Domenica 21 febbraio si giocherà il derby di Milano, che quest’anno vede le due squadre ai vertici della classifica. Sarà quindi una partita molto importante, anche se non decisiva per le sorti del campionato. Noi vi proponiamo un’analisi delle due squadre e le possibili chiavi tattiche dell’incontro.
Il Milan di Pioli
Il Milan di Pioli si schiera con un 4231 molto dinamico, in fase di costruzione del gioco infatti le soluzioni sono molteplici: la prima è la costruzione dal basso grazie al rombo formato da Donnarumma, i due centrali difensivi e il regista che si abbassa rispetto all’altro mediano. A questo punto la scelta può essere una verticalizzazione immediata per uno dei trequartisti, dove troviamo di solito Calhanoglu con totale libertà di movimento tra le linee, oppure lo sfruttamento delle catene laterali terzino-mediano-ala con sovrapposizioni, uno contro uno e cross rapidi. Questo tipo di approccio è preferito quando Leao gioca come prima punta, altrimenti, quando gioca Ibrahimovic, il Milan può ricorrere al lancio diretto del portiere sul centravanti che tiene palla e gioca di sponda per i trequartisti, cercando di arrivare al tiro il prima possibile.
In fase di non possesso abbiamo un primo pressing immediato e organizzato per la riconquista veloce della palla, ma una volta che gli avversari hanno superato la metà campo la squadra si schiera rapidamente con due linee da quattro, coprendo molto bene le fasce e lasciando a volte qualche spazio per vie centrali. Troppo spesso le due linee si schiacciano a ridosso dell’area di rigore permettendo una facile avanzata agli avversari.
Le transizioni sono molto semplici, quella offensiva prevede lo scatto dei terzini ad occupare gli spazi esterni e i lanci immediati in contropiede, quella difensiva il recupero veloce delle posizioni una volta fallito il primo pressing.
Giocatori chiave: Calhanoglu e la sua libertà di movimento, Leao nel ruolo di ala sinistra, Ibrahimovic fulcro del gioco.
L’Inter di Conte
L’Inter si schiera con il 352 tanto caro all’allenatore salentino, che tuttavia non disdegna alcune variazioni sul tema a seconda delle necessità e degli uomini a disposizione (3412 o 3421). Il gioco dell’Inter si sviluppa dal basso, con Handanovic primo regista che smista la palla su uno dei centrali o sul regista basso, mentre le mezzali vanno ad occupare gli spazi centrali tra le linee e i terzini salgono rapidamente quasi all’altezza delle punte. Le soluzioni in questo caso passano quindi per un lancio immediato verso gli esterni, fondamentali nel gioco di Conte, oppure per una costruzione più ragionata che prevede la creazione di densità intorno alla palla, dove a turno una delle mezzali, il terzino, il regista e uno dei tre centrali di difesa in salita creano triangoli di passaggio. Rispetto agli scorsi anni questo tipo di soluzione tattica è più ricercata dall’Inter, anche grazie all’indubbio miglioramento tecnico della rosa. L’azione si chiude quindi con cross rapidi dalle fasce, oppure con giochi di rifinitura tra le punte che, grazie alla loro ottima intesa, creano tantissime occasioni grazie agli scambi di posizione continui, i veli, gli appoggi sulle mezz’ali.
La fase difensiva dell’Inter è molto semplice tatticamente, non riuscendo ad organizzare un pressing efficace la squadra si ricompatta immediatamente in un 532 ferreo dove il compito principale è coprire la parte centrale del campo e una volta spinti gli avversari sulle fasce affrontarli in raddoppio con il terzino e uno dei centrali di centrosinistra o centrodestra. La difesa dell’Inter è ottima e ben organizzata, ma quest’anno ha subito molti più goal dello scorso anno, soprattutto a causa di errori individuali.
Le transizioni sono basate sulla rapidità, quella offensiva prevede il lancio immediato della palla negli spazi o su Lukaku, quella difensiva il recupero della posizione per coprire la parte centrale del campo.
Rispetto al Milan l’Inter ha forse più soluzioni tattiche grazie alle differenti caratteristiche dei suoi uomini di centrocampo, soprattutto in questo periodo in cui Conte sembra più convinto di utilizzare Eriksen, che aggiunge qualità e movimenti da trequartista al gioco offensivo.
Gli uomini chiave sono: De Vrij, il centrale della difesa a tre con il suo lavoro di copertura, Barella, ovvero a nostro avviso il miglior centrocampista completo della Serie A, Lukaku come fulcro delle giocate offensive, Hakimi per la rapidità e la qualità con cui porta gli attacchi sulla fascia.
Chiavi tattiche del match
La prima chiave di lettura importante sono i duelli fisici tra punte e difensori, da entrambe le parte abbiamo attaccanti e difensori di grande fisicità. Il maggior numero di duelli vinti dall’una o dall’altra squadra potrà determinare il risultato.
La seconda chiave di lettura è la poca propensione di entrambe le squadre al possesso palla, quindi quella delle due che riuscirà a destabilizzare meglio l’altra con attacchi rapidi e diretti sugli spazi potrà avere la meglio.
La terza chiave di lettura è l’utilizzo delle zone del campo: l’Inter avrà la superiorità numerica in mezzo, una superiorità che cercherà di sfruttare soprattutto in chiave difensiva, ma anche con gli inserimenti in fase offensiva qualora il Milan riuscisse a chiudere bene le fasce (le posizioni dei terzini sono curate maniacalmente da Pioli). Il Milan dal canto suo potrebbe proprio tentare l’utilizzo delle catene laterali sfruttando le sovrapposizioni e la superiorità numerica iniziale (terzino e ala contro il terzino avversario che va subito all’1vs1) per portare attacchi all’area di rigore tramite cross o successivi accentramenti delle ali una volta superato l’uomo.
Su queste tre situazioni si determinerà il risultato di un derby che sarà probabilmente abbastanza equilibrato, con i punti di forza dell’Inter (non ultimo quello di non avere il turno di Coppa a metà settimana) leggermente superiori a quelli del Milan.
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