A cura di Matteo Salina e Marco D’Onorio
Un ciclismo sempre più ricco di giovani è quello che si staglia nel nostro futuro. Andiamo dunque alla scoperta di qualche nome che potrà allietare la nostra esistenza da appassionati e proviamo a donare un’immagine reale al concetto di “giovani”.
Jan Christen
La prima cosa che salta all’occhio facendo il nome del diciannovenne svizzero è la lunghezza del contratto che ha firmato con la UAE Team Emirates. Christen sarà legato alla formazione emiratina fino al 2028: solo Juan Ayuso, nella stessa squadra, e Derek Gee nella Israel-Premier Tech hanno un contratto così lungo. Sinonimo dell’enorme fiducia che Mauro Gianetti e Joxean Matxin ripongono su un corridore che da junior ha militato nel Pogi Team, il progetto di Tadej Pogacar per promuovere il ciclismo in Slovenia, per poi trascorrere metà della scorsa stagione da dilettante nella Hagens Berman Axeon, fondata e diretta da Axel Merckx. Dopo una tappa di montagna vinta al Giro d’Italia Next Gen, concluso al settimo posto come il Tour de l’Avenir, a inizio settembre ha iniziato a pedalare tra i professionisti, portando a termine la Bretagne Classic e il Giro di Lussemburgo, ma non le varie semiclassiche italiane a cui ha preso parte, in cui si è ritirato. Christen naturalmente deve ancora esplorare e scoprire a fondo le proprie qualità. Ma finora ha dimostrato di cavarsela su tutti i terreni, volando anche nel ciclocross, dove ha conquistato il titolo mondiale a Fayetteville nel 2022 tra gli Juniores. Sempre nello stesso anno, compaiono nel suo palmarès anche due campionati nazionali a cronometro e l’oro europeo nella prova in linea.
Antonio Morgado
Venti anni a gennaio, il portoghese passa dalla Hagens Berman Axeon alla UAE Team Emirates, come Christen, con un contratto che lo blinda fino al 2027. Secondo alla Corsa della Pace, secondo nella prova in linea del Mondiale e primo al Giro della Lunigiana tra gli Juniores nel 2022. Morgado ha dominato in questa categoria, facendo bene anche tra i dilettanti e accumulando così un totale di quarantotto vittorie. Quest’anno, ancora secondo al Mondiale di Glasgow, ha dimostrato di andare forte anche a cronometro conquistando il titolo nazionale. Spiccano pure la vittoria del Tour of Rhodes in Grecia e il quarto posto a Il Lombardia U23. Grandi potenzialità su ogni versante, sia che ci sia da sprintare al termine di una gara o scalare una dura salita, unendo tutto a una lettura della corsa spesso ineccepibile. Insieme a Christen e Del Toro, il portoghese completa il trio di neoprofessionisti ingaggiati nel 2024 dalla UAE, la quale potrebbe ritrovarsi tra qualche anno con tre possibili campioni tra le mani.
Romain Grégoire
Voliamo in Francia, sponda Groupama per la precisione. Qui troviamo un corridore al secondo anno da Pro ma con le stigmate del predestinato. Romain Grégoire infatti, fin dalle più giovani categorie, ha dimostrato di essere un vero e proprio talento delle due ruote, tant’è che i francesi lo battezzarono da subito come il nuovo Alaphilippe. Stessa tipologia di corridore, un puncher dotato di un cambio di ritmo fulminante e con elevate capacità di guida del mezzo. Hanno lo stesso passato nel CX, entrambi sono stati campioni nazionali under 23. Grégoire è forse il talento più grande che il team di Marc Madiot abbia portato in prima squadra dai tempi di Pinot e fa parte di un gruppo di giovani che la squadra stessa decise di promuovere dal Team Development. Fra gli altri erano presenti Lenny Martinez, Laurence Pithie, Samuel Watson e Paul Penhoet.
Grégoire si mise in mostra per la prima volta al pubblico del grande ciclismo ai campionati europei junior di Trento battendo in volata il norvegese Hagenes e il connazionale Martinez. Il suo biglietto da visita in una corsa WT è un ottavo posto di alto livello alla Strade Bianche del 2023. Risultato ottenuto dopo aver passato la giornata a lavorare per il capitano Madouas. Romain rappresenta la speranza francese più grande in ottica futura per le corse di un giorno. Giusto che i francesi sperino riesca a ripercorrere una carriera sulla linea del sopracitato Alaphilippe.
Darren Rafferty
Sorvolando la Manica e il Regno Unito arriviamo in Irlanda dove troviamo Darren Rafferty. Irlandese classe 2003 che quest’anno sta disputando la sua prima stagione da pro con i colori della EF. Il giovane scalatore made in Eire ha dimostrato nei due anni disputati da under, in maglia Hagens Berman Axeon, di essere uno scalatore con il potenziale per far bene nel WT. L’anno scorso infatti è giunto secondo al Giro Under. Arrendendosi al solo norvegese Staune-Mittet, ma vincendo poco dopo il Giro della Valle d’Aosta, una delle corse più importanti per la categoria under. Addirittura davanti al francese Faure-Prost e soprattutto al futuro vincitore dell’Avenir Del Toro. Rafferty non è l’unico neopro interessante in casa EF. Sono ben altri 3 i giovani che la squadra americana ha aggiunto al roster del 2024: Archie Ryan, Jack Rootkin-Gray e Lukas Nerurkar.
Luke Lamperti
Per l’ultimo nome si deve cambiare continente e andare negli Stati Uniti, terra di Luke Lamperti, corridore molto promettente dalle ruote veloci e da una discreta resistenza quando la strada sale leggermente. Dopo tre anni passati nella categoria under tra le fila della Trinity, famosa squadra nel panorama inglese che ha lanciato ciclisti del calibro di Pidcock, Healy, Turner e Gloag su tutti, ha deciso di approdare nel Wolfpack alla corte di Patrick Lefevre. La scelta del Wolfpack potrebbe risultare la migliore per il prosieguo della sua carriera. Infatti la squadra belga ha visto partire molte ruote veloci come Jakobsen, Ballerini, Senechal e Vernon. Ciò può dunque concedergli spazio fin da subito nelle volate di gruppo. Già quest’anno ha iniziato a far vedere le sue doti di buona guida e di gestione del traffico di una volata, facendo da leadout a Paul Magnier (anche lui da tenere molto sott’occhio) al Trofeo Ses Salines.
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