Alla fine Marc Marquez ha deciso di non correre lo scorso weekend, al Sachsenring. Non se la sentiva, ha detto, dopo la frattura al pollice procuratasi nel warm up. E solo sabato, dopo la Sprint Race, aveva detto che non ne valeva la pena rischiare, dopo la quarta caduta del weekend. Troppe botte – ha chiarito alla stampa – troppa delusione, troppa amarezza per il re di casa, che per la prima volta dal 2009 ha lasciato la Germania a mani vuote.
A 30 anni compiuti lo scorso febbraio, Marc Marquez si è ritrovato in una MotoGP diversa, che sta cercando a tutti i costi di farsi piacere pur di non affondare. Una serie tv per strizzare l’occhiolino ai giovanissimi, ancora incantati dal mito di Valentino, 40 gare da correre dopo tre anni di infortuni. Il dominio Ducati che sta scrivendo record su record nella storia del Motomondiale e la crisi di Honda e Yamaha. Il Sachsenring è stato il banco di prova più severo per Marquez, l’ultimo protagonista cattivo della MotoGP: forse la sua era sta davvero tramontando ed è giunto il momento di alzare bandiera bianca, se non vuole rischiare il peggio pur di vincere.
L’inferno è iniziato a Jerez, nel luglio 2020: era il primo Gran Premio del Motomondiale, dopo lo stop del Covid. Il pluricampione, dopo una violenta caduta, riporta una frattura all’omero del braccio destro. Marquez viene subito operato: all’interno del braccio vengono inserite 10 viti e una placca in titanio. Si parla di un possibile ritorno ad agosto, ma lo spagnolo decide di correre la settimana stessa, solo quattro giorni dopo l’operazione, al Gran Premio di Andalusia. Il dolore però è troppo forte e Marc paga cara la decisione del rientro anticipato: a causa dello stress, la placca si è piegata ed è necessaria una seconda operazione. Il numero 93 ha chiesto troppo al suo corpo.
Il 10 novembre 2020 arriva il comunicato ufficiale: Mar Marquez tornerà a correre solo nel 2021. A dicembre torna di nuovo sotto i ferri per 8 ore, causa pseudoartrosi e infezione della frattura. Il 2021 sembra restituire alle corse il vecchio Marquez, rientrato in occasione del Gran Premio del Portogallo, terzo appuntamento del mondiale. Riesce a vincere in Germania, in Texas e a Misano. Ma non corre il secondo Gran Premio a Portimao né a Valencia a causa di una lieve commozione celebrale, procuratasi in una caduta durante una sessione di allenamento, e poi per la diplopia, legata all’infortunio.
Torna nel 2022, taglia il traguardo quinto a Losail. Ma in Indonesia, dopo una violenta caduta nel warm up, è costretto di nuovo ad uno stop a causa della diplopia. Al Gran Premio d’Italia, al Mugello, arriva l’annuncio: lo spagnolo deve sottomettersi a una quarta operazione al braccio destro. E questa volta non può permettersi errori. Marquez torna in gara a settembre, al Gran Premio d’Aragona, e chiuderà la stagione al tredicesimo posto, con un singolo podio.
Quest’anno Marquez non ha concluso nessuna delle sette gare disputate fino ad ora: ha corso rischi, in Portogallo ha innescato un grave incidente, coinvolgendo Oliveira e Martin e riportando un infortunio al metacarpo. “L’inferno è duro“, ha commentato lo spagnolo nella sua serie tv. Ma quando raggiungerà il limite? Quando invece arriverà la fine? Marquez sbaglia e continua a chiedere troppo a tutti, persino a se stesso, tra la ghiaia e i fischi del Mugello e la disperazione ai box del Sachsenring. Raccoglie attacchi e polemiche, consigli e inviti ad uscire di scena, lontano dalla sua immagine di supereroe. Qualcuno ha puntato il dito contro la Honda, che ha messo KO tutti i suoi piloti, eccetto Marquez e Nakagami.
La verità è che il motorsport (così come la vita) a volte non è fatto per chi pretende tutto e subito. E a Marc questo, dall’alto dei suoi 8 titoli mondiali, ancora manca. La lucidità dei più grandi, quella che previene le scorrettezze e i rischi per un paio di posizioni in più, che cerca di portare avanti una squadra. La Honda che, seppur le difficoltà, gli permette di scendere in pista ogni fine settimana, ma che il numero 93 non ha esitato a mandare a quel paese nelle prove libere. Marc Marquez è questo: o tutto o niente. O lo odi o lo ami. E adesso ci riproverà ancora, di nuovo, ad Assen. Ma una cosa è certa, come dice Giacomo Agostini in un commento per la Gazzetta dello Sport: deve calmarsi.
Immagine in evidenza: ©Moto.it, via sito web
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