Un paio di settimane fa i Mondiali under 20 di Nairobi hanno mostrato alcuni dei migliori prospetti dell’atletica leggera. Nonostante l’assenza causa preoccupazioni Covid di alcune potenze come USA, Gran Bretagna, Cina, Australia, Germania, si sono visti diversi atleti molto interessanti in prospettiva futura. Tra questi ha spiccato il talento tra gli ostacoli bassi di Sasha Zhoya.
Nato e cresciuto in Australia, a Subiaco, periferia di Perth, da papà dello Zimbabwe e mamma francese di origine zimbabwese, Zhoya è figlio di tre continenti e di un incontro tra culture che spesso crea rara ricchezza umana.
Classe 2002, quando è stato il momento di decidere a quale nazione legare le proprie sorti sportive la scelta è ricaduta sulla nazionalità francese di mamma. È proprio a lei che Sasha, mostrando il proprio pettorale con la scritta “mumma’s love”, aveva dedicato il primo pensiero subito dopo aver fatto fermare il cronometro a 12”93 in semifinale a Nairobi, nuovo record del mondo under 20. Sarebbe durato poco, già in finale lo avrebbe sgretolato con uno straordinario 12”72.
Ma questo non è l’unico primato giovanile fatto segnare da Zhoya. Oltre a quello dei 60m hs under 18 (7”34), detiene il record del mondo under 20 del salto con l’asta (5.56m), altra specialità in cui eccelleva prima di dedicarsi esclusivamente agli ostacoli.
Ciò che colpisce di questo diciannovenne non è soltanto la velocità, l’efficacia dell’azione, ma anche la bellezza del gesto atletico. Zhoya tra gli ostacoli sembra danzare leggero, come se saltarli fosse naturale quanto correre e respirare. Non è un caso che il verbo utilizzato sia “danzare”, perché richiama proprio il background di Sasha. Il ragazzo è cresciuto con i genitori musicisti e ha studiato e praticato danza fino a non molto tempo fa. Facile intuire che ciò possa aver avuto qualche influenza sull’agilità e la flessibilità che mostra in pista, dove si muove tra gli ostacoli con un’armonia musicale.
Da qualche anno Zhoya si divide tra Australia e Francia, seguito da due diverse coppie di tecnici nei due paesi. Dopo aver sfiorato la possibilità di unirsi alla 4×100 francese che ha partecipato alle Olimpiadi di Tokyo, adesso l’obiettivo più grande non potrà che essere Parigi 2024. I Giochi in casa sono un evento irripetibile, e lui ha pure la personalità e la faccia giusta per diventarne uno dei personaggi copertina per quanto riguarda lo sport francese. Ma ci sarà tanto da lavorare prima.
Il salto tra i grandi nasconde sempre tante insidie, che di solito riguardano soprattutto l’aspetto caratteriale. Da quel punto di vista Zhoya sembra già sulla buona strada, ma nei 110 hs questo passaggio è reso a volte anche più complicato da un dettaglio tecnico, che in realtà un dettaglio non è. Gli ostacoli per gli under 20 sono alti 99 centimetri, mentre a livello assoluto si sale a 106. Può sembrare poco, ma quando ci sono automatismi da oliare alla perfezione può non esserlo.
Sasha Zhoya ha chiaramente tutto ciò che gli serve per non farsi frenare da questi cambiamenti ed ha già dichiarato che lavorare sempre meglio sugli ostacoli da 106 cm sarà subito uno dei primi obiettivi.
Tra i grandi troverà una situazione generale nei 110 hs che vede spiccare un altro bel talento giovane, il ventiquattrenne Grant Holloway. Lo statunitense, però, dopo aver vinto l’oro ai Mondiali di Doha e aver sfiorato con 12”81 il record del mondo di Aries Merritt (12”80), non ha ancora saputo ritagliarsi i panni del dominatore assoluto, e ai Giochi di Tokyo si è dovuto accontentare dell’argento, battuto dal jamaicano Hansle Parchment.
È affascinante pensare a una possibile rivalità in un futuro non troppo lontano tra Holloway e Zhoya, nel segno dell’eleganza tra gli ostacoli. Step by step, il sogno di Sasha Zhoya di arrivare da protagonista ai Giochi di Parigi 2024 è già iniziato.
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