La Regular Season del campionato NBA più incerto degli ultimi anni sta per prendere il via. Una free agency entusiasmante e imprevedibile ha portato cambiamenti, se non vere e proprie rivoluzioni, in diverse squadre, mentre il Draft ha regalato altrettante sorprese.
Irving e Durant sono approdati a Brooklyn, trasformando una buona franchigia in una contender (più probabile a partire dal 2020-2021, quando rientrerà KD); Kawhi Leonard e Paul George si sono accasati ai Clippers, rendendo il principale candidato all’anello quello che era il team meno blasonato di Los Angeles. I Lakers hanno aggiunto il miglior giovane in circolazione, quell’Anthony Davis che era loro sfuggito lo scorso febbraio, il quale formerà con LeBron James una coppia da sogno. New Orleans ha ottenuto dalla sorte la prima scelta al Draft, trasformatasi in Zion Williamson, mentre il nuovo GM David Griffin ha imbastito una trade che ha portato molti giovani promettenti nella “Big Easy” in cambio dello stesso Davis.
Altri cambiamenti notevoli hanno interessato Houston, con l’arrivo di Westbrook a riformare la coppia delle meraviglie con Harden; Dallas ha acquisito Porzingis per comporre una coppia spettacolare con Doncic; Utah ha migliorato il proprio roster con gli innesti di Bogdanovic e Conley. E ancora, i giovani Kings sperano di ottenere un posto ai playoff, Nuggets e Spurs hanno lavorato nel segno della continuità, mentre Memphis, Oklahoma, Cleveland, Charlotte e New York Knicks sono in fase di ricostruzione – o si apprestano a entrarci.
La stagione NBA che sta per iniziare ha tutte le carte in regola per poter essere affascinante e imprevedibile come non lo è stata per lungo tempo. Di seguito, proponiamo il Power Ranking delle due conference, con una doverosa premessa. Difatti, le considerazioni espresse non sono giudizi assoluti, bensì ipotesi sul piazzamento che di ogni team all’interno della propria conference. Di conseguenza, la lettura andrà affrontata con un certo grado di leggerezza e, perché no, ironia.
Detto questo, non resta che metterci comodi sul divano, o davanti al PC, a partire dalle ore 2 di mercoledì 23 ottobre, per goderci lo spettacolo che solo l’NBA sa regalare.
EASTERN CONFERENCE
- MILWAUKEE BUCKS: Giannis Antetokoumpo è l’MVP in carica e non ha nessuna intenzione di abdicare. Anzi, la delusione degli scorsi playoff (e degli ultimi Mondiali) lo stimoleranno ancor di più nella prossima stagione. I Bucks hanno perso un pezzo pregiato come Brogdon, puntando le loro carte su Bledsoe. Hanno rinforzato il reparto lunghi con Robin Lopez e Thanasis Antetokoumpo ma, soprattutto, hanno mantenuto il gruppo che li ha portati in finale di Conference la scorsa stagione, con giocatori utili quali Hill, Ilyasova e Connaughton. Rimangono i favoriti a Est.
- PHILADELPHIA 76ERS: Alti e bassi nella free agency: Butler e Redick hanno fatto le valigie, ma sono arrivati Richardson e Horford a garantire esperienza e solidità. Le fortune della franchigia passano inevitabilmente per Simmons ed Embiid, con quest’ultimo che si candida sia a MVP che a Miglior Difensore, mentre il primo se migliora al tiro può essere devastante in attacco. Panchina formata da buoni elementi quali Korkmaz, che vuole dimostrare anche in NBA i miglioramenti fatti vedere al Mondiale, mentre O’Quinn, Scott e Burke appaiono ottimi innesti per far rifiatare i titolari e garantire minuti di sostanza. Sfida con i Bucks per il primio posto a Est, anche se Antetokoumpo e soci sembrano più completi.
- BROOKLYN NETS: l’arrivo di Irving e Durant ha spostato inevitabilmente l’attenzione mediatica sui Brooklyn Nets. Nonostante il secondo sia ai box per tutta la stagione, il primo scalpita per dimostrare di essere un leader e trascinatore, soprattutto dopo la non positiva esperienza a Boston. Nucleo della squadra già solido, con Levert, Dinwiddie e Allen a garantire continuità e spettacolo, mentre le aggiunte di Jordan e Prince portano esperienza e forza fisica sotto canestro. L’anno scorso hanno stupito, centrando un accesso ai playoff non scontato; questa stagione li vede proiettati tra le alte vette della Eastern Conference.
- BOSTON CELTICS: Indeboliti dalle partenze di Irving e Horford, soprattutto a livello difensivo e di creazione del gioco (il lungo dominicano era una sorta di playmaker aggiunto, Kanter no e per di più difende poco), i Celtics puntano sul nucleo giovane formato da Jaylen Brown, Marcus Smart e Jayson Tatum. Quest’ultimo, specialmente, è chiamato a fare il definitivo salto di qualità, dopo la non entusiasmante stagione scorsa. Kemba Walker porta in dote più altruismo rispetto a Irving, tuttavia la poca abitudine a giocare in contesti competitivi e il non aver mai militato in squadre da titolo incidere sulle sue prestazioni. La sorte dei Celtics, come spesso accaduto negli scorsi anni dipenderà in buona parte dalla bravura di coach Stevens.
- INDIANA PACERS: Nonostante Oladipo stia bruciando le tappe del recupero, la sua condizione fisica influenzerà sicuramente la prima parte di stagione dei Pacers. Tuttavia, l’arrivo di Brogdon rappresenta un colpo pregiato del mercato, in quanto l’ex ROY porta in dote un arsenale completo sia in difesa che in attacco e, se già all’ombra di Antetokoumpo aveva dimostrato il proprio valore, a Indiana potrebbe definitivamente esplodere. Salto di qualità che è chiesto anche a Myles Turner, soprattutto dopo la delusione al Mondiale, mentre un Sabonis fresco di rinnovo garantirà solidità sotto canestro. Warren e Lamb aggiungono pericolosità dall’arco, mentre McConnell rappresenta il cambio ideale per far rifiatare Brogdon e Oladipo. I playoff sembrano prenotati anche quest’anno.
- TORONTO RAPTORS: l’addio di Leonard rappresenta certamente un colpo notevole per i campioni in carica, tuttavia i Raptors sembrano ancora poter essere in grado di dire la loro a Est. Lowry è chiamato a essere il leader (e a giustificare il rinnovo da 31 milioni), Gasol è reduce dalla miglior stagione in carriera a livello di risultati e garantirà esperienza e visione di gioco fuori dal comune, mentre Siakam, dopo aver vinto il MIP e rinnovato al massimo salariale, deve diventare la star assoluta del team canadese. Se anche VanVleet e Ibaka confermeranno il rendimento della passata stagione, i Raptors possono tranquillamente ambire a un piazzamento ai playoff.
- MIAMI HEAT: Butler in, Whiteside out. Ossia dentro un leader, agonista e uomo d’esperienza, e fuori un giocatore dal gran potenziale ma dal rendimento altalenante e con poca o nulla leadership (oltre che un contratto pesante). Così Pat Riley, insieme alla conferma di Spoelstra, punta a ritornare alla post-season dopo la delusione della stagione scorsa. Adebayo è chiamato a mettere in mostra tutto il proprio potenziale, Dragic a garantire esperienza, mentre la matricola Herro sembra già pronta per stupire anche in NBA.
- DETROIT PISTONS: Eterni candidati al miglioramento, i Pistons ripartono sostanzialmente dal nucleo dello scorso anno, con l’aggiunta di Derrick Rose a guidare il supporting cast. Griffin e Drummondsono le due stelle chiamate a trascinare la squadra, soprattutto in termini di continuità e leadership. Manca ancora un playmaker per fare il salto di qualità, tuttavia un posto ai playoff non dovrebbe sfuggire loro.
- ORLANDO MAGIC: anche in Florida l’estate non ha portato grandi cambiamenti. Il quintetto base rimane lo stessi della passata stagione, con Vucevic stella assoluta e Gordon chiamato a dare più continuità alle proprie prestazioni. Attesi all’exploit Isaac e Bamba, mentre Fournier, se quello visto al Mondiale, potrebbe essere un’arma in più al fianco di Vucevic. Le prospettive sono comunque poco rosee e l’ingresso ai playoff alquanto difficile, a meno di inaspettati colpi di fortuna.
- ATLANTA HAWKS: una delle squadre più intriganti a Est, formata da un nucleo giovanissimo e che sarà protagonista delle prossime stagioni. Al momento sono ancora in fase di rodaggio, tuttavia Younge Collins hanno già dimostrato di poter essere futuri All-Star e in questa regular season potrebbero esplodere definitivamente. Il resto della squadra non sembra ancora pronto per poter garantire un posto ai playoff, tuttavia Huerter, il rookie Hunter e Len potranno affinare la loro chimica e giocare minuti importanti da protagonisti. Altra annata di transizione, in attesa dei botti futuri.
- CHICAGO BULLS: così come Atlanta, altra squadra che dovrà lavorare sulla chimica e sui giovani prospetti. Il nucleo è potenzialmente esplosivo, con LaVine, Markkanen, Carter Jr., mentre il rookie Coby White sembra pronto a prendersi un posto da titolare. Satoransky è un playmaker eccelso che potrà aiutare i Bulls come ha aiutato la Repubblica Ceca al Mondiale, così come Otto Porter Jr. può portare la giusta esperienza per far crescere la squadra. Altra stagione probabilmente senza playoff, ma il futuro appare brillante.
- WASHINGTON WIZARDS: No Wall, no party. In attesa della propria stella, I Wizards affronteranno un’altra stagione nei bassifondi della Eastern Conference. Beal sarà il leader tecnico e statistico, Bryant potrà dimostrare quanto già fatto a sprazzi la stagione passata, mentre il rookie Hachimuracostituirà probabilmente l’unico vero spunto di interesse della franchigia.
- NEW YORK KNICKS: i Knicks avevano ben altri progetti per la presente stagione, naufragati tra la lottery – 3°scelta – e la scelta di Irving e Durant, principali obiettivi di mercato, di accasarsi al di là del ponte di Brooklyn. I contratti biennali firmati in estate (Randle, Portis, Payton, Gibson) indicano chiaramente il desiderio di fare del 2019-2020 una stagione di transizione, nella speranza di veder crescere giocatori come Robinson e soprattutto il rookie RJ Barrett, chiamato a risollevare le sorti di una franchigia che non riesce più ad uscire dal tunnel della mediocrità.
- CHARLOTTE HORNETS: ceduto l’unico giocatore di qualità (Walker), gli Hornets si preparano ad un anno di purgatorio, in attesa di tempi migliori. Il roster è sostanzialmente invariato (è stato aggiunto Rozier da playmaker) imbottito di contratti pesanti (Biyombo e Batum su tutti) e senza stelle o candidate tali. Ricostruzione in arrivo?
- CLEVELAND CAVALIERS: unico nome degno di nota è Kevin Love, il quale potrebbe venire scambiato per cercare di ricostruire dai giovani. Sexton dovrà dimostrare di poter essere il futuro leader della franchigia, Garland non è la scelta alta al Draft che tutti si aspettavano, mentre Osman avrà l’ennesima opportunità di far vedere il proprio talento. Per i tifosi si prospetta un’annata con poche soddisfazioni.
WESTERN CONFERENCE
- LOS ANGELES CLIPPERS: i favoriti per il primo posto a Ovest, senza se, senza ma. L’arrivo di Leonard e George, in aggiunta ad un nucleo già forte, con uno dei migliori coach in circolazione, catapulta inevitabilmente la (ex) seconda squadra di Los Angeles in cima al podio. Potenzialmente insuperabili in difesa e con una serie infinita di cartucce da sparare in attacco, promettono una combinazione micidiale di spettacolo e concretezza. A meno di infortuni possono ambire a una stagione da oltre 60 vittorie.
- HOUSTON ROCKETS: il nucleo dei Rockets è rimasto sostanzialmente invariato, con Harden, Tuckere Capela che garantiscono abilità tecnica (il primo) e sostanza sotto canestro (gli altri due). L’arrivo di Westbrook aggiunge un tasso atletico maggiore rispetto a Paul, mentre la convivenza con il Barba sarà tutta da valutare. Da quest’ultimo elemento dipende essenzialmente la stagione dei Razzi: se sapranno combinarsi efficacemente, possono puntare molto in alto.
- DENVER NUGGETS: il roster è quasi uguale a quello dello scorso anno, con l’importante aggiunta di Jerami Grant a garantire freschezza atletica e una bocca da fuoco in più. Dopo il secondo posto della stagione passata, i Nuggets sono chiamati ad una conferma. Jokic e Murray sono le certezze, Porter Jr. la scommessa, circondati da giocatori solidi e ben integrati quali Barton, Morris, Beasley e Craig. Nelle sapienti mani di coach Malone, un posto ai piani alti della Western Conference sembra già prenotato.
- LOS ANGELES LAKERS: Anthony Davis è finalmente approdato a LA, a Howard è stata data una seconda opportunità, LeBron James è carico come una molla, tuttavia i Lakers sono una squadra soggetta a un enorme se: la tenuta fisica dei propri giocatori. Howard non ha praticamente giocato la scorsa stagione, LeBron ha saltato parecchie partite, Bradley è un giocatore “injury-prone” e lo stesso Davis negli scorsi anni ha sempre saltato alcune fette di stagione. Se la buona sorte li assiste, possono competere con i migliori a Ovest, altrimenti la stagione potrebbe essere nuovamente al di sotto delle aspettative. In ogni caso, la chimica tra tutti i nuovi arrivati andrà affinata poco alla volta, pertanto gruppi già rodati potrebbero star loro davanti nella classifica finale di RS.
- UTAH JAZZ: rinforzi importanti in casa Jazz, che innalzano e non poco le ambizioni del team di coach Snyder (appena confermato per altri tre anni). Conley è un playmaker degno di tale nome, Bogdanovic un’ala piccola intelligente e mortifera al tiro, mentre il nucleo Mitchell-Ingles-Gobertpromette spettacolo e tanta difesa (soprattutto il francese). La postseason è garantita, tuttavia i Jazz hanno tutte le carte in regola per ambire anche al podio in RS.
- PORTLAND TRAIL BLAZERS: partono ogni anno in sordina, salvo poi piazzarsi ai piani alti della conference. Lillard e McCollum sono le stelle che trascineranno la squadra, mentre Whiteside è chiamato a dimostrare di esserlo, dopo anni di alti e bassi a Miami. Hezonja è un’aggiunta interessante, ha disputato una buona preseason e potrebbe finalmente fornire il contributo che tutti si attendono. Panchina di veterani utili alla causa, come Bazemore, Collins e Tolliver, i Blazers sono pronti a sorprendere tutti anche quest’anno.
- GOLDEN STATE WARRIORS: Autentica mina vagante nella Western Conference, con Steph Currychiamato a fare gli straordinari per sopperire alla partenza di Durant e all’assenza di Thompson. Russell rappresenta un’aggiunta di valore assoluto e sembra già integrarsi bene con Curry, mentre Green sarà il leader vocale e Cauley-Stein sotto canestro ha la chance di far ricredere gli scettici. Il supporting cast non è all’altezza degli anni scorsi: Burks, Poole, Spellman difficilmente riusciranno a sostituire Iguodala e Livingston, tuttavia i Warriors non partono sconfitti contro nessuno.
- SAN ANTONIO SPURS: Nonostante il roster rimanga sostanzialmente invariato (aggiunti Carroll dalla FA e Samanic dal Draft), gli Spurs costituiscono un solido mix di giovani interessanti (Murray, White), giocatori esperti (DeRozan, Aldridge, Mills), allenati da uno dei migliori coaching staff in NBA (cui si è aggiunto Tim Duncan). Molto probabilmente non saliranno oltre la 7-8 posizione, ma altrettanto difficilmente la banda Pop si farà superare da team meno esperti quali Kings, Mavs e Pels.
- SACRAMENTO KINGS: Fox e Bagley hanno disertato Team USA per prepararsi al meglio, dunque da loro ci si attende una stagione di altissimo livello. Panchina con giocatori di esperienza quali Bogdanovic e Bjelica, oltre a giovani interessanti quali Ferrell, Holmes e Swanigan. I Kings appaiono tuttavia ancora un passo indietro rispetto alle altre contendenti per i playoff. Da valutare anche quanto Walton riuscirà a incidere, dopo la non brillante esperienza ai Lakers e dopo che Joerger era riuscito a dare una solida impronta di gioco alla squadra.
- NEW ORLEANS PELICANS: L’infortunio di Williamson ha già messo in apprensione tutto l’ambiente. Le prestazioni in preseason e l’appeal mediatico del giocatore sono manna dal cielo per una franchigia che, dopo l’addio di Davis, sembrava destinata ad un lungo periodo di purgatorio. La sua assenza per 6-8 settimane, tuttavia, ridimensiona gli obiettivi dei Pelicans. Interessanti gli arrivi di Ball e Ingram che, lontani dalla pressione di Los Angeles, potrebbero dimostrare pienamente le proprie potenzialità. Con Favors e Holiday a garantire esperienza, gli innesti di rookies interessanti quali Walker-Alexander e Hayes, nonché l’arrivo di Melli, i Pelicans si candidano ad essere una delle protagoniste della Western Conference, perlomeno a livello di spettacolo in campo. Tuttavia, l’integrazione di un gruppo sostanzialmente nuovo richiede tempo, pertanto sembra ancora presto per poterli vedere ai playoff.
- DALLAS MAVERICKS: le sorti della franchigia dipendono esclusivamente dall’alchimia tra Doncic e Porzingis, e soprattutto dalla tenuta fisica di quest’ultimo. Gruppo ancora troppo giovane e inesperto per puntare alla post-season, Carlisle avrà tempo e modo per coltivare le proprie star, renderle leader e porre le basi per un futuro più roseo.
- PHOENIX SUNS: per la franchigia dell’Arizona potrebbe essere arrivato il momento chiave: dimostrare di poter essere competitivi, con le star Booker ed Ayton – cui si aggiunge un Rubio galvanizzato dal Mondiale – a recitare un ruolo da protagonisti. Saric ha già dimostrato il proprio valore, Baynes è un giocatore esperto, ottimo per far rifiatare Ayton, Monty Williams un allenatore che sa lavorare bene con i giovani. Difficile vederli ai playoff, però potrebbero almeno uscire dall’anonimato delle scorse stagioni.
- OKLAHOMA CITY THUNDER: smantellamento in atto in quel di Oklahoma, con Paul e Gallinari che potrebbero terminare la stagione da qualche altra parte. Il gm Presti ha esercitato le opzioni sui contratti di Gilgeous-Alexander e Ferguson, chiarendo quali siano gli obiettivi futuri della dirigenza. Stagione di transizione, in attesa di ricostruire dal Draft.
- MINNESOTA TIMBERWOLVES: free agency e Draft senza colpi eclatanti, Wiggins eterna promessa (non mantenuta), Covington autore di una buona preseason ma che difficilmente inciderà in positivo.Karl-Anthony Towns vivrà probabilmente un’ulteriore annata da predicatore nel deserto, in attesa di tempi (e compagni di squadra) migliori.
- MEMPHIS GRIZZLIES: ceduto anche Conley, i Grizzlies sono un cantiere aperto che sta ponendo le fondamenta per il futuro. Morant sembra già pronto per guidare la franchigia, Jaren Jackson può diventare un lungo dominante, Valanciunas ha già dimostrato la scorsa stagione di poter essere il centro adatto a far risalire i Grizzlies, mentre Crowder è un’aggiunta di esperienza. Squadra intrigante in una prospettiva a medio termine.
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