Intervista a cura di Marco Cangelli e Mirko Efoglia
Quando nasci sotto un trampolino, è impossibile non esser attratti dal fascino dell’altezza e della velocità. Intraprendere la carriera nel salto con gli sci diventa quasi scontato, eppure se cresci in Val di Fiemme il rischio di esser attratto anche dallo sci di fondo diventa elevato. Perchè non unire i due aspetti e immergersi nel mondo della combinata nordica ?
E’ questo probabilmente il ragionamento che deve aver fatto a inizio carriera Iacopo Bortolas, campione del mondo juniores nel 2023 nel trampolino normale e bronzo nella prova mista a squadre.
Arruolato dal 2016 al Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, il 19enne di Tesero rappresenta uno dei talenti più brillanti dello sport italiano, pronto a lanciarsi nella corsa per una medaglia in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026.
Il tuo principale obiettivo stagionale erano i Mondiali Juniores andati in scena a Whister Mountain dove hai centrato il bersaglio grosso con uno storico successo. Raccontaci un po’ le tue sensazioni.
“E’ stata probabilmente la gara più bella che ho affrontato perchè, è vero che un Mondiale conta molto, però volevo far bene e ci sono riuscito. Le condizioni erano particolarmente difficili, tuttavia gli skiman hanno fatto un grande lavoro in quanto ero l’uomo più veloce in pista. E’ stata una giornata perfetta per tutti, per me e per tutto lo staff della Nazionale”.
Ai Mondiali Junior hai potuto sfidare direttamente i ragazzi della tua stessa età, in prospettiva chi potrebbe diventare in futuro un big ? Tristan Sommerfeldt, Niklas Malacinski oppue Paul Walcher ?
“Erano presenti molti giovani che possono crescere. Nel mio caso spero che già dal prossimo anno di abituarmi sempre di più alla Coppa del Mondo e alle velocità di stacco più basse, mentre gli avversari citati fanno parte tutti di grandi nazioni che sanno gestire i giovani come Austria, Germania e Stati Uniti. Ci potrebbe esser quindi già una crescita a partire dal 2024 e spero vi sia perchè sarebbe da stimolo per tutti noi. Nessuno si vuol far battere da un proprio coetaneo e quindi si crea una sana rivalità”.
Quali sono gli atleti a cui ti ispiri ?
“Attualmente, come tutti, penso a Jarl Magnus Riiber che sta facendo qualcosa di mai visto nella combinata nordica. In passato sono stato un grande tifoso di Alessandro Pittin perchè è stato il primo italiano a portare questa disciplina in alto e per questo gli sarò per sempre grato perchè senza di lui probabilmente sarei ancora qui a guardare questo sport soltanto in televisione”
Considerata la precocità di atleti come Johannes Lampaert che, ha per certi versi, messo il bastone fra le ruote a un giovane come Jarl Magnus Riiber, non senti addosso il peso di un ricambio generazionale continuo e veloce ?
“Secondo me fa bene anche a noi giovani che Lampaert, che ha solo due anni in più di me, si trovi già là davanti. Da una parte ci sprona a fare meglio, dall’altro ci dà speranza perchè se lui è arrivato fin là, ci possono arrivare tutti”.
A Klingenthal hai conquistato i primi punti della carriera in Coppa del Mondo sia nella mass che nel format classico Gundersen, pensavi già quest’anno di essere a questo livello?
“I primi punti sono arrivati una settimana prima dei Mondiali Junior, quindi probabilmente nel momento migliore della mia stagione. Era uno dei miei obiettivi quello di centrare almeno un punto nel massimo circuito e a Klingenthal ero consapevole di esser in forma, anche se forse non mi aspettavo di ottenere quel risultato in quel momento”.
Non a caso nella località tedesca, dotata di un LH di notevoli dimensioni (punto HS140m), hai fatto vedere il tuo punto di forza: il salto. Il trovarsi a gareggiare su LH o NH ti condiziona?
“Ho avuto parecchia difficoltà anche in passato con le velocità della Coppa del Mondo perchè sono più lento dei miei compagni di squadra e questo aspetto è difficile da gestire perchè nel salto ciò porta a voler strafare. Sicuramente preferisco i LH perchè, essendo piccolo e pesando poco, questi mi favoriscono nella parte di volo, però me la cavo bene anche sui NH avendo una buona spinta di gambe”.
Dopo le meritate vacanze, durante la preparazione estiva ti concentrerai maggiormente sul fondo per diventare maggiormente competitivo oppure continuerai un lavoro in parallelo fra trampolino e sci ?
“Con i tecnici pensiamo di lavorare maggiormente sul salto perchè, in questa fase storica, rappresenta il 70 % delle due componenti. L’importante è saltare il più lontano possibile e, se si guardano le classifiche di Coppa del Mondo, chi è davanti a fine gara, ci rimane; mentre chi è dietro può andar quanto vuole sugli sci, ma è difficile rientrare. In questo momento il salto è troppo importante per trascurarlo per qualche ora di fondo in più”.
Si è molto parlato dell’attuale regolamento riguardante la parte di salto, sicuramente non di immediata comprensione per chi non conosce approfonditamente questo sport. Tenendo in considerazione anche la questione compensazioni e punteggi, non sarebbe il caso di modificarlo e semplificarlo anche per equiparare le due discipline ?
“Per com’è adesso, il regolamento è troppo sbilanciato sul salto e sicuramente vanno ridotti i distacchi perchè, anche per lo spettacolo televisivo, non funziona. Basterebbe passare dai quattro secondi attuali a tre ottenendo così un buon compromesso. La FIS sta lavorando al riguardo e sta cercando di venire incontro agli atleti, per cui vediamo cosa ne verrà fuori. Già nelle prove a squadre si è passati all’inserimento del minuto di distacco da quarantacinque punti a sessanta facendo un buon lavoro”.
Essere un combinatista non è per niente facile, come si riesce ad allenare due discipline completamente diverse ?
“Non è assolutamente facile perchè sono due sport differenti. Nel primo conta molto di più la forza esplosiva, nell’altro la resistenza. Penso che tra tutti le discipline invernali siamo probabilmente quelli che ci alleniamo di più. In una giornata tipo siamo fuori casa dalle otto della mattina sino alle sei di sera. A livello di esercizi per il fondo ci concentriamo principalmente con ore di resistenza, mentre il salto con lavori di coordinazione, balzi e forza in palestra, combinando il tutto nella stessa giornata”.
Al pari della condizione fisica e degli allenamenti, quanto tempo impieghi nello studio dei materiali sia che si parli di sci stretti o sci larghi ?
“Si è sempre alla ricerca di trovare un aspetto che ci consenta di migliorare la prestazione, ma al tempo stesso che rispetti le normative. Le grandi nazioni hanno dei tecnici che lavorano su questi dettagli, mentre noi siamo indietro anni luce sul settore tute. Per fortuna quest’anno è arrivato Andrea Morassi come allenatore del salto il quale si intende di questi materiali e abbiamo già compiuto diversi passi in avanti. Per gli sci da fondo siamo probabilmente una delle nazionali messe meglio perchè abbiamo degli skiman molto validi che lavorano sodo e ci mettono sotto i piedi sempre dei razzi. Da parte loro c’è molto lavoro perchè devono testare gli attrezzi prima della stagione, soprattutto quando arrivano quelli nuovi e capire su che neve vanno più forte”.
Pensando al fondo viene in mente subito il nome di Alessandro Pittin che rappresenta un fondamento per questo sport. Da’ qualche consiglio a voi giovani ?
“Più che a noi offre suggerimenti agli allenatori facendo un po’ da tramite tra loro e gli atleti. Un ruolo importante che ci consente di lavorare meglio, anche perchè appare particolarmente d’aiuto per noi che abbiamo meno esperienza in Coppa del Mondo”.
Nella squadra italiana, allargando il campo anche al femminile, c’è molto fermento per via delle prestazioni di voi giovani: Aaron Kostner (classe 1999), Domenico Mariotti (2001), Annika Sieff (2003) e Daniela Dejori (2002). Che clima si respira in squadra? Sentite della pressione addosso in vista del futuro ?
“In Nazionale gli obiettivi sono sempre alti. Sinceramente io voglio sempre dare il massimo e arrivar più lontano possibile. Penso che lo stesso valga anche per gli altri. Ciò ci consente di stimolarci l’uno con l’altro e crescere insieme. Quest’anno che abbiamo affrontato tutta la stagione insieme si è venuto a creare un bel clima offrendo alla combinata una squadra che probabilmente non si vedeva più da anni. I più giovani hanno infatti portato un po’ di leggerezza e penso che Pittin e Costa non si siano mai divertiti così tanto come quest’anno”.
Come più volte ribadito, non ci sono trampolini attivi sul territorio italiano tranne Tarvisio. Come riempite questa mancanza e quanto fa male da fiammese vedere Predazzo chiuso ?
“I trampolini di Predazzo sono stati smantellati perchè si sta procedendo per la ricostruzione in vista di Milano-Cortina 2026. Fino al 2025 saranno inagibili per cui in questo periodo ci alleniamo tendenzialmente sempre a Planica e Tarvisio. E’ un po’ difficile perchè siamo sempre via da casa, però se si vuol arrivar da qualche parte nello sport, è necessario fare dei sacrifici. Per me non è un peso, anzi, i trampolini di Planica sono probabilmente gli impianti più belli al mondo e abbiamo la fortuna di esser così vicini che ci possiamo andar in giornata”.
Fra le novità su cui la FIS vuole puntare è la mass start. Ti piace questo format ?
“Personalmente piace perchè partire tutti assieme mi aiuta essendo più forte sul salto. Anche televisivamente forse è meglio delle gare in cui Riiber parte con un minuto e mezzo di vantaggio ed è impossibile riprenderlo. Saremmo tutti lì e di conseguenza ci sarebbe più battaglia. Quando si passa al salto, chiaramente per chi non conosce a fondo questo sport diventerebbe più complicato capire certe dinamiche”.
Se mai un giorno venisse approvata dalla FIS una gara di combinata nordica su trampolino di volo, magari proprio ad Oberstdorf (visto che è anni che se ne parla), come ti approcceresti?
“Il trampolino di volo è il sogno di qualsiasi saltatore perchè è quasi il doppio di quelli attuali. Mi piacerebbe molto provare, mantenendo lo stesso atteggiamento degli altri impianti, quindi saltare senza paura e con la giusta aggressività. Vediamo come si evolve la questione anche perchè non è semplice visto che, se si volesse fare, va cambiato parte del regolamento”.
Per concludere, in vista di Milano-Cortina 2026 quali sono le tue prospettive ?
“Già da quando ero bambino vedere le gare di Coppa del Mondo a Predazzo mi emozionava perchè avrei voluto un giorno poter gareggiare anch’io lì. Purtroppo non ci sono mai riuscito visto che sono in fase di restauro, però quando ho scoperto che le Olimpiadi si sarebbero fatte in casa, mi sono impressionato ancor di più. Penso che arrivar pronto a quell’appuntamento sia l’obiettivo della vita e poi vedremo cosa arriverà”.
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