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5 motivi per guardare la NBA 2019-2020

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Nel corso dell’estate la NBA è stata travolta da una rivoluzione senza precedenti, che in poche settimane ha stravolto squadre e cambiato completamente i valori in campo, almeno teoricamente.

Questi cambi hanno reso la Lega più equilibrata facendo sì che molte più squadre possano essere considerate delle contender, ossia franchigie che possono lottare per il titolo fino a giugno.

Per guardare la NBA ci sono mille motivi, dall’essere appassionato di basket in generale ad essere tifoso di una determinata franchigia, passando dall’idolatrare un giocatore in particolare.

Indubbiamente però, quest’anno ci sono almeno 5 motivi per guardare la stagione NBA che risaltano rispetto agli altri:

1) Zion Williamson e la rookie class

 

Tutte le 60 scelte del Draft 2019

Zion Williamson è il giocatore proveniente dal college con più hype attorno dai tempi di un certo LeBron James e New Orleans, squadra che ha avuto la fortuna di poterlo scegliere, ha puntato tutto su di lui.

Già in preseason Zion ha fatto vedere ciò di cui è capace, smentendo molti detrattori che dicevano che la sua forza derivava quasi unicamente dalla superiorità fisica che aveva sugli avversari al college e ancor di più alla High School. Purtroppo New Orleans dovrà fare a meno della sua “ next big thing” almeno per 6 settimane, a causa di un intervento al ginocchio che è anche la grande preoccupazione di tutti, vista la mole che Zion si porta dietro, più di 110kg, ad ogni volo sopra il ferro.

Nel draft dello scorso luglio, però, Zion non è l’unico giocatore che può far bene fin da subito: partendo da Rj Barret, compagno a Duke di Willimson, che ha sulle spalle il peso di risollevare una franchigia disastrata come i New York Knicks, passando da Coby White e Tyler Herro, i quali possono rivelarsi delle ottime prese rispettivamente per Chicago e Miami, fino al nostro connazionale Niccolò Melli, che nonostante i suoi 28 anni è considerato un rookie e può essere una pedina insostituibile nello scacchiere dei New Orleans Pellicans.

2) La NBA delle coppie

4 delle coppie che caratterizzeranno la NBA 2019-2020

La free agency è sicuramente uno dei motivi per cui la NBA è diventata così equilibrata nel corso dell’ultima estate.

Il mercato dei free agent, che proponeva tra gli altri Leonard, Irving, Durant e Thompson , ha rivoluzionato quasi tutte le franchigie, se pensiamo al fatto che tra questi il solo Klay Thompson, che però salterà forse tutta la stagione, non ha cambiato casacca.

Nel momento in cui tutti i grandi campioni avevano firmato i propri contratti o erano stati scambiati, come George e Westbrook, tutti gli addetti ai lavori si sono accorti delle coppie che si erano formate: LeBron-Davis ai Lakers, Leonard-George ai Clippers, Harden-Westbrook ai Rockets e Durant-Irving ai Brooklyn Nets.

Senza dimenticare le coppie che già erano presenti nella Lega: Antetokounmpo-Middleton nei Bucks, Lilliard-McCollum a Portland, Embiid-Simmons ai 76ers e ultimi ma non per valori in campo, Curry-Russel  a Golden State.

Queste coppie sono sicuramente motivo di interesse per la stagione che sta per iniziare, visto che dal loro funzionamento dipende la stagione della maggior parte delle franchigie che puntano al titolo.

3) La ribalta di Los Angeles

Le due coppie che rappresentano le due facce di Los Angeles

Come già detto, la free agency ha stravolto i valori sulla carta, portando alla ribalta due squadre rispetto alle altre: Los Angeles Lakers e Los Angeles Clippers.

Le due squadre di Los Angeles, dopo anni di delusioni, sembrano avere le carte in regola per ambire a qualcosa di importante.

I nuovi Lakers di coach Vogel hanno abbandonato il “progetto giovani” cedendo tutti i giovani, esclusi Kuzma e Caruso, per arrivare a Anthony Davis, la Stella da affiancare a LeBron James per provare a vincere subito.

Con il poco spazio salariale rimasto i gialloviola sono riusciti tutto sommato a creare un buon contorno, confermando Rondo e McGee e acquistando Danny Green, tiratore micidiale, insieme a Quinn Cook, ottimo play/ guardia di qualità.

In realtà i Lakers avevano firmato anche Cousins, che però perseguitato dagli infortuni si è rotto il ginocchio e sarà costretto ai box per tutta la stagione.

Dall’altra parte della città degli angeli i Clippers non sono rimasti a guardare, aggiungendo ad un roster tutto sommato buono l’ MVP delle Finals Kawhi Leonard e Paul George.

Le due stelle, come gli altri giocatori a roster per Doc Rivers, sono una certezza su entrambi i lati del campo, offrendo nello stesso momento una solidità offensiva e difensiva sopra la media delle altre squadre.

Sicuramente la rivalità tra le due squadre losangeline sarà uno dei motivi che renderà più interessante la stagione NBA.

4) La nuova Golden State 

Riuscirà Russel a non far rimpiangere Durant?

La Free agency 2019 ha messo la parola fine su una delle squadre più forti della storia della pallacanestro.

L’addio di Durant, poche settimane l’infortunio gravissimo di Klay Thompson, ha posto Golden State davanti ad un bivio: ricostruire o provare comunque a vincere?

La squadra a disposizione di coach Kerr è un misto di queste due opzioni, visto che non sono stati rifirmati giocatori esperti come Livingstone e Iguodala, ma al loro posto sono stati acquistati Russel e Cauley-Stein, che non saranno dei fenomeni ma possono essere il giusto fit nel sistema Golden State, oltre ad essere nettamente più futuribili rispetto a Iguodala e Livingstone.

L’addio di Durant inoltre rimette le chiavi della squadra completamente in mano di Curry, che in preseason ha già dato un assaggio di quello che potrebbe essere la sua stagione (40 punti in 25 minuti). Ricordiamoci che nell’ultimo anno prima dell’arrivo di Durant, Curry era stato eletto MVP  all’unanimità, per la prima volta nella storia della NBA.

Chissà che coach Kerr e i suoi Golden State non possano sorprenderci un’altra volta, sicuramente vale la pena guardarli attentamente anche quest’anno.

5) Philadelphia e Milwaukee alla prova del 9

Embiid e Antetokounmpo, i leader di Philadelphia e Milwaukee

L’anno scorso hanno sorpreso ma, per vari motivi, non sono arrivate alle Finals in un anno sicuramente favorevole.

Ora la competizione è più dura, ma se quello seminato negli anni scorsi è davvero buono, quest’anno ci divertiremo.

Partiamo da Philadelphia: negli scorsi playoff sono stati eliminati dalla preghiera di Leonard sulla sirena di gara 7, ma forse non avrebbero avuto la solidità mentale per arrivare fino in fondo.

In estate i Sixers hanno perso Butler e Reddick ma hanno firmato Richardson e soprattutto Al Horford, che rappresenta quel giocatore su cui difensivamente Philadelphia può fare affidamento.

Forse i 76ers peccano nella cosiddetta second unit, ossia la panchina, ma sicuramente il quintetto titolare è uno dei più forti della Lega, anche se va in controtendenza rispetto alle altre franchigie, visto che nessuna squadra può vantare una coppia di lunghi come Embiid e Horford a proteggere il ferro.

Per quanto riguarda Milwaukee, invece, la squadra era inesperta ad alti livelli, fattore che le ha fatto perdere la serie contro i Raptors.

Per i Bucks il punto di riferimento è sicuramente the greek freak Giannis Antetokounmpo, attorno a cui la dirigenza ha deciso di costruire la squadra, acquistando tiratori che possano aprire il campo per dare a Giannis piena libertà di movimento.

La perdita di Brogdon in estate è passata forse inosservata, ma tutto sommato i Bucks si presentano ai nastri di partenza migliorati rispetto agli anni scorsi.

Dove potranno arrivare Bucks e Sixers? Solo il tempo ce lo dirà.

Sicuramente, però, i presupposti per assistere all’ennesima stagione spettacolare non mancano.

Buon divertimento e buona NBA a tutti!

 

 

 

 

Federico Bollani

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