestro dei playoff si gioca con un’intensità diversa, è chiaro. La pressione aumenta e a fare la differenza è spesso la capacità del singolo di reagire agli aggiustamenti che la difesa propone. Dei tre citati, Trae Young è il giocatore che potrebbe soffrire di più, per le tendenze e le caratteristiche marcate del suo gioco, le scelte estreme che metteranno in campo i coaching staff avversari. Ecco perché le percentuali faranno la differenza nel suo caso. Dovesse segnare triple con continuità e allargare le maglie difensive sin da Gara-1, allora per lui e gli Hawks si aprirebbero scenari interessanti. Mai sottovalutare lo spirito competitivo dei debuttanti o di chi aspetta, come Randle e Booker, di calcare il palcoscenico dei playoff da anni: la voglia di misurarsi al livello più alto può diventare il miglior alleato possibile. 

Trae Young potrebbe soffrire la nuova esperienza ai playoff? Copyright: Jerome Miron-USA TODAY Sports

Giovanni: vista la mia previsione precedente sui Knicks, viene spontaneo dire Randle. Il ragazzo è sempre stato visto come uno statpadder. Però quest’anno, sotto la guida di coach Thibodeau, è passato da giocatore tossico di una squadra disfunzionale a un giocatore decisivo di una squadra concreta. Il primo turno contro gli Hawks deve dimostrare che il salto di qualità fatto da Randle non è dettato dalla poca competitività della RS, ma da un suo netto miglioramento. Attenzione anche a RJ Barrett, considerato in anticipo da troppi (tifosi e addetti ai lavori) come un giocatore finito. Bene potrà fare anche Devin Booker. Avere un giocatore del calibro di CP3 a fianco lo sta aiutando a essere più efficace. Dopo anni passati a lottare per dare un senso all’ennesima stagione fallimentare della sua squadra, la guardia dei Suns finalmente può dimostrare di poter essere il miglior/secondo miglior giocatore di una contender.

Per concludere, una domanda secca. Quale squadra è favorita alla vittoria finale, e perché?

Alessio: Brooklyn. La versione al completo dei Nets non credo abbia rivali per la quantità infinita di soluzioni in attacco, tali da rendere inefficace qualsiasi sistema difensivo.

Federico: qualsiasi squadra diversa dai Brooklyn Nets che vincerà il titolo la considererò una sorpresa. I Nets hanno troppo talento offensivo per poter pensare ad un piano difensivo efficace per fermare contemporaneamente Durant, Harden e Irving. Certo, insieme i 3 hanno giocato pochissimo e in regular season hanno palesato evidenti difficoltà in difesa. Ma Durant è un vice MVP delle Finals, Irving ha vinto un titolo da protagonista con LeBron e Harden ha giocato una finale ai tempi di Oklahoma, quindi parliamo di gente abituata a giocare questi momenti della stagione e che sa cosa bisogna fare per vincere. Poi, oltre ai 3 fenomeni, ci sono gregari di lusso come Joe Harris, Spencer Dinwiddie e Jeff Green, che certamente non potranno essere lasciati completamente liberi dalle difese avversarie.

Giovanni: a inizio anno avrei detto Lakers, per talento, composizione squadra ed esperienza. Però gli infortuni di Davis e LeBron, e soprattutto la costruzione di due squadre interessanti a Est, mi ha fatto virare su un’altra favorita. Secondo me, ad alzare il trofeo, sarà una tra i Bucks e i Nets. Se Harden, Durant e Irving dovessero stare in salute per l’intera durata dei playoff, e la squadra sopperire alle mancanze difensive delle tre stelle, il team di Brooklyn non avrebbe rivali. In attacco sono potenzialmente una delle squadre più forti di sempre, con tre dei migliori realizzatori degli ultimi 20 anni. Però, se in difesa dovessero soffrire troppo e/o perdere per infortunio uno tra Harden e Durant, la squadra potrebbe non arrivare fino in fondo e fermarsi già al secondo turno, nella probabile serie contro i Bucks.

Per la squadra di Giannis Antetokoumpo l’ostacolo più grande sono probabilmente i primi due turni. Miami è una squadra attrezzata per fermarla e il ricordo della brutta sconfitta nella scorsa post-season è ancora vivo. Battuti gli Heat, per il greco e compagni toccherebbe affrontare i Nets, i quali potrebbero essere l’avversario più forte sul loro cammino. I Bucks, però, hanno un quartetto difensivo (Holiday, Middlen, Giannis e Lopez) che può far soffrire la squadra di Nash, e non solo. Una volta superati questi due ostacoli, la squadra di Milwaukee avrebbe un’occasione d’oro, forse irripetibile.

Anche la redazione di Vita Sportiva considera i Nets la grande favorita. Ma attenzione alle sorprese… (Photo by Jason Miller/Getty Images)

Giulia: non sono la persona più adatta per fare pronostici, ma quest’anno i Nets fanno molta paura sulla carta. A meno che non esplodano in qualche psicodramma da spogliatoio, in quel caso vedo Philadelphia molto più solida.

Paolo: i miei favoriti sono i Brooklyn Nets, semplicemente perché un’eventuale fallimento sarebbe probabilmente il più clamoroso della storia, soprattutto mediatico. Per tutta la stagione hanno centellinato i minuti di Harden, KD ed Irving, inserendo nel motore un ritrovato Blake Griffin e ricevendo un supporto costante da giocatori come Harris, Jeff Green e Shamet, oltre al nuovo arrivato Mike James. Offensivamente non hanno limiti, nella metà campo difensiva sono da collaudare ad alti livelli. Basterà avere i Big Three freschi per la postseason o sarebbe stato meglio rodarli di più assieme in regular season? Il prossimo mese ci darà ogni risposta.

Subito alle spalle una nota di merito a Philadelphia, al netto di “Playoff Simmons” ad oggi sempre deleterio, e i Clippers, stessa situazione con “Playoff PG”. Lakers in sospeso causa condizioni fisiche di LeBron e Davis; se al 100% sono difficilmente contrastabili come matchup, ma magari studiando il primo tempo preparato dagli Warriors nel play-in…

Edoardo: prima ho parlato di Clippers e Nets come possibili squadre più in forma, ma ciò non significa che siano necessariamente favorite. A Est, soprattutto, le contender sono diverse, in particolar modo Phila, estremamente solida, e Bucks, che potrebbero contare su una serie di giocatori difensivamente mostruosi. Se devo dire un nome secco però dico Lakers. Molti giocatori potrebbero alzare il livello e l’intensità di gioco, in particolare Harrell e Drummond, mentre altri hanno dimostrato di saper fare molte cose utili senza dover prendersi la scena, come Matthews, Schroder e KCP. Inoltre, infortuni permettendo, c’è un Davis che ha assaporato il gusto della vittoria ed è pronto ad ereditare definitivamente la corona. A tal proposito, dal mio punto di vista, chi ha il Re in squadra parte sempre favorito, soprattutto in un anno dove ha trasformato il proprio gioco in funzione dei compagni. Quindi, nonostante le difficoltà, dico Lakers.

Si ringraziano per la collaborazione: Giulia Picciau, Edoardo Brunello, Paolo Mancini, Federico Bollani, Alessio Cattaneo, Giovanni Oriolo.

Immagine in evidenza: via ilcambio.it

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